Il turismo accessibile rappresenta una frontiera sempre più rilevante nel settore dei viaggi, mirata a garantire che le persone con disabilità possano partecipare pienamente a esperienze di viaggio senza incontrare ostacoli fisici o sociali. Si tratta di un turismo inclusivo che, attraverso politiche e infrastrutture specifiche, consente a chi ha disabilità motorie, visive, uditive o cognitive di godere delle meraviglie del mondo in condizioni di pari opportunità.
Ne hanno parlato, anche attraverso la condivisione di esperienze personali di viaggio, la psicoterapeuta Arianna Elvironi e le sorelle Alessia e Sara Michielon, promotrici, queste ultime, del blog Ruote Libere, il 14 settembre scorso a Padova, in occasione della prima giornata del recente Disability Pride Veneto [di tale evento si legga anche la nostra presentazione, N.d.R.].
Ma viaggiare non è solo una questione di piacere o svago: è un diritto, una possibilità di arricchimento personale e culturale. Tuttavia, molte persone con disabilità si trovano a dover rinunciare a questa esperienza a causa delle barriere ancora presenti in molte destinazioni. L’idea di un turismo accessibile mira a rimuovere queste barriere, promuovendo un mondo del viaggio attento alle più diverse esigenze.
Questo tipo di turismo non riguarda solo le persone con disabilità permanenti, ma anche anziani, famiglie con bambini piccoli e chiunque si trovi temporaneamente a vivere difficoltà motorie o sensoriali. La creazione di ambienti più accessibili, dunque, non solo risponde ai bisogni di specifiche categorie, ma rende l’esperienza di viaggio più agevole per tutti.
Le principali barriere che impediscono ancor oggi alle persone con disabilità di viaggiare in modo veramente libero e autonomo possono essere suddivise in tre categorie principali: barriere fisiche, barriere informative e, forse, le più difficili da scardinare, ovvero le barriere culturali.
Infrastrutture come hotel, musei, ristoranti e mezzi di trasporto, infatti, il più delle volte non sono progettati per accogliere persone con disabilità motorie. L’assenza di rampe, ascensori o bagni accessibili rappresenta un ostacolo significativo e in taluni casi insormontabile. Allo stesso modo, le persone con disabilità visive o uditive possono avere difficoltà a orientarsi in ambienti non dotati di segnaletica tattile o sistemi di comunicazione visivi e acustici adeguati, per non parlare poi delle difficoltà a fare accettare cani guida o altri cani da servizio.
Quanto invece alla comunicazione, le informazioni turistiche non sempre sono disponibili in formati accessibili. Le persone cieche o ipovedenti, ad esempio, possono trovare difficoltoso accedere a informazioni su attrazioni o percorsi, se non sono disponibili audioguide o mappe tattili. Anche la presenza di siti web poco accessibili o di servizi di prenotazione difficili da utilizzare può limitare la libertà di scelta e di movimento.
Purtroppo, come hanno più volte ribadito a Padova Elvironi e le Michielon, pregiudizi e mancanza di consapevolezza da parte degli operatori turistici possono creare situazioni di discriminazione o esclusione. La scarsa formazione del personale su come interagire con persone con disabilità, o la tendenza a considerarle come “difficili da gestire”, può rendere l’esperienza di viaggio assai complicata e decisamente meno piacevole.
Fortunatamente, anche nel nostro Paese molte città e luoghi d’interesse stanno iniziando a riconoscere l’importanza di rendere il turismo più accessibile a tutti. Alcune soluzioni riguardano la progettazione di nuovi edifici e spazi pubblici con rampe, ascensori accessibili, bagni attrezzati e percorsi tattili. Alcune altre, inoltre, stanno adeguando, rendendoli accessibili, percorsi e sentieri in aree naturali per consentire a persone con disabilità motorie di godere della bellezza dei paesaggi.
E ancora, le app di navigazione, le audioguide e le mappe tattili nei musei stanno migliorando significativamente l’esperienza turistica per le persone con disabilità visive, così come la diffusione di servizi di sottotitolazione e interpretariato in Lingua dei Segni in molti luoghi pubblici migliora l’accessibilità per le persone con disabilità uditive.
La sensibilizzazione e la formazione degli operatori turistici su come interagire con le persone con disabilità in modo accogliente e rispettoso rimangono tuttavia fondamentali. Molti enti turistici hanno scelto di investire in corsi di formazione per il personale, assicurandosi che tutti i viaggiatori ricevano il supporto necessario.
Diverse città e destinazioni, inoltre, hanno abbracciato il concetto di turismo accessibile, con investimenti in infrastrutture, ma anche in politiche che incentivano le imprese turistiche a rendere i loro servizi più inclusivi, introducendo regolamenti che obbligano le nuove strutture a rispettare precisi standard di accessibilità.
In conclusione, il turismo accessibile è un investimento nel futuro, che coniuga valori etici con opportunità economiche. Creare un ambiente turistico inclusivo significa costruire una società più giusta, ma soprattutto offrire esperienze a un pubblico più ampio. È una sfida che richiede impegno, ma i benefìci per la comunità e per l’industria turistica sono inestimabili.