Occupabilità qualificata in àmbito digitale per persone con disabilità

Sono in pieno svolgimento le attività del progetto “Accademia OL3D”, iniziativa promossa dall’Associazione romana Abili Oltre, volta a favorire l’occupabilità “qualificata”, in àmbito digitale, delle persone con disabilità e in situazione di svantaggio sociale. Tra lezioni affidate a docenti esperti e visite alle imprese dell’innovazione digitale della Capitale, i partecipanti si preparano dunque all’esame per il riconoscimento della certificazione internazionale di abilitazione digitale ICDL, potendo quindi poi proporsi per un posto di lavoro qualificato

Accademia OL3D

Partecipanti al progetto “Accademia OL3D”

Avevamo già presentato, qualche mese fa, il progetto Accademia OL3D, iniziativa realizzata dall’Associazione romana Abili Oltre, con il contributo delle Fondazioni Prosolidar e FIBA e la collaborazione dell’AICA (Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) e dell’Assessorato alla Scuola, alla Formazione e al Lavoro di Roma Capitale, esito di un lungo percorso, volto a favorire l’occupabilità “qualificata”, in àmbito digitale, delle persone con disabilità e in situazione di svantaggio sociale.
Avviata dunque nel maggio scorso, l’iniziativa si sta articolando in una serie di lezioni (a partecipazione gratuita) affidate a docenti esperti, nonché in visite alle imprese dell’innovazione digitale della Capitale, il tutto con l’obiettivo di prepararsi all’esame per il riconoscimento della certificazione internazionale di abilitazione digitale ICDL e andare quindi a proporsi ad aziende ed enti pubblici e privati, con l’assistenza di Abili Oltre e dei partner dell’Associazione, per un posto di lavoro qualificato.

«Con Accademia OL3D – sottolinea Marino D’Angelo, presidente di Abili Oltre – vogliamo dare vita alla necessità di vivere l’innovazione digitale come un’opportunità di inclusione sociale e lavorativa, per dare concretezza al diritto di tutti e tutte ad un lavoro che garantisca realizzazione personale e benessere sociale, ognuno con le proprie possibilità».
«Quello che fino a qualche anno era impensabile – aggiunge – è oggi realtà quotidiana: possiamo leggere senza vedere, scrivere senza digitare, zappare senza muovere le braccia, lavorare senza muoverci da casa. Ma se vogliamo assicurare benessere diffuso e giustizia sociale, dobbiamo saperlo fare tutte e tutti, ognuno con le proprie possibilità e senza pregiudizi. Perché la diversità non può essere un limite, ma solo l’esigenza di una diversa rotta verso l’accessibilità ai diritti umani». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa.ol3d@gmail.com.

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