Inclusione scolastica: pronti a difendere i traguardi e i diritti conquistati

«Questo è un precedente pericoloso che ci mette in allarme alla vigilia del rientro sui banchi di scuola. Proprio quando si pensa di avere fatto dei passi avanti in termini di inclusione, ci troviamo invece a dover difendere i traguardi e i diritti conquistati. Ma le associazioni e le famiglie che rappresentiamo sono allenate a questo e veglieremo compatti sui diritti degli studenti con disabilità, difendendoli con tutti i mezzi a nostra disposizione»: lo dichiara Martina Fuga, presidente del CoorDown, a commento di quella recente Sentenza del Consiglio di Stato che tanto sta facendo discutere

Sulla recente Sentenza del Consiglio di Stato 7089/24 che tanto sta facendo discutere (si leggano nel box in calce i testi da noi dedicati a tale tema), riceviamo e ben volentieri pubblichiamo il seguente contributo dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down).

Bimbo in carrozzina nel giardino di scuola che guarda i compagniÈ un precedente preoccupante quello stabilito dal Consiglio di Stato in merito al ricorso di una famiglia di un alunno con disabilità a cui sono state ridotte le ore di assistenza scolastica previste dal Piano Educativo Individualizzato (PEI), un precedente che rischia di legittimare gli Enti Locali a fare in futuro scelte al ribasso nell’assegnazione delle ore sulle spalle delle alunne e degli alunni con disabilità.
Con la Sentenza 7089/24, infatti, il Consiglio di Stato ha stabilito il principio che in tema di ore di assistenza scolastica assegnate allo studente con disabilità previste nel PEI, sia necessario subordinare il diritto all’inclusione scolastica ai limiti di bilancio degli Enti Locali.
Come CoorDown, reputiamo inaccettabile una simile impostazione, si tratta di un regresso nel campo dell’inclusione scolastica e un ritorno al passato che rischia di cancellare i passi in avanti faticosamente percorsi negli ultimi tempi anche grazie alle battaglie portate avanti dal mondo associativo. Si rischia in questo modo di far pesare sulle persone con disabilità l’incapacità di definire in maniera adeguata alle necessità i capitoli di bilancio da parte delle Amministrazioni Locali alle quali, in casi come questi, sono da ascrivere invece le responsabilità per la carenza di fondi.

Alla luce di quanto affermato dalla Costituzione e della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [tramite la Legge 18/09, N.d.R.], la comunità di persone con disabilità e le loro famiglie ritenevano fosse ormai superato il paradigma dell’assistenzialismo, riconoscendo la tutela dei diritti anche all’interno del recente Decreto Legislativo 62/24 attraverso il quale si propongono l’attivazione di sostegni utili al pieno esercizio dei diritti e la rimozione degli ostacoli alla partecipazione di ciascuno alla vita sociale, culturale e politica nei vari contesti di vita liberamente scelti dalla persona.
Il principio emerso dalla Sentenza 7089/24 si pone in netto contrasto con quanto, invece, affermato dalla Corte Costituzionale nella Sentenza 275/16 che, al contrario, prevede espressamente che il diritto allo studio degli alunni con disabilità prevalga sui vincoli di bilancio, con la conseguenza che il Consiglio di Stato finisce con il declassare un “diritto incomprimibile” a semplice “interesse legittimo”, facendo predominare le compatibilità di bilancio dei Comuni e delle Città Metropolitane rispetto al diritto all’inclusione scolastica e sociale degli alunni con disabilità.
Riteniamo inoltre quanto meno fuorviante il richiamo nella citata Sentenza del Consiglio di Stato al principio dell’accomodamento ragionevole, previsto dalla Convenzione ONU e recepito dal citato Decreto Legislativo 62/24, posto che detto accomodamento dovrebbe essere uno strumento a tutela delle persone con disabilità, mentre in tale contesto viene utilizzato espressamente per legittimare interventi contro le stesse!
Apprezziamo il disappunto manifestato dalla ministra per le disabilità Locatelli. Un futuribile diverso orientamento del Consiglio di Stato in Adunanza Generale potrebbe orientare diversamente l’applicazione delle norme in modo più favorevole. Ma non essendo questa ipotesi di agevole attuazione, riteniamo che la soluzione debba essere innanzitutto politica e strategica, immettendo le necessarie risorse e attuando misure che garantiscano inclusione e pari opportunità.

«Questo – dichiara la nostra presidente Martina Fuga – è un precedente pericoloso che ci mette in allarme alla vigilia del rientro sui banchi di scuola. Proprio quando si pensa di avere fatto dei passi avanti in termini di inclusione, ci troviamo invece a dover difendere i traguardi e i diritti conquistati. Le associazioni e le famiglie che rappresentiamo, in questa occasione unanimi nel prendere le distanze da questa Sentenza, sono allenate a questo e veglieremo compatti sui diritti degli studenti con disabilità, difendendoli con tutti i mezzi a nostra disposizione».

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