È sufficiente che una spiaggia sia accessibile per far sì che le persone con disabilità motoria possano veramente godersi la vacanza? Una risposta può arrivare dalla buona prassi Un bagnino per amico di Cervia (Ravenna), progetto che pur essendo nato una ventina d’anni fa, resta innovativo e ha lo scopo di far godere in pieno il tempo trascorso sulla sabbia e in mare dai bagnanti con disabilità motoria, in totale sicurezza.
Frutto della collaborazione tra la Cooperativa Bagnini di Cervia e il Centro Fisioequipe, Un bagnino per amico interessa 9 chilometri di costa tra le località di Cervia, Milano Marittima, Pinarella di Cervia e Tagliata di Cervia.
Dal suo avvio, la progettualità si basa sull’utilizzo della sedia Job, il noto particolare ausilio con le ruote molto grandi adatte per la sabbia. Per tutti gli stabilimenti aderenti al progetto ci sono circa trentacinque Job, disponibili per ognuno a rotazione e ogni bagnante che desideri usufruire del servizio lo può richiedere gratuitamente al responsabile della propria spiaggia, che provvederà egli stesso a fissare l’appuntamento con un fisioterapista/operatore del Centro FisioEquipe. All’ora prefissata, dunque, il terapista si recherà all’ombrellone della persona con disabilità, la trasborderà sulla sedia Job e la porterà in mare, non lontano dal bagnasciuga, dove l’acqua arriva all’altezza delle ginocchia.
Il servizio copre l’intera stagione balneare, dal 1° giugno al 15 settembre per tre ore al mattino (9.30-12:30), dal lunedì al venerdì, quando solitamente il mare è più calmo; in caso di maltempo o mare grosso, ossia in presenza della bandiera gialla o rossa, il servizio è sospeso, ed è a discrezione dell’operatore decidere se fare il bagno quando le condizioni non sono ideali (acqua fredda o tempo instabile).
Un bagnino per amico è nato nei primi Anni Duemila e da subito si è ampliato, spinto dall’apprezzamento dei familiari delle persone con disabilità che ne usufruivano, che avevano così anche del tempo da dedicare a se stessi. Nel corso degli anni il servizio ha sempre preso più piede, passando dai cento trattamenti per stagione dei primi anni, ai quattrocento trattamenti di oggi.
Per essere un operatore del progetto non è necessario una formazione specifica o particolarmente qualificata, ma, come afferma Maurizio Merloni, fisioterapista e fondatore del Centro Fisioequipe, «più della formazione è importante che gli operatori abbiano una predisposizione ad aiutare gli altri. Per questo nel selezionare le “nuove leve” non tengo molto in considerazione la loro preparazione professionale, ma piuttosto la volontà di essere di aiuto e di imparare, nel giro di pochi giorni, dai colleghi “più anziani”, i tempi e le tecniche».