Ho 53 anni, abito nella Provincia di Napoli e sono diventato non vedente in età adulta. L’assenza della vista, tuttavia, non mi impedisce di avere una vita autonoma; sono una persona socievole e intraprendente, appassionata di tecnologia e con il desiderio di avere una vita indipendente come tutti gli altri.
Al fine dunque di raggiungere la mia indipendenza, mi sono messo alla ricerca di un’abitazione per conto mio. Nella ricerca della casa dei miei sogni, sono stato supportato dalla mia famiglia, in particolare da mia sorella, che ha trovato un annuncio che sembrava farsi al caso mio. Dopo avere visto assieme a lei le foto e dopo avere letto l’annuncio con la descrizione dell’immobile, ho pensato che quella casa fosse quella giusta.
La gestione dell’affitto della casa in questione è affidata ad un’agenzia e ne conosco la proprietaria che è farmacista nel mio paese. Premetto che sia l’agenzia immobiliare che la proprietaria sono perfettamente a conoscenza della mia disabilità visiva, ma onde evitare malintesi, li ho messi a conoscenza della mia situazione già durante la nostra prima conversazione telefonica.
Inizialmente non sembrava che la mia disabilità visiva costituisse un problema per la proprietaria, infatti l’agenzia mi ha fissato un appuntamento per vedere la casa e dopo esserci stato insieme a mia sorella e a mio cognato, e avere girato in lungo e in largo, salendo e scendendo le scale in completa autonomia, ho deciso che quella casa fosse veramente quella dei miei sogni. A quel punto l’agenzia mi ha spiegato le procedure e i documenti che dovevo consegnare, mentre, da parte mia, ho chiesto all’agente immobiliare se potevo prendermi una giornata di tempo, per decidere se prendere o meno la casa.
Sono una persona entusiasta di natura e quindi, dopo avere deciso che avrei preso la casa, mi sono affrettato a preparare i documenti da presentare per la firma del contratto. Ho perciò chiamato l’agenzia e qui è arrivata la comunicazione che mi ha lasciato di ghiaccio: la casa non poteva essere affittata, a causa della mia disabilità visiva! Nel frattempo, infatti, la proprietaria si era rivolta a un avvocato che aveva detto di bloccare tutto l’iter, in quanto, a suo dire, l’immobile avrebbe dovuto essere reso accessibile ai non vedenti… E se poi fossi caduto dalle scale, chi si sarebbe preso la responsabilità? Beh, visto che ho 53 anni suonati, ovviamente è sottinteso che la responsabilità me la prenderei io! Sapendo poi di discriminarmi, la proprietaria ha detto di avere affittato la casa alla cugina, ma come mai non me l’aveva detto il giorno prima?
Il fatto è che nessuno crea problemi alle persone che ci vedono e sono apparentemente “perfette”, mentre noi non vedenti dobbiamo lottare per avere qualsiasi cosa dalla più piccola alla più grande!
Ad aiutarmi a raccontare questa storia è stata Arianna Colonello, persona ipovedente dalla nascita, che ricorda come l’ignoranza sia diffusa da Nord a Sud del nostro Paese, perché purtroppo poche persone conoscono e vogliono conoscere la disabilita visiva per quella che è realmente.
E così resto con il mio stupore e ancora senza una casa tutta mia!
Ringraziamo Arianna Colonello per la collaborazione.