“Tuttinclusi”: un progetto per favorire una grande rivoluzione culturale

«L’inclusione delle persone con disabilità comporta prima di tutto una grande rivoluzione culturale, basata sui diritti umani e su un modello centrato sulla persona. Con questo nostro progetto puntiamo a consolidare sempre più il modello inclusivo cui ci ispiariamo»: lo ha detto Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS, durante la presentazione del progetto “TuttInclusi. Ridurre le ineguaglianze promuovendo l’inclusione sociale”, che ha coinciso anche con il lancio di una nuova consultazione pubblica, volta ad analizzare il fenomeno della discriminazione basata sulla disabilità

"Tuttinclusi" ANFFAS«L’inclusione delle persone con disabilità comporta prima di tutto una grande rivoluzione culturale. Infatti, diversamente dal modello basato sull’integrazione, ancora purtroppo fortemente presente nel nostro sistema, il modello inclusivo impone che siano i contesti a doversi adattare, modificare e plasmare, per consentire ad ogni persona, con i giusti ed adeguati sostegni, di poter vivere in condizioni di pari opportunità con gli altri cittadini senza subire discriminazioni basate sulla disabilità. Si tratta quindi di diritti umani e del nuovo modello centrato sulla persona, paradigmi che ritroviamo pienamente nella Legge Delega 227/21 in materia di disabilità e nei suoi Decreti attuativi: da questo nasce il titolo di questo nostro progetto, in quanto andando a toccare quattro assi di sviluppo dedicati potrà concorrere a creare e consolidare sempre più il modello inclusivo a cui tutta la nostra Associazione si ispira» a dirlo è stato Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), concludendo l’evento di presentazione a Roma del progetto TuttInclusi. Ridurre le ineguaglianze promuovendo l’inclusione sociale, da noi già segnalato nelle scorse settimane, iniziativa realizzata con un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la quale si intende contribuire al raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 10 (Ridurre le ineguaglianze) dell’Agenda ONU 2030 e che si concluderà nel novembre 2025.

«Si tratta di un progetto di rete – ha sottolineato ancora Speziale – nel quale sono coinvolte numerose strutture associative ANFFAS del territorio nazionale e di Enti del Terzo Settore esterni all’Associazione, ma con i quali collaboriamo per il perseguimento dei fini indicati. Saranno quindi diciotto mesi che vedranno lo svolgersi di attività con la partecipazione di persone con disabilità, familiari, operatori, istituzioni, enti pubblici e di tutti coloro che vorranno approfondire e conoscere i temi trattati dall’iniziativa progettuale e al termine dei quali saranno rese disponibili guide, pubblicazioni, materiali informativi e di approfondimento di interesse generale che potranno essere utilizzati da tutti gli interessati».

Come anticipato dal Presidente dell’ANFFAS, sono quattro gli assi di azione su cui si articolerà il progetto, vale a dire Giovani con e senza disabilità, Implementazione del CQA ANFFAS (Codice di Qualità e Manuale di Autocontrollo), Transizione inclusiva dei servizi e Contrasto alla discriminazione. In tale prospettiva, durante l’evento di presentazione è stata lanciata anche una nuova consultazione pubblica, aperta fino al 31 gennaio 2025, volta ad analizzare il fenomeno della discriminazione basata sulla disabilità e declinata in cinque diverse versioni: ci si rivolge infatti via via alle persone con disabilità (con linguaggio facile da leggere e da comprendere), ai familiari, agli operatori e ai responsabili di enti che gestiscono servizi e ad altri operatori (questo il link per accedere alle consultazioni).
«Obiettivo di questa nuova consultazione – spiegano dall’ANFFAS – è ricostruire il quadro attuale del fenomeno della discriminazione basata sulla disabilità in Italia, compresa quella “sommersa”, per andare così a rafforzare e strutturare adeguatamente le iniziative da realizzare ai fini di un sempre maggiore e concreto contrasto alle discriminazioni stesse di cui sono vittime le persone con disabilità e le loro famiglie. Al termine della consultazione pubblica, i dati verranno elaborati e sarà prodotta una pubblicazione sullo stato attuale della discriminazione basata sulla disabilità in Italia e sulle possibili iniziative e strategie future».

L’evento di Roma è stato introdotto da Emanuela Bertini, direttrice generale dell’ANFFAS Nazionale, che ha illustrato i dettagli tecnico-amministrativi del progetto ed esplicitato le aree di intervento, ossia lo sviluppo di azioni volte a facilitare l’accesso alle misure di sostegno e ai servizi già disponibili nel sistema pubblico e privato; l’accrescimento della consapevolezza per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l’autonomia delle persone con disabilità e una migliore gestione della vita quotidiana, anche attraverso tirocini per l’inclusione sociale; lo sviluppo delle reti associative del Terzo Settore e il rafforzamento della loro capacità nell’implementare l’offerta di servizi di supporto agli Enti del Terzo Settore.
Successivamente vi sono stati gli interventi dedicati al primo asse (Giovani con e senza disabilità), con Alessandro Parisi, componente della Giunta Esecutiva e coordinatore della Consulta Giovani dell’ANFFAS Nazionale, che ha approfondito il tema del passaggio generazionale, con un focus su come coinvolgere le nuove generazioni nel percorso e nelle attività associative, mentre Miriam Prete, collaboratrice dell’ANFFAS Nazionale, ha illustrato il calendario del percorso formativo/informativo dedicato ai giovani con e senza disabilità.
Per quanto riguarda il secondo asse di intervento (Implementazione del CQA-Codice di Qualità e Manuale di Autocontrollo di ANFFAS), Michele Imperiali, coordinatore del Comitato Tecnico Nazionale CQA ANFFAS, ha fornito una panoramica sui contenuti del CQA stesso (struttura, contenuti, requisiti indicati ecc), evidenziando come esso non rappresenti un mero adempimento burocratico e amministrativo per poter aderire alla rete associativa e ottenere il marchio ANFFAS, ma come invece sia una reale occasione per ripensare, riallineare e, ove necessario, migliorare la propria organizzazione. In seguito Ester Madonia, collaboratrice dell’ANFFAS Nazionale, si è soffermata sul calendario e sulle modalità di candidature relative al percorso formativo dedicato.
Sulla Transizione inclusiva dei servizi, terzo asse del progetto, sono intervenuti Giovanni Daverio, consulente dell’ANFFAS Lombardia e della Fondazione Piatti a marchio ANFFAS, e Marco Bollani, componente del Comitato Tecnico dell’ANFFAS Nazionale, esplicitando le attività di studio, la ricerca di buone prassi e sperimentazione, nell’ottica di definire un modello replicabile e standardizzabile per la realizzazione della transizione inclusiva dei servizi semiresidenziali e residenziali per le persone con disabilità. Nell’àmbito di questo intervento ha partecipato anche Matteo Moscatelli, ricercatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Infine, per l’ultimo asse (Contrasto alla discriminazione), le avvocate Alessia Maria Gatto e Corinne Ceraolo Spurio, componenti del Centro Studi e Giuridici dell’ANFFAS Nazionale, hanno spiegato come esso sia rivolto allo sviluppo della Rete Nazionale ANFFAS Antidiscriminazionee trasversale alle attività degli altri tre assi di intervento, con un percorso formativo volto a promuovere almeno cinquanta nuovi attivisti e dieci nuovi sportelli territoriali che entreranno a far parte della stessa Rete Nazionale ANFFAS Antidiscriminazione. (S.B.)

Ogni notizia e approfondimento sul progetto dell’ANFFAS TuttInclusi. Ridurre le ineguaglianze promuovendo l’inclusione sociale è disponibile a questo link. Per altre informazioni: comunicazione@anffas.net.

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