Con il voto di fiducia posto dal Governo sulla Proposta di Legge di conversione del Decreto Legge 71/24 (Disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca) e con la conseguente approvazione alla Camera, sia pure con qualche emendamento al testo originario degli articoli 6 e 7 concernenti l’inclusione e il sostegno, cadono tutte le speranze di possibili emendamenti migliorativi agli articoli 6 e 7 del Decreto medesimo. Infatti il Senato lo approverà domani, 23 luglio (alle ore 11), così com’è adesso e con la medesima procedura della fiducia, ciò che farà decadere tutti gli emendamenti non voluti dal Governo e quindi con l’approvazione del testo emendato alla Camera.
Anche il presidio di protesta del 16 luglio a Roma, promosso dal Collettivo dei Docenti di Sostegno specializzati con i normali TFA (Tirocini di Formazione Attiva) di 60 Crediti Formativi Universitari, come pure l’assemblea preannunciata dagli stessi per il 30 luglio, non sortiranno alcun effetto pratico, rimanendo solo una testimonianza importante di contestazione politica del Decreto Legge. E nemmeno l’appello lanciato da alcune liste di discussione, come quella di Suggerimenti per una didattica della vicinanza (suggerimenti-per-una-didattica-della-vicinanza@googlegroups.com) o del CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno), rivolto ai circa 85.000 supplenti di sostegno senza titolo di specializzazione e ai docenti con titolo di specializzazione conseguito all’estero, di rinunciare al beneficio garantito dagli articoli 6 e 7 del Decreto 71/24 (acquisizione della specializzazione con un numero di Crediti Formativi Universitari dimezzato o comunque abbondantemente ridotto), sembra concretamente privo di effetti pratici. Sarà infatti difficile, per non dire impossibile, che si rinunci ad un “miracolo per grazia ricevuta”.
A questo punto, l’unica soluzione corretta, sia per i docenti già specializzati correttamente, sia per il Ministero, nonché per i prossimi beneficiari, sembrerebbe lo stralcio degli articoli 6 e 7 dall’approvazione del Decreto 71/24 al Senato, con un rapido passaggio alla Camera in seconda lettura prima del 31 luglio prossimo, data definitiva di conversione in legge del Decreto, pena la decadenza di esso. Questo stralcio non azzererebbe le proposte contenute negli articoli 6 e 7, ma solo ne permetterebbe una discussione più pacata e meno frettolosa e quindi con possibili correttivi invocati da più parti.
Una motivazione giuridica e politica a questa soluzione si può rinvenire nel fatto che con l’emendamento 7 bis apportato all’articolo 7 del Decreto, i tempi per l’attuazione degli articoli 6 e 7 slitteranno più o meno di oltre cinque mesi. Tale emendamento, infatti, prevede una complessa e articolata procedura legislativa e amministrativa che cambierà la natura stessa dell’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione, Ricerca Educativa), ossia dell’Ente che dovrà occuparsi dei crediti integrativi necessari a concedere la specializzazione per i circa 85.000 aspiranti previsti da tali norme. A ciò si aggiungano i tempi necessari per il reperimento e la formazione dei numerosi esperti che dovrebbero svolgere tali Crediti Universitari integrativi.
Se così è – e non può essere diversamente – con il citato emendamento 7 bis viene meno il requisito di “necessità e urgenza” richiesto dalla Costituzione per i Decreti Legge. Pertanto, non prendere in considerazione questa osservazione rischia di avallare la possibile e probabile censura di incostituzionalità della legge di conversione del Decreto 71/24.
Questa soluzione, poi, oltre ad evitare l’appena menzionato possibile contenzioso costituzionale, che rischierebbe di travolgere o comunque di ritardare le altre parti importanti del Decreto (per le quali invece i requisiti della necessità e dell’urgenza rimangono validi), eviterebbe anche un conflitto giuridico per tutti. Infatti, sui contenuti degli articoli 6 e 7 si potrebbe riflettere con più calma, senza preconcetti ideologici e con maggior ragionevolezza circa le diverse e talora contrapposte esigenze.
Ci si augura dunque che il Governo voglia adottare questa soluzione che, senza danneggiare la qualità dell’inclusione scolastica, come fortemente temuto dalla SIPES (Società Italiana di Pedagogia Speciale) e da molti altri esperti, e accogliendo la richiesta delle famiglie degli alunni con disabilità, nonché degli attuali docenti regolarmente specializzati, si limiterebbe solo a rinviare un’accettabile soluzione per gli insegnanti attualmente avvantaggiati dall’applicazione dei citati articoli 6 e 7 del Decreto.
Invito dunque caldamente e insistentemente, a titolo esclusivamente personale, tutti quanti crediamo nella qualità dell’inclusione scolastica a chiedere con assoluta urgenza al Governo e al Senato di voler domani stralciare gli articoli 6 e 7 del Decreto Legge 71/24, e dopo tale stralcio, di rimandare per un breve passaggio in seconda lettura alla Camera il testo della legge di conversione. Il tutto può avvenire serenamente entro il 31 luglio, data ultima, come detto, di conversione del Decreto Legge.
Inviamo quindi urgentemente a Governo e Senato la richiesta di stralcio degli articoli 6 e 7 del Decreto Legge 71/24!