Presentata dunque in questi giorni, come avevamo segnalato sulle nostre pagine, è arrivata a Torino la sperimentazione di LETIsmart, tecnologia di ultima generazione che aiuta le persone con disabilità visiva a muoversi negli spazi urbani, un sistema che, come avevamo scritto a suo tempo, visto dall’esterno può sembrare un normale bastone bianco per ciechi, ma in realtà è un vero e proprio concentrato di tecnologia.
Ideato da una persona ipovedente, Marino Attini, prodotto dall’azienda SCEN, in partenariato con l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e l’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dell’UICI), LETIsmart è in sostanza un microcomputer in grado di interagire con un’infrastruttura collocata sul territorio. In questo modo, il sistema fornisce alle persone cieche una serie di indicazioni sonore utili per muoversi in maniera più sicura e autonoma.
Già adottato con successo in altri territori italiani, il sistema è arrivato ora a Torino, una delle prime grandi città ad avviare la sperimentazione. Sono stati infatti installati i primi radiofari, elementi indispensabili per il funzionamento di questa tecnologia, all’interno dei semafori sonori di cinque incroci nevralgici del centro cittadino.
Si tratta di un risultato raggiunto grazie a un proficuo gioco di squadra. Su indicazione, infatti, dell’UICI di Torino sono stati installati esattamente cinquanta radiofari dai tecnici dell’azienda Iren. Dal canto suo, la Città di Torino ha autorizzato il progetto e segue con interesse la sperimentazione, il tutto con il supporto di Italdesign, azienda attenta a supportare le iniziative con impatto sociale positivo sul territorio piemontese.
«Siamo felici che una tecnologia così promettente stia prendendo piede anche nella nostra città – commenta Giovanni Laiolo, presidente dell’UICI di Torino –. La nostra gratitudine va a tutte le persone e realtà imprenditoriali che hanno scelto di sostenerci, sia economicamente, sia attraverso la propria professionalità. È importante, inoltre, che l’amministrazione cittadina abbia riconosciuto il valore e le potenzialità del sistema LETIsmart. Ora ci auguriamo che, grazie anche al supporto delle Istituzioni, la rete infrastrutturale necessaria al funzionamento di questo strumento venga progressivamente ampliata. Il prossimo traguardo potrebbe essere il posizionamento dei radiofari nelle stazioni della metropolitana, ciò che costituirebbe un prezioso passo avanti verso una città più inclusiva e più attenta alle esigenze di tutti».
«L’inclusione – afferma Chiara Foglietta, assessora all’Innovazione della Città di Torino – si costruisce anche con gli strumenti giusti e la tecnologia, creando le condizioni per il raggiungimento di una maggiore autonomia; in tal modo essa può essere il migliore alleato delle persone con disabilità, permettendo loro di esprimere le proprie potenzialità, andando oltre le barriere e puntando a progetti di vita più ricchi di opportunità, di partecipazione e di integrazione. È con questa convinzione che abbiamo deciso di ospitare a Torino la sperimentazione di una progettualità innovativa come il sistema LETIsmart, che continuiamo a seguire con attenzione, certi che le nuove soluzioni tecnologiche possano consentire alle persone con disabilità, e non solo a loro, di vivere meglio, con più autonomia e autodeterminazione». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa UICI di Torino (Lorenzo Montanaro), ufficio.stampa@uictorino.it.
Come funziona LETIsmart
Si tratta di un microcomputer del peso di pochi grammi, che può essere installato all’interno di un bastone bianco per persone cieche, senza alterarne il peso e la maneggevolezza. Esso è in grado di guidare la persona cieca, fornendo una serie di informazioni su specifici punti di interesse (ad esempio, attraversamenti dotati di semaforo sonoro, fermate dei mezzi pubblici, sedi istituzionali, scuole e ospedali, esercizi commerciali), che vengono riconosciuti e annunciati con un messaggio vocale.
Usando inoltre il sistema LETIsmart, l’utente ha la possibilità di interagire con lo spazio: può attivare infatti dei segnalatori acustici (presenti nei punti di interesse) che letteralmente lo “chiamano”, finché non ha raggiunto il luogo desiderato; può avvisare con anticipo della propria presenza il conducente di un bus o di un tram, prima che il mezzo arrivi in fermata; può attivare un semaforo sonoro, senza bisogno di azionare manualmente il pulsante presente sulla palina. I vantaggi, dunque, sono potenzialmente tantissimi.
Per funzionare, tuttavia, LETIsmart ha bisogno di interagire con una rete di radiofari (piccoli emettitori di radiofrequenze), che devono essere collocati sul territorio in corrispondenza dei punti di interesse. Quanto più la rete infrastrutturale è capillare e progettata con attenzione, tanto più il sistema risulta efficace.
«Ovviamente – sottolineano dall’UICI di Torino – l’obiettivo non è quello di disseminare la città di radiofari (cosa che, in uno spazio urbano esteso come quello di Torino, sarebbe poco praticabile), ma individuare con attenzione i punti di interesse, in modo che siano efficaci e utili a tutti. L’idea di iniziare il lavoro dai semafori sonori del centro va proprio in questa direzione.