Si chiama soccorso inclusivo ed è un modo per identificare gli interventi di soccorso in contesti emergenziali dove sono coinvolte persone con specifiche necessità, un àmbito che spesso richiede competenze particolari e l’impiego di specifici mezzi, tecniche e capacità operative, tra cui anche quella di saper mettersi in relazione con gli altri.
È stato questo il leitmotiv dell’iniziativa che si è svolta a Milano per l’intera giornata del 25 maggio, con il coinvolgimento della Protezione Civile del capoluogo lombardo, della Croce Rossa e dei Vigili del Fuoco della stessa città, assieme ad altre strutture e Associazioni che operano nel campo delle disabilità.
La simulazione ha prevalentemente riguardato situazioni connesse con il soccorso in scenari alluvionali, un aspetto credibile per quel territorio, ma non solo per quello, se pensiamo che solo una settimana prima l’esondazione del fiume Lambro, causata dalle forti precipitazioni, aveva imposto ai Vigili del Fuoco numerosi interventi. Tra questi le cronache ne restituiscono due con il coinvolgimento di persone con specifiche necessità: il salvataggio di una donna in sedia a rotelle e quello di un’altra donna con i suoi due bambini. Nel primo caso sono stati coinvolti i sommozzatori dei Vigili del Fuoco, mentre nel secondo la famigliola è stata portata in salvo con l’uso di un’imbarcazione.
È nota la vulnerabilità delle persone con disabilità di fronte a eventi di questo tipo, visto che «hanno da due a quattro volte più probabilità di morire», come dice Michael Ashley Stein dell’Università americana di Harvard. È sempre Stein a evidenziare che nei disastri le persone con disabilità devono affrontare trasporti e rifugi di emergenza spesso inaccessibili, aspetti che implementano il loro isolamento sociale.
Di fatto le conseguenze dei cambiamenti climatici cui stiamo assistendo contribuiscono ad amplificare l’emarginazione vissuta dalle persone con disabilità, incidendo negativamente sulla salute e riducendo l’accesso ai servizi sanitari, al cibo, all’acqua e alle infrastrutture accessibili. Infine, gli approcci alla mitigazione e all’adattamento climatico sviluppati senza consultare le organizzazioni di persone con disabilità creano ulteriori barriere.
Va proprio in quella direzione l’esperienza milanese, che ha messo al centro le persone con disabilità e le loro Associazioni in un percorso che vada nella direzione di includere tutti come protagonisti attivi anche nelle operazioni di soccorso. In quelle situazioni non c’è molto tempo per imparare o sperimentare, bisogna operare con solerzia, efficacia e professionalità, ne va della vita delle persone, per questo è in tempo di pace che bisogna prepararsi con idonei percorsi formativi.
Senza dubbio servono percorsi esercitativi come quello sperimentato a Milano che siano capaci di riprodurre con sufficiente realismo le condizioni di un’emergenza. Nel contesto dell’esercitazione, infatti, sono stati elaborati scenari come l’evacuazione di un edificio con numerose famiglie in vista dell’arrivo di un’onda di piena, il soccorso a una struttura dove erano presenti persone con vari tipi di disabilità e che dovevano essere allontanate con l’utilizzo di un’imbarcazione, infine un incidente stradale.
La formazione dei soccorritori è stata condotta in due diversi momenti: il 3 maggio, presso il comando dei Vigili del Fuoco, e il 25 maggio poco prima dell’inizio dell’esercitazione, per richiamare l’attenzione su alcuni aspetti basilari del soccorso. In quest’ultima circostanza, dopo i saluti dei rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni, ha preso la parola chi scrive, che si è soffermato sul tema dell’interazione tra persone e soccorritori, seguito da Consuelo Agnesi di CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) che ha trattato il tema della comunicazione con le persone sorde. Hanno poi preso parola Francesco Usati e Florinda Trombetta dell’UICI di Milano (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che hanno trattato il tema della cecità con il coinvolgimento di Grey, un cane guida, e Antonella Costantino, primario di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico di Milano, che ha parlato delle persone con autismo e delle modalità più opportune per mettersi in relazione con loro. Infine, Armando De Salvatore, in rappresentanza della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), ha trattato il tema delle disabilità motorie, soffermandosi per questo anche sulle modalità di utilizzo di una sedia a rotelle. Le successive simulazioni sono state quindi seguite da molti operatori attenti a queste problematiche e da uno staff di osservatori chiamati a rilevare la qualità delle modalità operative utilizzando apposite check-list di controllo, aspetti coordinati da Tatiana Amato della Croce Rossa Italiana.
A chiusura delle attività le persone con disabilità coinvolte, gli operatori sociali e i soccorritori si sono confrontati in un inteso debriefing dove tutti e tutte hanno potuto esprimere la propria opinione sull’esperienza, ribadendo in tal modo la necessità che nessuno sia tenuto fuori da questi percorsi, per diventare protagonisti attivi della propria sicurezza e collaborando alla buona riuscita delle operazioni di soccorso. È così che tutte le persone possono diventare da entità passive a protagonisti della propria sicurezza.
Dal confronto è chiaramente emerso quanto la disabilità sia una condizione che può rendere le persone più vulnerabili in caso di emergenza; per questo è importante che quanti si occupano di loro, dai caregiver agli operatori sociali, siano adeguatamente formati, per effettuare un primo intervento in attesa dell’arrivo dei soccorritori. Anche a questo servono esercitazioni come quella di Milano.
stefano.zanut@gmail.com.
Sicurezza per tutti, anche in emergenza
Con il presente contributo prosegue il proprio percorso la rubrica di «Superando.it» denominata Sicurezza per tutti, anche in emergenza, voluta per affrontare i temi della sicurezza e della gestione dell’emergenza dal punto di vista dell’inclusione e curata da Stefano Zanut, “firma” già ben nota ai nostri Lettori e Lettrici.
L’obiettivo non è solo quello di proporre un’informazione generale su questi temi, ma anche di far conoscere e condividere esperienze condotte in questo campo per rilanciarle, affinché possano diffondersi e affermare una cultura su questi temi che sappia diventare patrimonio comune.
Stefano Zanut è architetto e direttore vicedirigente dei Vigili del Fuoco del Comando di Pordenone, nonché membro dell’Osservatorio sulla Sicurezza e il Soccorso delle Persone con Esigenze Speciali attivato proprio dai Vigili del Fuoco. Ha al proprio attivo una lunga esperienza in questo campo, che ha condiviso curando numerose pubblicazioni e partecipando a iniziative di vario tipo, tra cui l’attività nell’àmbito di CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) e del CTS del CRIBA Friuli Venezia Giulia (Centro Regionale di Informazione sulle Barriere Architettoniche) del Friuli Venezia Giulia.
Certi che con i suoi interventi sta riuscendo a stimolare l’attenzione su questi argomenti, invitiamo tutti e tutte a dare il proprio contributo in merito, anche scrivendo alla nostra redazione (info@superando.it), «per costruire assieme una società più sicura nel senso inclusivo del termine».
Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi finora pubblicati nell’àmbito di Sicurezza per tutti, anche in emergenza.
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