Anche loro a vogare sul Danubio con la maglia azzurra!

Il 31 luglio, ovvero in coincidenza con un giorno luminoso per il canottaggio italiano alle Olimpiadi di Parigi, si è conclusa a Vienna la nuova “Discesa a remi del Danubio da Schlögen a Vienna”, iniziativa durante la quale a percorrere 259 chilometri di voga in sei tappe sono stati le atlete e gli atleti Master del Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma, di età media di 55 anni, insieme ad atlete e atleti con disabilità italiani, austriaci e tedeschi. E anche loro, in questa edizione dell’iniziativa, vestivano la maglia azzurra!
2024: "Discesa a remi del Danubio da Schlögen a Vienna"
Foto di gruppo per l’arrivo a Vienna della “Discesa a remi del Danubio da Schlögen a Vienna”

Il 31 luglio, ovvero in coincidenza con un giorno luminoso per il canottaggio italiano, che ha visto l’equipaggio del 4 di coppia aggiudicarsi la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi, si è conclusa a Vienna la sesta e ultima a tappa della nuova Discesa a remi del Danubio da Schlögen a Vienna [se ne legga anche la nostra presentazione, N.d.R.], iniziativa durante la quale a percorrere 259 chilometri di voga in sei tappe sono stati le atlete e gli atleti Master del Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma, di età media di 55 anni, insieme ad atlete e atleti con disabilità italiani, austriaci e tedeschi.
Internazionali e misti, quindi, sono stati gli equipaggi che hanno affrontato con successo la regata e tra le persone con disabilità – non vedenti, ipovedenti e un’atleta che ha perso l’uso delle gambe –, che hanno affiancato i Master in questa sesta edizione, ci sono stati esattamente gli austriaci Nathalie Podda e Gerarld Ziniel, con gli accompagnatori, dal Donauhort Ruderverein di Vienna, Ramona Gelber dalla Germania, Marco Carapacchio e Daniela De Blasis, timoniera, dal pararowing del Circolo Canottieri 3 Ponti. Dal canto suo, De Blasis aveva concluso con la quarta tappa la sua avventura danubiana di quest’anno, con un’ottima prestazione al timone e un surplus di energia che ha saputo regalare al suo e agli altri equipaggi.

Partite da Schlögen il 26 luglio, le quattro barche da 8 con hanno quindi raggiunto Vienna in sei tappe (Schlögen-Linz, Linz-Grein, Grein-Melk, Melk-Dürnstein, Dürnstein-Tülln e Tülln-Vienna), vogando in ogni tratto rispettivamente per 57, 54, 45, 29, 44 e infine 30 chilometri.
Buone le prestazioni degli equipaggi fin dalla prima tappa, e così nelle altre. Nonostante le personali limitazioni fisiche di alcuni atleti e la presenza di altri alla loro prima volta sul Danubio, gli equipaggi hanno saputo integrarsi, sostenersi, e fare delle difficoltà incontrate – correnti, venti forti, traffico fluviale intenso, manovre difficili in prossimità delle numerose chiuse, fatica – opportunità di crescita personale, diventando maggiormente confidenti nella loro prestazione. Ha aiutato certamente una preparazione certosina e la lunga esperienza degli organizzatori, i tecnici federali di canottaggio Riccardo Dezi e Giulia Benigni, così come la dedizione e competenza degli altri membri dello staff, che in questa edizione sono stati Antonio Schettino e Catalin Blaj. Tutti loro hanno seguito gli equipaggi per l’intero tragitto su un motoscafo d’appoggio, a volte insieme alla polizia fluviale che ha scortato in alcune tappe a sua volta le barche. Il Governo austriaco, infatti, ha riconosciuto già dalle precedenti edizioni il valore sociale di questa manifestazione sportiva, cui assicura il proprio sostegno. Proficua, inoltre, è stata l’interazione con il circolo austriaco coinvolto, il Donauhort Ruderverein viennese, e con Florian Kremslehner, accompagnatore di un atleta cieco, che ha aperto agli atleti le porte di magnifici luoghi storici e molto altro, contribuendo a rendere l’evento sportivo anche un’occasione di turismo consapevole.

«Edizione dopo edizione – sottolinea Riccardo Dezi, presidente del Circolo Canottieri 3 Ponti – il gruppo sul Danubio riesce sempre a sorprenderci positivamente. Vediamo che il livello cresce, specchio di un miglioramento crescente delle prestazioni anche a Roma, durante gli allenamenti quotidiani e le competizioni cui partecipiamo. Questo si riflette quindi anche in una discesa complessa come questa, dove il gruppo resta unito, si muove velocemente, si dimostra capace di superare gli ostacoli». E anche Giulia Benigni si è detta «molto soddisfatta dei progressi compiuti da ogni atleta nell’arte del remo».
Un forte messaggio di solidarietà e di abbattimento delle barriere è quanto esprime questa particolare manifestazione, che comincia ormai a vantare una solida tradizione, mettendo in barca sportive e sportivi diversi per lingua, età e condizioni fisiche, in un’ottica inclusiva che, per altro, caratterizza tutte le attività del Circolo Canottieri 4 Ponti fin dalla sua fondazione. Un obiettivo che ha portato all’incondizionato appoggio della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, interessata a sostenere iniziative che promuovano i valori dello sport per tutti.

In una bella giornata come quella del 31 luglio, dunque, quando grazie alle Olimpiadi il canottaggio è entrato nel cono di luce dell’attenzione del grande pubblico, avere portato a termine in sei giorni con l’arrivo a Vienna questa impresa remiera, con equipaggi così eterogenei, ha riempito di orgoglio gli organizzatori, i tecnici, lo staff, tutte le iscritte e gli iscritti al Circolo Canottieri 3 Ponti e naturalmente le atlete e gli atleti che l’hanno tentata e compiuta. Che, comunque, vestivano anche loro, in questa edizione, la maglia azzurra! (D.D. e S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Diana Daneluz (dianadaneluz410@gmail.com).

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