Il Premio Nobel per la Pace Mukwege e le persone con disabilità in guerra

Ginecologo da anni al fianco delle vittime di stupro, che nel corso della sua carriera ha curato più di 50.000 donne e bambine nella Repubblica Democratica del Congo, Paese martoriato dalla guerra in cui la violenza sessuale è utilizzata come “arma”, Denis Mukwege, Premio Nobel per la Pace 2018, è stato protagonista ad Ascea (Salerno) dell’incontro “Il volto della pace – La protezione delle persone con disabilità in guerra”, promosso da DPI Italia, dal MOVICA e dall’Associazione Radici Eleatiche

Denis Mukwege

Denis Mukwege, Prremio Nobel per la Pace 2018

Ginecologo da anni al fianco delle vittime di stupro, Denis Mukwege, Premio Nobel per la Pace 2018, nel corso della sua carriera ha curato più di 50.000 donne e bambine nella Repubblica Democratica del Congo, Paese dell’Africa martoriato dalla guerra in cui la violenza sessuale è utilizzata come “arma”. Mukwege ha anche fondato il Panzi Hospital di Bukavu, struttura che soccorre donne che quotidianamente subiscono violenze sessuali.
Nonostante le minacce subite dai gruppi armati del Paese, il Premio Nobel continua instancabilmente a impegnarsi nell’assistenza di queste persone che vivono un trauma fisico, morale e psicologico, senza limitarsi alle cure e al supporto medico, ma avviando anche un vero e proprio dibattito – nel suo Paese e all’estero – per porre fine alle violenze che ormai da trent’anni interessano il Congo, territorio ricco di risorse primarie contese dalle potenze mondiali.

L’11 agosto scorso Mukwege è stato protagonista ad Ascea (Salerno) dell’incontro denominato Il volto della pace – La protezione delle persone con disabilità in guerra, promosso da DPI Italia (Disabled Peoples’ International), dal MOVICA (Movimento per la Vita Indipendente delle persone con Disabilità della Campania) e dall’Associazione Culturale Radici Eleatiche, in collaborazione con il Comune di Ascea e con il patrocinio della Diocesi di Vallo della Lucania.
«Le donne sono il perno della società. Quando distruggi le donne, distruggi la società», ha affermato per l’occasione Mukwege, sottolineando poi che «le guerre sono alimentate da un’economia di guerra. Ma insieme, dando voce a chi soffre, possiamo invertire la rotta e creare economie di pace».
«La sua presenza nella nostra comunità – hanno commentato i promotori dell’incontro – ci ha riempito d’orgoglio, perché Mukwege è un uomo straordinario che ha dedicato la sua vita alla giustizia e alla dignità umana».

Moderato da Maria Teresa Scarpa, sindaca di Gioi (Salerno), l’incontro ha potuto contare sui saluti istituzionali di Stefano Sansone, sindaco di Ascea, Marcello D’Aiuto, presidente della Fondazione Alario che ha ospitato l’evento, Adriano Guida, referente dell’Èquipe Pastorale Sociale – Settore Giustizia e Pace e Tommaso Di Napoli, governatore dei Lions International – Distretto 108 Ya.
Sono quindi intervenuti Giampiero Griffo, membro del consiglio mondiale di DPI, Maria Rosaria Duraccio, presidente di DPI Italia, Mauro D’Angiolillo, presidente dell’Associazione Radici Eleatiche, Vincenzo Pizza, delegato alla Cultura del Comune di Ascea, Dino Angelaccio, presidente dell’Associazione ITRIA (Itinerari Turistico-Religiosi Interculturali Accessibili) ed Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. (S.L. e S.B.)

Il presente testo è il riadattamento di un contributo apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa). Per gentile concessione.

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