Un progetto per sensibilizzare gli alunni e le alunne sulla disabilità visiva

«Invitiamo tutte le istituzioni scolastiche a considerare l’integrazione di questo nostro progetto nel prossimo anno scolastico»: a dirlo è Giuseppe Fornaro, presidente della Rete campana CIVES, nel lanciare, anche per il prossimo anno scolastico 2024-2025, il progetto didattico “A scuola imparo a guardare il mio amico”, rivolto ad alunni e alunne tra i 5 e i 13 anni, per sensibilizzarli sul tema della disabilità visiva, promuovendo l’inclusione e la comprensione attraverso una serie di attività pratiche, pensate per adattarsi alle diverse fasce d’età e ai differenti livelli di conoscenza
Utilizzo di tecnologia assistiva da parte di ragazzo con disabilità visiva
Utilizzo di una tecnologia assistiva da parte di un ragazzo con disabilità visiva

«Invitiamo tutte le istituzioni scolastiche a considerare l’integrazione di questo nostro progetto nel prossimo anno scolastico»: a dirlo è Giuseppe Fornaro, presidente della Rete campana CIVES, nel lanciare anche per il prossimo anno scolastico 2024-2025 il progetto didattico denominato A scuola imparo a guardare il mio amico, rivolto agli alunni tra i 5 e i 13 anni, per sensibilizzarli sul tema della disabilità visiva, promuovendo l’inclusione e la comprensione attraverso una serie di attività pratiche, pensate per adattarsi alle diverse fasce d’età e ai differenti livelli di conoscenza, con l’obiettivo appunto di far comprendere le sfide e le potenzialità delle persone con disabilità visiva.

Nel dettaglio, il progetto comprende un brainstorming interattivo, ovvero una fase iniziale per valutare e discutere le conoscenze dei bambini/bambini sul mondo dei non vedenti; laboratori ludici, ossia attività utili a insegnare il codice Braille e le tecniche di orientamento, attraverso giochi sensoriali che coinvolgono suoni, odori e gusti; dimostrazioni pratiche, mostrando l’utilizzo di tecnologie assistive, quali computer e smartphone, da parte di persone con disabilità visive; e ancora, attività con ausili tiflodidattici, per dimostrare l’utilità anche per gli studenti vedenti degli strumenti pensati per non vedenti; lettura di libri tattili, coinvolgendo anche il tatto, oltre alla vista, per condividere un’esperienza inclusiva; e infine, attività sportive adattate per promuovere l’inclusione attraverso il gioco.

«L’obiettivo principale di A scuola imparo a guardare il mio amico – aggiunge Fornaro – è segnatamente quello di abbattere i pregiudizi e gli stereotipi, mostrando ai bambini e alle bambine che la diversità è una risorsa preziosa, non un limite. Attraverso queste attività, infatti, ci proponiamo di diffondere una cultura dell’inclusione e del rispetto reciproco, arricchendo il tessuto sociale delle scuole e delle comunità locali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni o anche per organizzare un incontro conoscitivo: segreteriacives@gmail.com.

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