Fa bene l’arrampicata sportiva a bambini e ragazzi con autismo

La possibilità per bambini e ragazzi dai 4 ai 20 anni con disturbo dello spettro autistico di praticare l’arrampicata sportiva su pareti attrezzate, per promuoverne il benessere, acquisire e rafforzare le loro abilità motorie e cognitive, migliorarne l’inclusione sociale e impegnarsi per superare lo stigma che colpisce le persone con autismo e i loro familiari: consiste in questo “Arrampi_care”, progetto promosso dall’Associazione torinese SASP e sostenuto dai fondi dell’8 per mille dell’Unione Buddhista Italiana. E i risultati della prima edizione del corso sono stati decisamente positivi

Progetto "Arrampi_care", Torino, ragazzo con autismo

Uno dei ragazzi con disturbo dello spettro autistico coinvolti nella prima edizione del corso promosso nell’àmbito del progetto “Arrampi_care”

La possibilità per bambini e ragazzi dai 4 ai 20 anni con disturbo dello spettro autistico di praticare l’arrampicata sportiva su pareti attrezzate, con l’obiettivo di promuoverne il benessere, di acquisire e rafforzare le loro abilità motorie e cognitive, migliorandone l’inclusione sociale e impegnandosi per superare lo stigma che colpisce le persone con autismo e i loro familiari: consiste in questo il progetto denominato Arrampi_care, promosso dall’Associazione torinese SASP, che gestisce i corsi nella più longeva palestra di arrampicata cittadina, e sostenuto dai fondi dell’8 per mille dell’Unione Buddhista Italiana.
«Lo sport – sottolinea Lorenzo Bertoldi, presidente di SASP – è uno strumento potente: le ricerche, come quella condotta dalla canadese Emily Bremer nel 2016, dimostrano che l’impegno continuativo e regolare in attività sportive ha ricadute positive sulla salute dei bambini e ragazzi con autismo. In particolare l’arrampicata sportiva è uno sport ideale per giovani con autismo, perché sviluppa capacità motorie di coordinazione, equilibrio, forza e resistenza, si pratica in piccoli gruppi, è abbastanza “”schematica’”, con una procedura precisa – mi lego, mi arrampico, mi appendo, comunico di voler scendere – e consente anche di lavorare sulle emozioni e sulle relazioni, in particolare con l’istruttore».

Altro fatto importante da ricordare è che l’arrampicata ha regole universali e che le attività proposte sono uguali per tutti, ma applicate in base alle capacità di ciascuno, in una palestra che si presenta come un luogo ricreativo e di piacere, senza dare un taglio riabilitativo all’iniziativa.
Su un altro versante, non è certo trascurabile il fatto che l’ITD del CNR (Istituto per le Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche), dopo avere monitorato i risultati del primo anno, abbia presentato risultati decisamente incoraggianti: i partecipanti, infatti, hanno mostrato miglioramenti nella capacità di comunicare i propri stati e nell’intenzionalità dell’azione. In tal senso, l’obiettivo finale è creare delle linee guida per consentire agli istruttori di capire come agire in determinate situazioni.

La prima edizione del corso ha visto la partecipazione di una ventina di bambini e ragazzi provenienti da Torino e dalle località dell’hinterland. Per il secondo anno, è in programma un ciclo di trenta lezioni, da questo mese di ottobre fino a giugno 2025. Il nuovo ciclo, inoltre, proporrà uscite outdoor in piccoli gruppi, accompagnati da una guida alpina. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Tonini (alessandra.tonini@leacrobate.it); sasptorino@gmail.com.

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