Il 7 maggio scorso l’Unione Europea ha adottato ufficialmente le Direttive sugli standard per gli Organismi per la Parità, «istituzioni pubbliche che promuovono e difendono la parità di trattamento fornendo un’assistenza indipendente alle vittime di discriminazione, conducendo sondaggi indipendenti, pubblicando rapporti indipendenti e formulando raccomandazioni su questioni relative alla discriminazione», come spiegano dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, riflettendo anche sulle ricadute concrete che questa novità potrà avere sulla vita delle persone con disabilità vittime di discriminazione. Queste ultime, infatti, potranno contattare queste Istituzioni ogniqualvolta subiscono discriminazioni, sia che esse siano basate sulla disabilità, sia che si basino su altri motivi, quali l’età, l’etnia, il genere o l’orientamento sessuale, a seconda della legge antidiscriminazione pertinente e del mandato accordato all’Organismo per la Parità nei rispettivi Paesi.
L’Elenco degli Organismi per la Parità presenti sul territorio europeo è consultabile a questo link. Per l’Italia, ad esempio, il riferimento è l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
«Le nuove Direttive dell’Unione Europea contribuiranno a rafforzare il ruolo degli Organismi per la Parità e a migliorare la protezione contro la discriminazione», evidenziano ancora dall’EDF.
In concreto gli standard approvati garantiranno che le persone con disabilità e le altre vittime di discriminazione siano meglio sostenute e protette contro questa violazione dei diritti umani.
Secondo le nuove Direttive, gli Stati Membri dell’Unione Europea dovranno garantire che gli Organismi per la Parità possano assicurare accessibilità e soluzioni ragionevoli per le persone con disabilità, ciò che a livello pratico significa garantire «la parità di accesso a tutti i servizi e le attività degli Organismi per la Parità». Servizi e attività come l’assistenza alle vittime, la gestione dei reclami, la risoluzione alternativa delle controversie e le attività informative.
Inoltre, le nuove disposizioni prevedono l’obbligo per le Istituzioni pubbliche di consultare gli Organismi per la Parità su questioni relative alla discriminazione e attribuiscono a questi ultimi il potere di svolgere attività finalizzate a prevenire la discriminazione e a promuovere la parità di trattamento attraverso azioni maggiormente proattive. E ancora, è previsto che il ruolo di tali Organismi venga rafforzato fornendo loro sufficienti risorse umane, tecniche e finanziarie e garantendo che siano indipendenti dalle influenze esterne.
I passi successivi all’approvazione prevedono che le Direttive in questione siano sottoscritte ed entrino in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. A quel punto gli Stati Membri avranno due anni di tempo per adattarle alla propria legislazione nazionale. (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione.