In quello che è uno tra gli Stati più poveri del mondo, il Sud Sudan, Paese nel centro-est dell’Africa stremato da anni di guerra civile, in cui 4 persone su 5 vivono sotto la soglia della povertà, solo il 35% della popolazione ha accesso all’acqua potabile e quasi 2 milioni e mezzo di bambini/bambine sono esclusi dall’educazione di base, ha recentemente aperto le porte il primo reparto oculistico pediatrico, con un’attenzione particolare alle famiglie più vulnerabili e con disabilità.
La costruzione e l’avvio di tale struttura si inseriscono nel più ampio progetto di cooperazione denominato The Bright Sight (letteralmente “Vista luminosa”), che ha come capofila CBM Italia, l’organizzazione internazionale impegnata per la salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia. Nello specifico, l’obiettivo del progetto è segnatamente quello di migliorare l’accesso ai servizi di prevenzione e quelli specialistici di salute visiva, pediatria oculistica e riabilitazione per le persone con disabilità in Sud Sudan, esattamente nei tre Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes. Inoltre, si prevede anche di rafforzare le pratiche di prevenzione delle malattie tropicali neglette, ovvero malattie infettive che colpiscono chi vive in condizioni di povertà, come il tracoma e l’oncocercosi, molto diffuse nello Stato africano.
Realizzata con il sostegno dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), in collaborazione con le organizzazioni Medici con l’Africa CUAMM e CORDAID e beneficiando della partecipazione del Ministero della Salute sud sudanese, l’iniziativa, che terminerà nel prossimo anno, punta a raggiungere e curare oltre 90.000 persone e a formare più di 300 professionisti dello staff medico, sanitario e scolastico.
Per quanto riguarda il reparto oculistico pediatrico recentemente inaugurato, esso è nato all’interno del BEC (Buluk Eye Centre), il primo centro oculistico del Paese, avviato nel 2015 a Juba da CBM, la prima organizzazione a portare cure oculistiche in Sud Sudan, ed è successivamente diventato un centro di eccellenza e di riferimento per la salute visiva a livello nazionale per visite e cure specialistiche rivolte a pazienti adulti: è tra l’altro l’unico del Paese a disporre di una sala chirurgica oftalmica con personale medico specialistico.
«Nel 2015 – ricorda Massimo Maggio, direttore di CBM Italia – abbiamo avviato la sala operatoria e la clinica oculistica, fondamentali ma non sufficienti per le patologie pediatriche. Oggi, quindi, siamo venuti qui per vedere il BEC diventare anche il primo centro oculistico pediatrico presente nel Paese, capace di offrire cure specialistiche pediatriche per la cataratta, il glaucoma e operazioni specialistiche su bambini che necessitano di anestesia. La salute della vista è un diritto di tutti, e in particolare dei bambini, che sono il futuro: a loro è dedicato questo nuovo centro».
Il nuovo reparto oculistico pediatrico, dunque, consentirà a 1.500 bambini ogni anno di accedere a servizi oculistici di qualità. Sia esso che l’intero progetto The Bright Sight sono stati implementati da CBM secondo un approccio che prevede l’offerta di servizi di salute della vista integrati nel sistema sanitario nazionale, inclusivi, ovvero accessibili a tutti e in particolare ai più fragili e con una presa in carico completa dei pazienti, dalla prevenzione alle cure fino alla riabilitazione.
Come detto, inoltre, la formazione del personale medico-sanitario è un altro pilastro importante del progetto. «Prima la borsa di studio di CBM per la specializzazione in Oftalmologia – commenta a tal proposito Emmanuel Agwella, il primo oculista pediatrico formato in Sud Sudan con il sostegno di CBM Italia – e poi questa formazione specialistica in Oftalmologia Pediatrica: la professione medica qui in Sud Sudan è una vera missione, la vista è un dono speciale e noi oftalmologi abbiamo un compito unico e grande, e finalmente ora vedo che il nostro Paese sta andando verso un futuro migliore per quanto riguarda la cura della vista. Salvare la vista dei bambini significa infatti restituire loro il futuro. Significa cioè garantirne l’indipendenza, sollevando le famiglie da problemi economici, sociali e psicologici. Le cause della cecità che colpiscono la popolazione sudanese sono prevenibili, per questo ho accettato la sfida di contribuire a questo importante impegno nella prevenzione, nel ripristino della vista e nell’incoraggiare altri medici come me a intraprendere questa specializzazione».
Oltre a quella dell’oculista pediatrico, è stata avviata la formazione per un’anestesista pediatrica e per sette persone dello staff tecnico del BEC presso altri ospedali partner di CBM (come il Mengo Eye Hospital in Uganda), in particolare su patologie complesse quali la retinopatia diabetica, il glaucoma, il retinoblastoma (tumore della retina), con sessioni teoriche e pratiche all’interno delle sale operatorie.
Altro pilastro importante del progetto, infine, è il decentramento dei servizi oculistici, che verranno integrati anche negli ospedali di Rumbek (Stato di Lakes) e Torit (Stato di Equatoria Orientale). Fondamentale è poi l’attività delle cliniche mobili, chirurgiche e non, nelle aree remote del Paese per portare servizi oculistici e sensibilizzare le comunità, arrivando a quella parte di popolazione che non è in grado di raggiungere il BEC.
«Il sostegno della Cooperazione Italiana a progetti come The Bright Sight – sottolinea Isabella Lucaferri, direttrice della sede AICS di Addis Abeba, responsabile per il Sud Sudan – testimonia il mandato dell’Agenzia, confermando l’impegno di essa nel promuovere l’accesso ai servizi sanitari essenziali nei Paesi in cui opera. L’inaugurazione del primo reparto oculistico pediatrico in Sud Sudan rappresenta un passo fondamentale per garantire il diritto alla salute visiva dei più piccoli, in particolare dei bambini più vulnerabili. Siamo felici di contribuire a migliorare concretamente le condizioni di vita delle comunità locali, offrendo loro una speranza per un futuro migliore». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Silvia Panzarin (silvia.panzarin@leacrobate.it).
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