Il talento delle lavoratrici e dei lavoratori con DSA

“Il talento delle lavoratrici e dei lavoratori con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): una risorsa in più per le aziende”: questo il tema di un convegno tenutosi a Bologna, organizzato dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), in collaborazione con Aeroporto di Bologna e l’AIDP Emilia Romagna (Associazione Italiana per la Direzione del Personale). Per l’occasione la senatrice Rossomando si è soffermata anche sul Disegno di Legge che reca “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, universitario e lavorativo”

Cubi con la scritta DSA, al centro di tessere di puzzleValorizzare il talento delle lavoratrici e dei lavoratori con DSA (disturbi specifici di apprendimento, ovvero dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia di cui si può leggere anche nel box in calce): è stato questo il tema del convegno denominato appunto Il talento delle lavoratrici e dei lavoratori con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): una risorsa in più per le aziende, tenutosi qualche settimana fa presso la Marconi Business Lounge dell’Aeroporto di Bologna, organizzato dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), in collaborazione con Aeroporto di Bologna e l’ AIDP Emilia Romagna (Associazione Italiana per la Direzione del Personale).

«Le persone con DSA – sottolineano dall’AID – spesso non vengono messe in condizione di dimostrare le proprie qualità in àmbito professionale a causa delle difficoltà che incontrano nei processi di lettura, scrittura o nel calcolo. I DSA non sono causati da un deficit di intelligenza, ma da una neurodivergenza che, pur non impedendo di realizzare le specifiche abilità, può necessitare di tempi più lunghi e carichi maggiori di attenzione. Si stima che questa caratteristica innata e invisibile interessi, solo in Italia, il 5% della popolazione, ossia tre milioni di persone, 1 milione e duecentomila delle quali in età lavorativa. Eppure basterebbe poco per superare gli ostacoli legati a questi disturbi: software di sintesi vocale già integrati nei programmi di videoscrittura, la possibilità di registrare le call senza dover prendere appunti, schemi per memorizzare le procedure, e altri accomodamenti ragionevoli, anche in sede di colloquio di selezione. Sono proprio questi gli strumenti previsti dall’articolo7, comma 2 bis della Legge 25/22 che per la prima volta, due anni fa, ha riconosciuto diritti fondamentali a questi lavoratori.

Al convegno di Bologna, ha partecipato anche la senatrice Anna Rossomando, firmataria dell’emendamento recepito poi nella Legge 25/22, oltre a rappresentanti delle Istituzioni locali e ad esponenti di aziende impegnate in percorsi di formazione e sensibilizzazione interna, per promuovere consapevolezza sui DSA.
«L’impegno che abbiamo preso – ha dichiarato per l’occasione Rossomando – riguarda l’estensione dei diritti introdotti con la Legge 25/2022 a tutto il ciclo di vita delle persone con DSA, attraverso l’approvazione di una Legge Quadro, andando quindi oltre la Legge 170/10 [“Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in àmbito scolastico”, N.d.R.], per assicurare pari opportunità di realizzazione professionale a un milione e 200.000 cittadini con disturbi specifici dell’apprendimento, lavoratori o in cerca di un’occupazione. Nello specifico, tra le finalità che si intende perseguire, tramite il Disegno di Legge n. 66, [“Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, universitario e lavorativo”, N.d.R.], volto a garantire piena attuazione dell’articolo 3 della Costituzione, vi è quella di riconoscere tutele e garanzie alle persone con DSA, inclusi gli aspetti legati alla formazione e all’accesso al lavoro, estendendo anche alla Pubblica Amministrazione quanto previsto nel privato, con l’emendamento a mia prima firma, approvato nella Legge 25/22. Tra le altre novità, si punta allistituzione di un Osservatorio Nazionale Permanente per i disturbi specifici dell’apprendimento ai fini del monitoraggio dell’attuazione delle disposizioni introdotte con il Disegno di Legge».

«Per sei lunghi anni – ha affermato dal canto suo Silvia Lanzafame, presidente dell’AID – la nostra Associazione si è battuta per l’approvazione di una legge che tutelasse i lavoratori con DSA. Questa esigenza è nata anche da un cambio di paradigma all’interno dell’AID. Per molto tempo, infatti, si è pensato che le difficoltà delle persone con DSA riguardassero soprattutto il mondo della scuola e che gli studenti, una volta diplomati, potessero rifiorire e realizzarsi nel lavoro. Le richieste di aiuto da parte di molti adulti con DSA e l’aumento progressivo delle diagnosi tra i lavoratori ci hanno fatto capire che così non era. La dislessia è una caratteristica che dura per tutto il corso della vita e dunque le difficoltà possono attenuarsi ma non scomparire. Il convegno di Bologna è stato quindi l’occasione per diffondere presso le imprese la conoscenza della legge, condividere buone pratiche e strumenti utili all’inclusione di questi lavoratori, e contribuire così a costruire un futuro diverso: far sì che presto nessuno abbia più paura di dire “sono dislessico” per timore di essere discriminato e possa anzi dimostrare di essere una risorsa preziosa per le imprese. Molte persone con DSA hanno infatti attitudine al problem solving, abilità nell’elaborazione delle informazioni visive e spaziali, intuizione e creatività: peculiarità sempre più richieste dalle imprese, in un mercato che riconosce le competenze trasversali e la capacità di pensare fuori dagli schemi. In questi anni, comunque, la sensibilità nel mondo del lavoro sta cambiando: sono sempre di più le grandi imprese che hanno aderito al nostro progetto di formazione per diventare aziende Dyslexia Friendly e altre che hanno partecipato ad attività di divulgazione sui disturbi specifici di apprendimento». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@aiditalia.org.

La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.

L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità in particolare verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2 milioni di persone.
L’Associazione conta oltre 18.000 soci e 93 Sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. Essa lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate a questi disturbi. È aperta ai genitori e familiari di bambini con DSA, alle persone adulte con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).

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