Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo dall’Associazione Attiva-Mente della Repubblica di San Marino.
Per le persone con disabilità, partecipare alla vita pubblica e politica non è solo un diritto, ma un mezzo essenziale per influenzare le politiche che riguardano direttamente la loro vita quotidiana. Nonostante i progressi legislativi e le iniziative per rendere il processo elettorale più accessibile, in diversi Paesi europei molte persone con disabilità si trovano ancora di fronte a notevoli ostacoli. Questi includono seggi elettorali inaccessibili, mancanza di tecnologie assistive adeguate, comunicazioni e materiali di voto non adatti a persone con disabilità visive o uditive, sino addirittura a vere e proprie proibizioni, come nel caso di persone con disabilità intellettive.
Per contrastare questi ostacoli, molte nazioni hanno fatto passi avanti introducendo leggi, prassi e tecnologie volte a facilitare l’accesso al voto.
A San Marino c’è una buona attenzione rispetto all’accessibilità dei seggi, viene allestito un seggio speciale per i degenti all’interno dell’ospedale, è previsto un seggio speciale mobile a beneficio degli elettori intrasportabili, per consentir loro di votare presso la propria abitazione, e per le persone aventi determinate difficoltà che lo richiedono, è ammesso il voto assistito che, laddove presente in Europa, solleva dubbi in determinati casi, poiché non sempre c’è la garanzia dell’imparzialità del sostegno e si possono verificare indebite influenze. È prevista, inoltre, l’interdizione per infermità mentale (su questo punto è ancora inevasa una Raccomandazione dell’ODIHR, l’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell’OSCE-Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).
Tutto sommato, quindi, la situazione di San Marino non sembra essere delle peggiori, anche se, ad esempio, sull’accessibilità dell’informazione, nella comunicazione, nella preparazione di opuscoli semplificati Easy to Read (“facile da leggere e da comprendere”) in favore di alcune tipologie di disabilità intellettive o neurodivergenti, nell’introduzione di modalità alternative di voto in certe specifiche condizioni, avvalendosi delle nuove tecnologie, un maggiore sforzo dovrebbe e potrebbe essere fatto. A tal proposito, ci pare interessante segnalare un Decreto recentemente emesso dal Governo di Andorra, Paese alquanto simile a San Marino, per regolamentare proprio il tema della partecipazione attiva al voto delle persone con disabilità, in coerenza con la Convenzione delle Nazioni Unite sui loro diritti. Un provvedimento che sarà protagonista, per altro, di uno specifico Side Event [“evento collaterale”, N.d.R.], promosso dalla Missione Permanente di Andorra alla prossima Conferenza degli Stati Parte sulla Convenzione, prevista a New York dall’11 al 13 giugno prossimi.
Per quanto concerne, invece, il pari accesso alla partecipazione alla vita politica, esercitando un qualsivoglia mandato elettivo (voto passivo), la realtà è ben diversa: la situazione sammarinese non è delle più brillanti. La mancanza di alcuni tipi di assistenza, personale, comunicativa e tecnologica precludono pesantemente questa possibilità alle persone con disabilità.
L’articolo 12, paragrafo 3 della citata Convenzione ONU raccomanda agli Stati Parti che alle persone con disabilità «sia garantito il sostegno di cui hanno bisogno per prendere decisioni concernenti il pieno esercizio della loro capacità giuridica».
Ancora più esplicito è l’articolo 29 che stabilisce diversi obblighi, tra i quali «garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità per le persone con disabilità di votare ed essere elette, assicurando, appunto che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati, accessibili e di facile comprensione e utilizzo».
Ebbene, se le persone con disabilità possono partecipare senza ostacoli alla competizione elettorale, hanno la possibilità, come tutte le altre, di influenzare le politiche in modi che riflettono meglio le loro esigenze, le loro convinzioni e le loro idee. Questo non solo migliora la qualità della loro vita, ma arricchisce anche la società intera, promuovendo la diversità e l’inclusione. È di tutta evidenza, al contrario, che in assenza di strumenti d’assistenza come quelli sottolineati più sopra, le criticità persistono e non possono partecipare in alcun modo.
In conclusione, auspicando che in futuro siano smantellate le barriere, promuovendo un ambiente elettorale più inclusivo e equo, incoraggiamo tutte le persone con disabilità a partecipare attivamente al voto, non solo perché è un dovere civico importantissimo, ma perché è necessario il coinvolgimento di tutti per cambiare e costruire una società che valorizza e protegge i diritti di tutti i suoi membri.
Articoli Correlati
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…
- Quel che va fatto per garantire a tutti il diritto di voto «È necessario - scrive Giampiero Griffo - definire una Direttiva Europea sull’uguaglianza di opportunità nell’accesso al diritto di voto delle persone con disabilità, perché oggi queste ultime possono realmente partecipare,…
- Molti cittadini con disabilità vorrebbero votare, ma non potranno ancora farlo Nello scorso mese di marzo, il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) - fondamentale organo consultivo della Commissione Europea - ha reso pubblica la relazione informativa intitolata “La realtà del…