Iniziano a trapelare le prime informazioni relative alle giornate del G7 Inclusione e Disabilità, che si terrà in Umbria dal 14 al 16 ottobre prossimi. Per l’intanto è stato aperto il sito dedicato, anche se è ancora in allestimento in molte parti.
Non c’è ancora un programma definito dell’evento, abbiamo solo alcune anticipazioni trapelate nei giorni scorsi. Il primo giorno, 14 ottobre, si svolgerà in piazza ad Assisi l’accoglienza delle delegazioni ministeriali con un evento pubblico, una giornata dedicata all’incontro, al mondo associativo, alle famiglie, alla quale tutti potranno partecipare.
A tale giornata sono state invitate a partecipare le Associazioni che siedono all’interno dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità e vi saranno stand espositivi esterni di Associazioni (si veda nel citato sito web).
La partecipazione alla giornata del 15 ottobre sarà consentita solo ai Presidenti delle Associazioni che siedono all’interno dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità. Non sono previsti interventi, tranne quelli dei due Presidenti di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
La giornata del 16 ottobre, infine, sarà dedicata ai lavori interni dei Ministri dei Paesi componenti il G7. Si sa che alla fine dell’evento verrà elaborata e approvata la Carta di Solfagnano che dovrebbe definire gli impegni dei sette Paesi membri del G7.
Come avevamo scritto in un precedente articolo su queste stesse pagine, non sono state coinvolte le organizzazioni della società civile in nessuno dei Paesi membri, né le Organizzazioni Non Governative che lavorano nel campo della cooperazione internazionale (esiste un Consiglio Nazionale di tali organizzazioni presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che non ci risulta sia stato sentito), né le altre organizzazioni di persone con disabilità.
Il coinvolgimento dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, con una riunione formale, probabilmente non sembra che ci sarà. Si è per altro diffusa la notizia che nel prossimo Programma d’Azione dell’Osservatorio stesso, che si preannuncia per la fine dell’anno, sarà reintrodotto il tema della cooperazione internazionale, anche se un gruppo di lavoro formale non è mai stato costituito.
Non sembra comunque che l’iniziativa del G7 Inclusione e Disabilità abbia stimolato il Governo ad aumentare i fondi per la cooperazione internazionale, fermi nel 2021 allo 0,3% del PIL, mentre gli standard internazionali prevedono lo 0,7% di impegno finanziario. Vedremo cosa prevederà la prossima Legge di Bilancio.
Per quello che riguarda la Carta di Solfagnano, che come detto, sarà il documento conclusivo dell’evento in Umbria, il G7 ha coinvolto nella discussione sia l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, sia l’IDA, l’Alleanza Internazionale sulla Disabilità. Avendo chi scrive partecipato come membro del Board europeo dell’EDF alla discussione su questo documento, posso fornire di seguito alcuni elementi emersi durante il dibattito.
Le assenze nel documento presentato dalla Presidenza italiana del G7 erano parecchie: non veniva fatto alcun riferimento al tema della povertà – il 20% dei più poveri del mondo sono persone con disabilità – e alle politiche che la combattono, in cui spesso non è inclusa la fascia di popolazione con disabilità; anche il tema della multidiscriminazione delle donne con disabilità era sostanzialmente ignorato; vi erano poi questioni trattate con impegni generici: sull’accessibilità, ad esempio, non venivano indicati impegni, come tra l’altro prevedere la ricostruzione dell’Ucraina garantendo l’accessibilità di edifici e servizi e rispettando le indicazioni del Sendai Framework, documento prodotto nel 2015 dalle Nazioni Unite sui disastri naturali o causati dall’uomo; e ancora, non vi erano riferimenti all’educazione inclusiva, che non è tema di politiche in molti Paesi del G7 (Francia, Giappone, Germania, Regno Unito), ma una buona pratica italiana; non veniva fatto riferimento al passaggio essenziale dal modello medico/individuale a quello sociale, basato sul rispetto dei diritti umani; non veniva infine preso alcun impegno sul coinvolgimento delle organizzazioni di persone con disabilità nelle decisioni che le riguardano.
Ci si augura, insomma, che nel documento conclusivo della Carta di Solfagnano tutte queste indicazioni vengano recepite.