«Il progetto di questo parco inclusivo verrà finalmente inaugurato il 12 maggio, in occasione, non a caso, della Festa della Mamma, infatti, è stato grazie alla forza e caparbietà delle mamme della nostra Associazione che è diventato una realtà»: lo ha dichiarato Annacarla Purificati, vicepresidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Atletica Sport Terapia Rieti, in occasione della conferenza stampa dedicata all’imminente inaugurazione del Parco della Vittoria, primo parco inclusivo della città laziale, ideato e promosso dall’Associazione stessa, con la collaborazione e il contributo del Centro Commerciale Perseo del Gruppo Ethos, della Fondazione Varrone e del Comune di Rieti, oltreché con il significativo contributo di numerose aziende locali e privati cittadini.
«Era fondamentale – ha aggiunto Purificati – realizzare anche a Rieti un parco adeguato anche ai bambini/bambine con disabilità motoria e/o cognitivo relazionale. In tal senso, il tessuto sociale ha risposto in modo encomiabile, denotando una grande sensibilità e attenzione al tema dell’accessibilità. Questo spazio sarà custodito e manutenuto dal Centro Commerciale Perseo, che ne garantirà sempre la pulizia e funzionalità, ma sarà anche compito dei cittadini averne rispetto, utilizzando i giochi in modo corretto e avendo soprattutto rispetto delle tante persone che hanno partecipato contribuendo. Nella mattinata del 12 maggio, dunque, alle 11.30, attendiamo tutti con le magliette corredate dalla scritta “Se giochiamo insieme siamo più felici”». (S.B.)
A questo link è disponibile un testo di ulteriore ampio approfondimento. Per altre informazioni: Simone Contini (simone.contini@differentglobal.com).
Articoli Correlati
- Progetto di Vita: anatomia di un Decreto Il recente Decreto Legislativo 62/24, applicativo della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità, è stato giudicato da più parti come una vera e propria riforma radicale sul concetto stesso…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Associazioni, attivisti, federazioni, tra “seduttivi immaginari e plausibili realtà” «La disabilità vive indubbiamente una fase di transizione, con il rischio spesso che non si parli di disabilità, ma della rappresentazione che i media, social e non, generalisti e specializzati,…