Che gioia lo scorso 22 aprile! È stato emozionante intervenire insieme al mio collega Luca Cenci (coordinatore del gruppo di lavoro Librarsi della Cooperativa Accaparlante di Bologna), alla presentazione del libro Milagro. Piccolo prodigio di luce, ultima pubblicazione per la collana “Parimenti. Proprio perché cresco” della casa editrice la meridiana, che si è svolta presso la Sala Don Tullio Contiero della Chiesa di San Sigismondo, nel centro storico della “Città delle Due Torri” [si legga anche la presentazione dell’incontro sulle nostre pagine, N.d.R.].
Il testo – che è stato tradotto in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) da alcune persone con disabilità del gruppo di lavoro Librarsi, come sottolineato e valorizzato in vari momenti dell’incontro – è lo specchio della vita e dell’operato di don Tonino Bello, autore di questo piccolo gioiello, del quale ho parlato assieme a Elvira Zaccagnino, direttrice de la meridiana, e a Matteo Zuppi, cardinale di Bologna, nonché presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
Ma chi era il vescovo Tonino Bello? Forse non tutti lo sanno!
Dalla sua presentazione in CAA, che possiamo trovare nel libro, leggiamo: «Antonio Bello nasce ad Alessano, paese della Puglia, il 18 marzo 1935. Dopo gli studi diventa parroco nella Chiesa Madre di Tricase, paese della Puglia. Antonio è chiamato da tutti “don Tonino”. Per don Tonino la parrocchia è il luogo di dibattito sociale e culturale per formare uomini liberi. Diventa vescovo di Molfetta il 30 ottobre 1982. È un prete che si preoccupa dei più poveri. Lotta per i diritti dei lavoratori, apre la sua casa alle persone che non hanno una casa e nel 1985 fonda nel paese di Ruvo la Comunità di Accoglienza e Solidarietà “Apulia” per aiutare i tossicodipendenti. Nel 1985 diventa Presidente nazionale di Pax Christi, un’associazione che si occupa di pace. Nonostante una grave malattia partecipa nel dicembre 1992 alla “Marcia dei 500” pacifisti che vanno a Sarajevo. Muore nella città di Molfetta il 20 aprile 1993».
Possiamo intuire da questa breve ma accurata biografia, quanto don Tonino sia stato un uomo di pace e dialogo… Su questo non c’è alcun dubbio!
Come ho affermato in quell’occasione: «Don Bello era un visionario che guardava oltre la realtà, e sognava un mondo diverso. Anzi, aveva più di un sogno, un bi-sogno, cioè un doppio sogno, ossia quello di vivere in un mondo di pace, dove si sta bene, proprio come desiderava la piccola protagonista del racconto, Milagro».
E a proposito di desideri, a me ha suggestionato l’origine del termine de-siderare, che in latino vuol dire “fissare lo sguardo alle stelle”.
E sapete invece qual è il contrario di desiderio? È un dis-astro, cioè la mancanza di astri, stelle.
Per esempio: la pace è un desiderio, ma se smettiamo di volgere lo sguardo alle stelle, c’è la guerra che è un disastro.
Un altro grande desiderio è un mondo pulito, dove le persone rispettano la natura. Ma la realtà dei fatti è un’altra: viviamo in un mondo dove incombe quel disastro chiamato “crisi climatica”.
Tornando a don Tonino, un altro punto fondamentale della sua riflessione era il concetto di accoglienza, e per questo, non a caso, la traduzione in CAA ha dato un valore aggiunto al suo lavoro. In fondo, questo strumento rende la comunicazione più accessibile a tutti e tutte, aumentando l’inclusività.
Una cultura più accessibile è un primo passo per costruire una realtà di pace, e lo ha affermato con forza il cardinal Matteo Zuppi, il quale ha ribadito l’importanza di realizzare ancora tanti di questi eventi di promozione culturale per suscitare il dialogo alla non-violenza. Quella non-violenza, tanto cara a don Tonino, per fare una cultura di pace e accoglienza.
Insomma, un libro da far leggere sia a grandi che piccini, perché fa bene al cuore e all’anima.
E voi, volete prendervi cura del vostro cuore?
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Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
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