Dal 3 al 7 luglio si svolgerà a Trieste la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia, dal titolo Al cuore della democrazia, organizzata dall’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) della Chiesa cattolica. I temi, le attività e i dibattiti previsti saranno di estremo interesse e attualità, come si può verificare scorrendo l’intenso programma (disponibile a questo link). Si andrà infatti dai problemi della povertà educativa a quelli del clima, dall’umanizzazione delle carceri all’accoglienza dei migranti, dalla lotta alle cause della povertà all’impegno politico e per la pace. Interessante pure lo svolgimento dei lavori: si passerà da un’iniziale meditazione biblica alle relazioni magistrali, per dividersi poi in Lavoratori di partecipazione al mattino e nelle Piazze della democrazia il pomeriggio, in cui i diversi temi verranno discussi dai numerosi partecipanti, delegati dalle associazioni, dalle parrocchie e dalle diocesi; i lavori si concluderanno ogni sera con spettacoli teatrali, musicali e d’intrattenimento, anche con la partecipazione di comici di fama internazionale.
Un momento importante, nella serata del 5 luglio, si avrà con uno spettacolo teatrale sulla pace, dedicato all’esperienza di Raoul Follereau, che ha speso la propria esistenza a testimoniare la povertà e la non violenza di Gesù nel dialogo con i fratelli di ogni fede religiosa.
I lavori si apriranno nel pomeriggio del 3 luglio, con l’intervento e il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si concluderanno nella mattinata del 7 mattina con l’arrivo e il discorso di Papa Francesco.
Il tema prescelto – Al cuore della democrazia – è di grande attualità, tenuto conto dell’aumento dell’astensione elettorale e della crescita delle “destre estreme” in tutti i Paesi democratici del mondo, nonché dell’irresistibile crescente diseguaglianza tra Paesi ricchi e poveri, oltreché tra un numero sempre più piccolo di grandi ricchi e una sempre più ampia fascia di ceti medi e popolari che si impoveriscono.
La Settimana Sociale, va ricordato, si colloca al centro del biennio di “cammino sinodale”, voluto da Papa Francesco in vista dell’Anno Santo che sarà celebrato nel 2025.
Per quanto riguarda i problemi della scuola, essi verranno specificamente affrontati durante la giornata del 4 luglio, e chi scrive ha partecipato, in rappresentanza del MAC (Movimento Apostolico Ciechi), Associazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ad un gruppo di lavoro dedicato proprio alle sfide della scuola, composto da organizzazioni aderenti alla CNAL (Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali).
La sintesi dei lavori di tale gruppo verrà illustrata, come detto, nel pomeriggio del 4 luglio, durante la Piazza della democrazia dedicata alla scuola e in essa vi sarà spazio anche ai problemi dell’inclusione scolastica delle persone con disabilità. In tal senso, suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con Disabilità della CEI, con la quale Superando ha recentemente pubblicato un’interessante intervista sull’impegno della stessa CEI, specie dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, svoltosi dal 1963 al 1965, mi ha comunicato che durante i giorni della Settimana Sociale, saranno allestiti tre stand permanenti concernenti l’inclusione ecclesiale e sociale delle persone con disabilità (Pastorale; Transizioni di vita: ad esempio lavoro, scuola…; Sport, tempo libero), nei quali saranno sempre presenti volontari delle diverse organizzazioni per illustrare una serie di documenti e materiali.
In un momento in cui in Italia abbiamo dovuto assistere a dichiarazioni ufficiali contro l’inclusione scolastica da parte di personalità famose come il professor Galli della Loggia e il generale Vannacci, oltre ad assistere impotenti all’inerzia da quasi un anno dell’Osservatorio sull’Inclusione Scolastica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ritengo sia importante che l’Ufficio della Pastorale della CEI richiami l’attenzione sui rischi di “ritorno indietro” dell’inclusione scolastica che il professor Dario Ianes, con la sua consueta lucidità, ha definito «il DNA della scuola italiana».
Personalmente mi auguro venga espressamente discusso a Trieste pure il tema dello jus scholae – assai importante, ma spesso contrastato da una visione “miope” – cioè del diritto alla cittadinanza italiana per giovani stranieri con e senza disabilità che abbiano frequentato con profitto le scuole italiane.
Anche il MAC, facendosi portavoce del desiderio manifestato da sempre dal mondo della disabilità, ha chiesto alla CEI – e ne ho scritto recentemente su queste stesse pagine – di volersi fare latrice presso la Santa Sede della pressante richiesta proveniente dal nostro mondo religioso e laico della disabilità, di sottoscrivere la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, espressamente avvalendosi del diritto di escludere espressamente dalla firma quelle clausole ritenute incompatibili con la dottrina cattolica, come espressamente previsto dalla Convenzione stessa.
Questa sottoscrizione sarebbe un argine autorevole al rischio di emarginazione delle persone con disabilità, ovunque crescente a causa dell’avanzare di un’erronea logica capitalistica dominata dall’ossessione del profitto assoluto e dell’“abilismo”, ciò che crea una discriminazione multipla anche nei confronti delle donne con disabilità.