Le mascherine nelle strutture socio-sanitarie e le disabilità intellettive

«Chiediamo al Ministro della Salute – scrive Vincenzo Bozza dell’UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) – che alla luce del controllo raggiunto sulla diffusione del Covid-19 e della dichiarazione dell’OMS sulla fine dell’emergenza sanitaria globale, di rimuovere le misure di precauzione, ovvero l’uso obbligatorio delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, affinché si possa tornare a una piena normalità tanto attesa e necessaria per tutti, in particolare per le persone con disabilità intellettiva e non immunodepresse»

Donna con la mascherina in una stanza buiaRiceviamo da Vincenzo Bozza, presidente dell’UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) e volentieri pubblichiamo.

Alla luce della proroga dell’obbligo di utilizzo delle mascherine nelle strutture socio-sanitarie fino al prossimo 30 giugno, la nostra organizzazione chiede con urgenza al Ministero della Salute di riconsiderare tale provvedimento.
Ricordiamo che il 28 aprile 2023, lo stesso Ministero della Salute aveva emanato un’Ordinanza che imponeva l’obbligo di indossare mascherine per lavoratori, utenti e visitatori nei reparti con pazienti “fragili” di strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali fino al 31 dicembre 2023. Successivamente, tale scadenza era stata prorogata al 30 giugno prossimo, con un’Ordinanza del 27 dicembre 2023.
È importante tenere presente che lo stato di emergenza in Italia, dichiarato il 31 gennaio 2020, è terminato il 31 marzo 2022. Inoltre, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19 il 5 maggio 2023, grazie al considerevole controllo raggiunto sulla diffusione del virus.

Ciò premesso, l’obbligo protratto di indossare mascherine mina la percezione di un ritorno alla normalità, fondamentale dopo i mesi di restrizioni. Gli inconvenienti legati all’uso continuato delle mascherine, come le difficoltà respiratorie, le irritazioni cutanee e il generale senso di fastidio, possono diventare un peso senza un chiaro vantaggio per la salute.
Per le persone con disabilità intellettiva non immunodepresse, l’uso della mascherina da parte del personale delle strutture socio-sanitarie può essere di ostacolo all’instaurazione di normali rapporti, alla qualità della vita e può costituire un potenziale fattore di stigmatizzazione e discriminazione.
La perdita di empatia nella comunicazione dovuta alle mascherine può altresì avere riflessi negativi sulla qualità della vita e dei rapporti con le persone con disabilità intellettiva, come la difficoltà a riconoscere le espressioni facciali, la comprensione limitata di istruzioni e indicazioni, nonché la mancanza di contatti spontanei, sorrisi e altri elementi essenziali nei rapporti interpersonali e affettivi.
Da tener presente che molte persone con disabilità intellettiva non presentano particolari fattori di rischio per patologie quali il Covid-19, rendendo trascurabile l’ipotetico beneficio legato all’uso continuato delle mascherine rispetto agli effetti negativi descritti.
Ricordiamo inoltre che tutti gli utenti delle strutture sono stati obbligatoriamente sottoposti a vaccinazione per Covid-19 e ai vari richiami, insieme a misure di igiene rigorose, che dovrebbero essere sufficienti a garantire la sicurezza intra-struttura, senza ulteriori ostacoli relazionali.

Per tutto quanto premesso, dunque, chiediamo al Ministro della Salute, alla luce del controllo raggiunto sulla diffusione del virus e della ricordata dichiarazione dell’OMS del 5 maggio 2023 sulla fine dell’emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19, di rimuovere le misure di precauzione, ovvero l’uso obbligatorio delle mascherine come previsto nell’Ordinanza succitata, affinché si possa tornare a una piena normalità tanto attesa e necessaria per tutti, in particolare per le persone con disabilità intellettiva e non immunodepresse.

Presidente dell’UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva).

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