Nel mese di marzo scorso abbiamo presentato su queste stesse pagine @scATTIdicura, campagna di sensibilizzazione che si colloca nell’àmbito dell’iniziativa La cura non è un affare di famiglia, promossa ogni anno, nel mese di maggio da Cittadinanzattiva Emilia-Romagna, in collaborazione con il CrAMC (Coordinamento Regionale delle Associazioni di Malati Cronici), per invitare coloro che fossero statз* interessatз a inviare fotografie per mostrare/raccontare la cura nelle sue molteplici declinazioni. In Emilia Romagna, va ricordato, il mese di maggio è dedicato alla celebrazione del Caregiver Day.
«E costruire è bellissimo / Il gioco più bello / Cominciamo…»: ebbene, introdotta da questo significativo pensiero di Ezio Bosso, il 15 maggio la campagna @scATTIdicura è stata messa online, e si può seguire sul canale Instagram dedicato (a questo link), ma anche sulla pagina Facebook (nell’album pubblicato a quest’altro link), oltreché sul sito di Cittadinanzattiva Emilia Romagna (nell’apposita sezione dedicata aз caregiver).
Curatrici dell’iniziativa sono state Anna Baldini, Rossana Di Renzo e Marilena Vimercati, ma hanno collaborato anche Martina Belluto (Città Metropolitana di Bologna), Giovanna Cosenza (Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna), Fulvio Lonati (Presidente di APRIRE – Assistenza Primaria in Rete – Salute a Km0), Elisabetta Mandrioli (Istituzione G.F. Minguzzi), e Luca Negrogno (Istituzione G.F. Minguzzi).
Associazioni, professionistз, cittadinз hanno narrato le attività, i gesti e i luoghi della cura attraverso un diverso strumento di comunicazione, la fotografia, che offre un punto di vista inedito e nuovo rispetto ai contesti in cui la cura si esplica.
Quasi un centinaio le fotografie inviate, in bianco e nero e a colori, tutte accolte non tanto per la tecnica di esecuzione quanto per i messaggi che propongono, narrando una quotidianità caratterizzata da pratiche di cura, gesti, relazioni, socialità e creatività. Le foto ci ricordano però che la cura è fatica, preoccupazione, ma anche coraggio e gioia.
Il gruppo di espertз, composto da professionistз di più provenienze culturali (comunicazione, antropologia, psicologia, sociologia…) e quindi portatorз di sguardi diversi, ha condiviso una metodologia di lavoro e assemblato le foto, dando origine a un racconto corale che sarà raccolto in un book.
Con le foto, organizzate in sequenze, sono stati realizzati strumenti da trasmettere sui social più diffusi. Dal canto loro, i soggetti promotori invitano a seguire lo svolgimento dell’iniziativa per conoscere le pratiche di cura quotidiane che le foto protagoniste della campagna raccontano.
La campagna non è conclusa: chi vuole può ancora partecipare inviando esperienze, riflessioni, emozioni e parole all’indirizzo scattidicura@cittadinanzattiva-er.it, contribuendo così a delineare ulteriormente un’idea condivisa di cura che non può e non deve essere “un affare di famiglia”.
«Insieme, come sempre, si crea “valore aggiunto” ma soprattutto solidarietà e vicinanza a chi sta lottando per ottenere una legge per essere riconosciutз», è il messaggio conclusivo. (Simona Lancioni)
* In questo testo si fa uso dello schwa (ə) per il singolare e dello schwa lungo (з) per il plurale in luogo delle desinenze femminili e maschili comunemente utilizzate quando ci si riferisce alle persone. Si tratta di un tentativo sperimentale finalizzato a promuovere l’impiego di un linguaggio inclusivo dei generi femminile, maschile e non binario (per approfondire si veda: Un linguaggio accessibile e inclusivo delle differenze tra i generi).
Per ulteriori informazioni: scattidicura@cittadinanzattiva-er.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minime modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.