È in programma nei prossimi giorni, diviso in due parti previste rispettivamente a Ravenna e a Bologna, l’evento finale del progetto In-VisIBLe (Inclusive and Innovative Learning Tool for Visually Impaired and Blind People, ovvero, letteralmente, “Strumento di apprendimento inclusivo e innovativo per persone con disabilità visiva”), iniziativa co-finanziata dal programma europeo Erasmus + e coordinata dall’Università di Bologna. Ma di cosa si tratta esattamente? Lo spiegano gli stessi coordinatori del progetto, a partire dall’evoluzione avuta negli anni più recenti dal tema dell’accessibilità.
«Negli ultimi decenni – spiegano infatti – il tema dell’accessibilità è stato il motore di una profonda rivoluzione che ha modificato radicalmente la società, portando un cambio di paradigma nella concezione dell’essere umano e dei rapporti con gli altri attraverso discipline e àmbiti diversi. Proprio per questi motivi, l’accessibilità è il cuore di una delle aree di azione della Strategia Europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. La cultura è uno dei molti contesti in cui si declina l’accessibilità, ma tra tutti è forse uno dei più cruciali, per la centralità che riveste nella crescita della persona e della società. Ciononostante, il livello di istruzione superiore delle persone con disabilità continua ad essere largamente inferiore rispetto a quello dei “normodotati”. Ad oggi, infatti, le persone con disabilità rappresentano in media solo poco più dell’1% degli studenti immatricolati nei corsi universitari, e la percentuale scende ulteriormente se si considerano gli studenti iscritti a Master di Primo e Secondo livello e Dottorati di Ricerca. Durante la recente pandemia, è divenuto ancora più drammaticamente evidente come l’accesso all’istruzione sia un fattore essenziale per promuovere uguali opportunità per tutti e non lasciare indietro le persone con disabilità e disagio sociale».
A questa urgente e crescente esigenza di inclusione, dunque, si è proposto di rispondere In-VisIBLe, promuovendo cioè l’accesso delle persone con bisogni speciali ai contenuti dei corsi universitari e di istruzione superiore, attraverso l’implementazione e l’uso di strumenti innovativi all’interno dei moduli didattici.
Il progetto, va detto, si è concentrato in particolare sulla disabilità visiva, con l’obiettivo di fornire un supporto agli oltre 30 milioni di persone cieche o ipovedenti attualmente presenti nei Paesi Europei nell’accesso all’istruzione e alla fruizione culturale, soprattutto nell’àmbito che sembrerebbe escluderli senza rimedio, vale a dire le cosiddette “arti visive”.
«Una vera didattica “inclusiva – proseguono dall’Università di Bologna – non dovrebbe essere incentrata unicamente sull’insegnamento agli studenti con disabilità visiva da parti di docenti dedicati o corsi speciali, ma al contrario l’educazione, in particolare quella superiore, dovrebbe essere la “scuola di tutti”, divenendo capace di offrire pari opportunità di apprendimento. Per aiutare quindi gli studenti/studentesse con disabilità visiva a capire e apprezzare le arti visive, in particolare quelle plastiche e architettoniche, possono essere impiegati una serie di strumenti ormai a disposizione di tutti (modelli e tavole tattili, moduli di intelligenza artificiale che riconoscono gli oggetti nello spazio e traducono le immagini in descrizioni sonore, moduli text-to-speech ecc.), ma raramente impiegati in maniera sistematica e sinergica. Ci siamo dunque proposti di introdurre per la prima volta tali strumenti all’interno dei corsi della didattica universitaria di Primo e Secondo Livello, creando dei moduli inclusivi e innovativi e dei MOOC (Massive Open Online Courses) di Storia dell’Architettura. Per raggiungere questi obiettivi, è stata prodotta una serie di strumenti educativi originali, ossia modelli virtuali 3D di architetture; tavole e modelli tattili di elementi architettonici e di edifici; un sistema di intelligenza artificiale in grado di riconoscere e descrivere le architetture; una piattaforma educativa interattiva su cui saranno accessibili a tutti e tutte i prodotti e gli strumenti del progetto. Per raggiungere inoltre la massima diffusione nell’uso di questi strumenti, sono state prodotte delle linee guida per la realizzazione e la stampa di modelli architettonici 3D accessibili ai non vedenti e linee-guida per rendere l’architettura e le arti visive ai non vedenti».
Come detto, dunque, l’evento finale di In-VisIBLe si dividerà in due parti, a partire dal workshop sul tema Design, Education and Accessibility. Pratiche ed esperienze a confronto, in programma martedì 25 giugno a Ravenna (Biblioteca Classense, ore 10-17.15), durante il quale si raccoglieranno progetti di Istituzioni, Enti e Associazioni per la promozione dell’accessibilità alla fruizione dei beni culturali da parte di persone con disabilità o in situazione di svantaggio, per costruire un momento di scambio e di confronto tra politiche ed approcci.
Mercoledì 26, invece, si terrà a Bologna (Sala dei Carracci di Palazzo Magnani, dalle 9.30) la conferenza internazionale che Design, Education and Accessibility. New Challenges in Innovation and Inclusion, nel corso della quale verranno appunto presentati i risultati di In-VisIBLe, mettendoli a confronto con altri progetti nazionali e internazionali di Università, Musei e Istituzioni, incentrati sull’innovazione e sull’inclusione, sui temi delle politiche, degli strumenti e del sostegno alla fruizione di contenuti culturali da parte delle persone con disabilità, oltreché delle ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e delle nuove tecnologie, per favorire l’inclusione nell’istruzione superiore, ma anche dei musei accessibili per le persone con bisogni speciali. (S.B.)
A questo link è disponibile il programma completo degli incontri del 25 e 26 giugno a Ravenna e Bologna. Per ogni ulteriore informazione: Valeria Friso (valeria.friso@unibo.it); Micaela Antonucci (micaela.antonucci@unibo.it).