Il 27 agosto l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha pubblicato il rapporto di ricerca denominato A study on the Employment and Salary Results of People with Disabilities (“Uno studio sui risultati occupazionali e salariali delle persone con disabilità”), realizzato da Sévane Ananian e Giulia Dellaferrera, e liberamente scaricabile, in lingua inglese e in diversi formati da questo link (a quest’altro link è invece disponibile una versione consultabile online che può essere fruibile anche in lingua italiana attraverso il traduttore automatico).
Da tale studio risulta che le persone con disabilità hanno meno probabilità di far parte del mercato del lavoro, che tendono a guadagnare meno quando lo fanno, che presentano tassi di disoccupazione più elevati e che hanno maggiori probabilità di essere lavoratori autonomi.
Il documento, che include nuovi dati, rileva che le persone con disabilità che lavorano sono pagate il 12% in meno all’ora rispetto agli altri dipendenti, in media, e che tre quarti di questo divario, il 9%, non può essere spiegato da differenze di istruzione, età e tipo di lavoro. Nei Paesi a basso e medio reddito, questo divario salariale per le persone con disabilità è molto più ampio, arrivando al 26%, e quasi la metà non può essere spiegato da differenze socio-demografiche.
La situazione peggiora ulteriormente per le donne con disabilità, che devono affrontare anche un divario retributivo di genere sostanziale rispetto ai loro colleghi maschi. In media, in 14 Paesi in cui erano disponibili dati disaggregati per genere, c’era un divario retributivo di genere del 6% tra donne e uomini con disabilità nei Paesi sviluppati e un divario del 5% nei Paesi in Via di Sviluppo.
Si stima che 1 miliardo e 300.000 persone, ovvero quasi una su sei della popolazione mondiale, sia interessato da disabilità significative (dato del 2021). Con solo 3 persone con disabilità su 10 attive nel mercato del lavoro, il loro tasso di partecipazione complessivo al mercato del lavoro è molto basso e i progressi verso una maggiore inclusione sono stati relativamente lenti.
I risultati suggeriscono inoltre che le persone con disabilità potrebbero essere propense a intraprendere un lavoro autonomo, data la maggiore flessibilità che questo offre in termini di orario di lavoro, accesso alle strutture lavorative e prevenzione delle discriminazioni.
Nel testo non manca una parte propositiva in cui vengono individuate una serie di misure per migliorare la partecipazione delle persone con disabilità al mercato del lavoro, tra cui rendere più accessibili il reclutamento online e i processi correlati, un maggiore sostegno ai datori di lavoro per incoraggiare l’assunzione di persone con disabilità e supportare i dipendenti con disabilità con misure di adattamento appropriate per facilitare il loro lavoro.
Questa indagine fa parte di un progetto di ricerca sulle disuguaglianze che esamina gli esiti occupazionali e salariali dei gruppi vulnerabili. Uno studio precedente sulle disparità occupazionali e salariali tra aree rurali e urbane era stato pubblicato nello scorso mese di febbraio. (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.
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