«In un momento storico difficile come questo per il Paese, sul piano economico e sociale, più che di autonomia differenziata sarebbe il caso di parlare di autonomia solidale, ossia di un sistema in cui lo Stato sostenga le Regioni in maggiore difficoltà, soprattutto sul piano sanitario, sociale e dei diritti»: lo aveva dichiarato all’inizio del 2023 sulle nostre pagine Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e lo ribadisce ora, commentando l’approvazione definitiva alla Camera del Disegno di Legge sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, «un provvedimento – si legge in una nota della FISH – che cambia le intese fra Stato e Regioni su 23 materie interessate, stabilendo tra l’altro che l’attribuzione di funzioni riferibili ai diritti civili e sociali, garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, sarà consentita subordinatamente alla determinazione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), che il Governo dovrà emanare entro ventiquattro mesi dall’approvazione della norma. In altre parole, il trasferimento delle competenze sarà possibile solo successivamente alla determinazione dei LEP e nei limiti delle risorse rese disponibili in Legge di Bilancio. Infatti, senza la determinazione dei LEP e del loro finanziamento non sarà possibile per una Regione ottenere maggiore autonomia».
«Sarebbe stato più giusto lavorare sull’autonomia solidale, più che sull’autonomia differenziata – dichiara dunque Falabella -, come avevamo evidenziato sin dall’inizio dell’iter di approvazione della norma. In tal modo, infatti, lo Stato avrebbe dovuto sostenere le Regioni in difficoltà, per consentire una maggiore uguaglianza sostanziale e facendo avanzare l’Italia sul piano dei diritti, della coesione e dell’inclusione sociale».
«A questo punto – conclude – incalzeremo il Governo affinché la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni non diventi solo un intervento al ribasso degli investimenti perché altrimenti si andrebbero ad alimentare le disuguaglianze e i divari già presenti sui territori. E questo inciderebbe pesantemente anche sulla vita dei cittadini e delle cittadine con disabilità e delle loro famiglie». (S.B.)
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