Porre al centro la qualità dei sostegni erogati attraverso i servizi

«Sono stati attratti nella disciplina della concorrenza tutti i soggetti privati, senza distinzione tra Enti di Terzo Settore e privati profit, e si è ragionato in un’ottica di standardizzazione dei servizi, senza preoccuparsi di come assicurare la continuità assistenziale per le persone prese in carico, né la continuità gestionale e organizzativa delle strutture già accreditate o contrattualizzate che operano in detti settori»: sono alcune delle questioni segnalate dall’ANFFAS, attraverso un proprio ampio documento sulle norme riguardanti la concorrenza approvate in questi ultimi anni

Nodi

Ci sono ancora nodi sostanziali da sciogliere nelle recenti norme sulla concorrenza

«Si è proceduto ad attrarre automaticamente nella disciplina della concorrenza tutti i soggetti privati, senza distinzione alcuna tra Enti di Terzo Settore e privati profit, in netto contrasto con il ruolo che agli stessi Enti di Terzo Settore viene assegnato nell’àmbito del Codice del Terzo Settore e dei princìpi sanciti dalla Corte Costituzionale con la Sentenza 131/20. Inoltre, ulteriore elemento di estrema criticità è il fatto che si sia ragionato in un’ottica di standardizzazione dei servizi, così come non ci si è preoccupati di come assicurare la continuità assistenziale per le persone prese in carico da una parte, né la continuità gestionale e organizzativa delle strutture già accreditate o contrattualizzate che operano, magari da anni e stabilmente, in detti settori, dall’altra, in completa difformità con i princìpi e i criteri direttivi sanciti prima dalla Legge Delega 227/21 in materia di disabilità, quindi dalla Legge Delega 33/23 in materia di politiche in favore delle persone anziane, nonché nei rispettivi Decreti Attuativi (Decreti Legislativi 62/24 e 29/24)».
Sono queste alcune delle questioni segnalate dall’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) attraverso il lavoro della propria Cabina di Regia e dell’Unità Tecnica di Supporto, relativamente alla Legge 118/22 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021), e al Decreto del Ministero della Salute del 19 dicembre 2022, attuativo della stessa, che intervenendo su alcune disposizioni del Decreto Legislativo 502/92, hanno comportato appunto l’estensione delle regole sulla concorrenza agli enti privati che erogano servizi sanitari e sociosanitari e, conseguentemente, anche agli Enti di Terzo Settore (il documento citato è disponibile integralmente a questo link).

«Questo documento – sottolineano dall’ANFFAS –, che è già stato trasmesso ai Ministeri competenti (Salute, Disabilità, Economia e Finanze) e alla Conferenza Unificata Stato Regioni, mette in luce numerose problematiche, tra cui la nuova proceduralizzazione selettiva per l’accreditamento di nuove strutture e per la stipula degli accordi contrattuali necessari al fine di erogare prestazioni sanitarie e socio sanitarie, elemento che può portare ad alcuni rischi generali per il sistema universalistico della Sanità e a rischi specifici per gli Enti del Terzo Settore, oggi accreditati e contrattualizzati, come ad esempio la sostenibilità finanziaria, distorsioni concorrenziali, una riduzione del pluralismo, la concentrazione dell’offerta, l’inadeguatezza della programmazione sanitaria). Si rendono quindi necessarie azioni volte ad evitare il rischio che le selezioni si trasformino in mere formalità burocratiche o in una simulazione delle procedure selettive in gare di appalto sic et sempliciter, poiché è indispensabile che vengano promossi qualità delle prestazioni ed efficacia dei servizi e in tale ottica, come si legge nel nostro documento, “L’attività delle strutture accreditate dovrà poi essere regolarmente monitorata, con particolare attenzione ai risultati delle prestazioni sanitarie e all’efficacia delle attività di controllo, a garanzia di elevati standard di qualità e sicurezza».

«Tali rischi – proseguono dall’ANFFAS – non sono puramente ipotesi, ma realtà confermate dalle prime applicazioni della normativa in alcune Regioni, che evidenziano un’impostazione valutativa basata non solo sull’analisi della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza delle prestazioni, ma, altresì, sull’offerta economica, introducendo un range tra uno sconto minimo (2%) e uno sconto massimo (5%) sulla tariffa delle singole prestazioni, a cui è attribuibile proporzionalmente un punteggio variabile da 1 a 5 punti. Si evince dunque come le riforme introdotte dal “Decreto Concorrenza” e dall’articolo 15 della Legge 118/22 siano una sfida significativa per gli Enti del Terzo Settore, che deve trovare le Regioni pronte a dare compiuta attuazione alle nuove previsioni normative, ma in un quadro di regole certe, chiare e coerenti con le finalità sopra richiamate, onde evitare effetti distorsivi e un’ulteriore parcellizzazione di un sistema, con inevitabile detrimento della qualità delle prestazioni e una potenziale penalizzazione proprio degli Enti di Terzo Settore più virtuosi che, piuttosto, vanno ulteriormente sostenuti e valorizzati nel proprio ruolo e funzione di soggetti a cui è deputata, per norma, l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, di rilievo costituzionale. Pertanto, quello che ora il Terzo Settore è chiamato a fare è mettere in atto una condivisa strategia proattiva di adattamento e innovazione, in modo da trasformare questi cambiamenti, rischi, criticità e paure in opportunità per migliorare la qualità dei servizi offerti e rafforzare il ruolo degli Enti di Terzo Settore nel settore socio-sanitario, ponendosi come soggetto che opera attivamente nel garantire il miglioramento della qualità dei servizi resi ai cittadini tanto in termini di efficienza quanto in termini di efficacia».

«Risulta quindi essenziale e fondamentale – concludono dall’ANFFAS – nell’ottica di garantire un sistema sanitario più equo, efficiente e sostenibile che abbia come primario obiettivo quello della qualità delle prestazioni rese ai cittadini, l’impegno collettivo degli enti che rappresentano l’interesse generale e la capacità di specializzazione e adattamento di tutti gli attori coinvolti, pur in un processo proconcorrenziale che, in assenza dei necessari e auspicati correttivi, rischia di vedere entrare in crisi l’intero sistema dei servizi sanitari e sociosanitari fino ad oggi garantito dagli Enti del Terzo Settore, non senza enormi sforzi e difficoltà».

Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.

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