Sorda, da un momento all’altro. Era il 2012 ed Elisa Paganelli, affermata vocal producer, si è ritrovata in un mondo silenzioso nel giro di una notte, senza una causa ben precisa. All’iniziale comprensibile disperazione, si era aggiunto il dolore di non riuscire più ad ascoltare e fare musica, una passione che è sempre stata il cuore della sua esistenza, oltre che il suo lavoro. Così Elisa «ha iniziato un viaggio di rinascita, trasformando la sua tragedia personale in una nuova missione di vita», scrive Filippo Visentin, raccontandoci la storia di questa giovane donna che oggi ha abbracciato la musicoterapia, trovando un nuovo modo di vivere e condividere la musica con i più piccoli e con le persone con disabilità, grazie anche alla nascita del figlio che le ha regalato una nuova sensibilità. «In questo risiede la magia della sua storia: la scoperta che la sordità non è solo una perdita, ma una porta aperta verso un mondo diverso e profondo». (Stefania Deelendati)
La vita di Elisa Paganelli è cambiata in una notte. Da affermata vocal producer, immersa nelle melodie che amava, si è trovata all’improvviso avvolta dal silenzio. Era il 2 luglio 2012, quando, durante le prove per un tour con Mario Lavezzi e Ornella Vanoni, il mondo sonoro di Elisa si è spento. Quella che doveva essere una giornata di lavoro come tante si è trasformata in un incubo: svenuta in sala prove, si è risvegliata in ospedale priva dell’udito.
La diagnosi medica non ha saputo fornire risposte chiare, solo un termine vago: ipoacusia improvvisa. Ma per Elisa, quella mancanza di diagnosi rappresentava un’assenza ancora più grande, quella della sua amata musica. La disperazione iniziale è stata profonda, il dolore acuto. Come continuare a vivere quando il suono, il cuore della tua esistenza, scompare?
Ma Elisa Paganelli non è una persona comune. Mentre mi parla mi arriva subito la sua simpatia, il suo sorriso contagioso e la voce, che anche nel racconto del suo dramma trasmette serenità e voglia di vivere; mi racconta di avere trascorso ore nel suo studio, provando e riprovando ad ascoltare ogni nota del suo pianoforte digitale e di avere scoperto che la musica non vive solo nelle orecchie, ma ti può risuonare in tutto il corpo, attraverso le vibrazioni. Si è fatta tatuare all’altezza del cuore il punto dove ora sente il “do”, come a ricordarsi che la musica non ha mai smesso di scorrerle nelle vene.
Elisa ha iniziato un viaggio di rinascita, trasformando la sua tragedia personale in una nuova missione di vita. In questo risiede la magia della sua storia: la scoperta che la sordità non è solo una perdita, ma una porta aperta verso un mondo diverso e profondo.
Con il tempo ha abbracciato la musicoterapia, trovando un nuovo modo di vivere e condividere la musica. Si è specializzata nel lavorare con i più piccoli e con persone con disabilità, portando avanti un impegno sincero per un’inclusione vera e non di facciata. Ha creato Le Musicoccole, un percorso di musicalità pensato per favorire lo sviluppo armonico dei bambini e la relazione affettiva con i loro genitori.
La maternità ha aggiunto un nuovo capitolo alla sua storia. La nascita del figlio Gregorio l’ha ispirata ad esplorare ulteriormente il potere della musica nella prima infanzia. Sempre attraverso Le Musicoccole ha ideato e promosso attività che non solo favoriscono lo sviluppo musicale dei bambini, ma rafforzano anche il legame emotivo tra genitori e figli.
Elisa ha saputo integrare la sua esperienza di madre con le competenze di musicoterapeuta, creando un ambiente dove la musica diventa un linguaggio universale di amore e connessione.
Il suo percorso nella musicoterapia è stato arricchito dall’incontro con Giulia Cremaschi Trovesi, una figura di rilievo internazionale in questo campo. Elisa ha studiato presso l’Associazione Pedagogia Musicale e Musicoterapia di Cremaschi Trovesi, dove ha appreso non solo le tecniche cliniche della musicoterapia, ma anche l’importanza della relazione umana. Questo approccio umanistico ha profondamente influenzato il suo lavoro, permettendole di vedere ogni persona, ogni bambino come un individuo unico con cui instaurare una connessione autentica. Nel suo studio utilizza strumenti innovativi come la pedana sensoriale, che permette ai bambini, attraverso un sofisticato sistema di autoparlanti, di percepire le vibrazioni della musica con tutto il corpo. Questo metodo è particolarmente efficace con bambini sordi o con disabilità gravi, offrendo loro un modo nuovo e profondo di sperimentare il suono.
Il calore di Elisa, la sua capacità di sorridere nonostante le avversità, l’ironia con cui affronta la vita, tutto di lei trasmette una lezione profonda. Elisa non solo canta ancora, ma utilizza la propria esperienza per aiutare gli altri a scoprire la bellezza della musica, indipendentemente dalle barriere. Ogni suo incontro, virtuale o di persona, è un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, per riflettere su se stessi e sulle proprie possibilità.
Il suo percorso è una sinfonia di speranza, di scoperta e di connessione umana. Elisa ha trasformato il silenzio in una nuova melodia, che vibra nel cuore e nell’anima. E mentre insegna ai suoi allievi, sordi e udenti, a percepire la musica con tutto il corpo, continua a dimostrare che la vera forza risiede nell’accettare e trasformare le nostre sfide più grandi.
La sua vita è la prova che, anche nel silenzio più profondo, si può trovare una musica ancora più bella.