Quando la classe coinvolge l’alunno con disabilità è vera inclusione

«Ho partecipato in una scuola media di Roma – scrive Salvatore Nocera – alla presentazione di un libro scritto da tutta la classe scolastica di Adam, alunno del Medio Oriente con gravi disabilità fisiche e sensoriali, e mi hanno colpito in particolare la naturalezza con cui Adam è stato incluso nella classe e la volontà dei compagni di rendergli possibile l’ascolto del libro, avendo deciso con i docenti di trasformarlo in libro parlato»

Disegno di copertina di "Adam. Il giro del mondo in 4 racconti"

Il disegno di copertina di “Adam. Il giro del mondo in 4 racconti”

Il 29 maggio chi scrive è stato invitato a partecipare alla presentazione di un libro scritto da tutta la classe di Adam, alunno del Medio Oriente con gravi disabilità fisiche e sensoriali.
L’iniziativa è stata organizzata dalla scuola media dell’Istituto Comprensivo Piazza Borgoncini Duca di Roma, al termine di un progetto che ha visto attuata la prassi di don Milani della scrittura collettiva, finalizzata a realizzare il libro Adam. Il giro del mondo in 4 racconti. I princìpi pedagogici del progetto, infatti, sono stati quelli del Cooperative Learning e del Service Learning, che hanno visto i docenti della classe, e in particolare Chiara Serva, insegnante di lettere, e Laura Bonsi, docente per l’inclusione, dividere la classe Terza E in quattro gruppi di cinque alunni ciascuno (essendo la classe stessa rigorosamente composta da venti alunni, come stabilito dal DPR 81/09).
La composizione dei gruppi è stata estratta a sorte, come pure è stata estratta a sorte l’assegnazione dei temi da svolgere: ciascun gruppo doveva immaginare un viaggio in cui il protagonista fosse Adam in uno dei quattro continenti. Dal canto suo, Adam ha partecipato a tutti e quattro i gruppi.
In questo lavoro i ragazzi e le ragazze sono stati affiancati/e fra gli altri anche da Marco Caponera, scrittore e insegnante di scrittura creativa dell’Associazione Culturale il Melograno, e da Francesca Ferraro del Centro Nazionale del Libro Parlato dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).

Alla presentazione del libro, cui hanno assistito attivamente con molti fragorosi applausi gli alunni/alunne delle classi Terza B e Terza E, hanno partecipato, oltre agli esperti Marco Orlandi, psicologo optometrista, e Simone Consegnati, docente universitario esperto di Service Learning, anche Arianna Ugolini, assessora alle Politiche Educative, Scolastiche e allo Sport e Turismo del Comune di Roma, e Sabrina Giuseppetti e Alberto Filisio, rispettivamente presidente e vicepresidente del Municipio XIII di Roma. I lavori sono stati coordinati dalla dirigente scolastica del Piazza Borgoncini Duca, la professoressa Anna Maria Lamberti, vera animatrice della comunità scolastica.

A colpirmi in particolare sono state la naturalezza con cui Adam è stato incluso nella classe e la volontà dei compagni di rendergli possibile l’ascolto del libro, avendo deciso con i docenti di trasformarlo in libro parlato grazie alla preziosa collaborazione dell’UICI. Infatti, i compagni non solo hanno contribuito alla creazione del disegno di copertina, ma hanno anche registrato a turno tutto il libro, che si compone di 94 pagine ed è ascoltabile su Spotify a questo link.
Ho molto apprezzato il coinvolgimento non solo della comunità scolastica, ma anche del Municipio e degli esperti coinvolti dalla scuola. Per quanto mi riguarda, sono intervenuto in rappresentanza del MAC (Movimento Apostolico Ciechi), poiché mi occupo di inclusione scolastica da decenni, e ho raccontato proprio la mia esperienza di inclusione alla fine degli Anni Quaranta e nella prima metà degli Anni Cinquanta a Gela, in Sicilia, e poi all’Università La Sapienza di Roma, sempre grazie alla collaborazione dei miei compagni e colleghi universitari che mi hanno letto tutti i libri su cui studiavamo (una modalità ante litteram di libro parlato).

Al termine del mio intervento ho dovuto lamentare il fatto che Adam tanto positivamente incluso nella sua classe e nel suo territorio non sia purtroppo come tanti studenti stranieri cittadino italiano, pur frequentando regolarmente le nostre scuole. Ho quindi auspicato che simili iniziative inclusive possano realizzarsi in tante altre scuole e che il Parlamento voglia approvare una legge sullo Ius Scholae, che consenta cioè ai giovani stranieri che abbiano frequentato per un certo numero di anni delle scuole in Italia e abbiano appreso bene la nostra lingua di poter conseguire grazie a ciò la cittadinanza italiana. A questo proposito, ho molto apprezzato la recente decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara di voler assicurare ai ragazzi stranieri che vengono inseriti immediatamente nelle nostre classi appena arrivati in Italia, in base all’età, dei corsi pomeridiani di lingua italiana, oltre alla presenza al mattino di un docente di potenziamento di lingua italiana.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo