Fare del Mediterraneo un mare di inclusione tra terre di cooperazione

Abbiamo presentato nei giorni scorsi l’ottava edizione del Festival della Cooperazione Internazionale, centrata sul tema “Nessuno fuori. La cooperazione inclusiva nel Mediterraneo”, di immminente svolgimento a Ostuni (Brindisi). Oggi cediamo la parola a Francesco Colizzi, coordinatore di tale evento, che sottolinea come «con questo Festival guardiamo concretamente, con i progetti e le persone fisiche provenienti da quattro Paesi del Mediterraneo, a un mare di inclusione tra terre di cooperazione, celebrando così, in anticipo, la prossima Giornata del Mediterraneo del 28 novembre»

Realizzazione grafica dedicata ai Diritti UmaniAbbiamo presentato nei giorni scorsi, in altra parte del giornale, l’ottava edizione del Festival della Cooperazione Internazionale, centrata sul tema Nessuno fuori. La cooperazione inclusiva nel Mediterraneo, di imminnte svolgimento a Ostuni (Brindisi), ma della quale una serie di appuntamenti si potranno anche seguire da remoto. Oggi cediamo la parola a Francesco Colizzi, coordinatore di tale evento.

Questo ottavo Festival sarà un po’ un “ritorno al futuro”, allo spirito del primo Festival, molto centrato sui temi dei diritti e dell’inclusione delle persone con disabilità, non solo perché il riferimento scientifico è fornito da organizzazioni esperte in questa vasta area dell’umano, l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e la RIDS* (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), ma soprattutto perché numerose persone con disabilità saranno protagoniste delle giornate.

Il percorso fondamentale indicato dal tema di fondo, Nessuno fuori, ruota attorno a un progetto Erasmus Plus elaborato dalla RIDS e finanziato dall’Unione Europea, il progetto DICoo (Disabilità, Inclusione, Cooperazione) [se ne legga a questo link, N.d.R.]. In pratica, ad Ostuni si realizzerà la seconda tappa di una formazione, avviata nel 2023 a Tunisi, rivolta a persone con disabilità di quattro Paesi del Mediterraneo: Croazia, Italia, Marocco e Tunisia. Ventidue persone con vari tipi di disabilità, anche gravi, accompagnate dai loro assistenti, diventeranno esperti junior in “disabilità nella cooperazione internazionale” e dunque potranno in futuro affiancare chi elabora progetti di sviluppo affinché si avvalgano delle loro competenze specifiche, di vita e tecniche, sulle diverse condizioni di disabilità.
Un aspetto importante della loro permanenza a Ostuni, fino al 14 ottobre, è che molti incontri formativi del mattino, che si svolgeranno dal 9 al 12 ottobre presso il salone del Centro di Spiritualità Madonna della Nova, saranno aperti a un pubblico interessato. Ma tante altre attività, come seminari, mostre, convegni, iniziative artistiche o sportive, avranno lo stesso filo conduttore dei diritti delle persone con disabilità e soprattutto delle loro grandi capacità in tutti i campi quando la società è capace di rimuovere gli ostacoli che ne impediscano lo sviluppo (appunto, il capacity building).

Abbiamo sempre tenuto come riferimento i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, la cui deadline è appunto il 2030, e lo faremo anche questa volta, illuminando la stretta connessione che esiste tra l’Obiettivo della Pace (Obiettivo 16 dell’Agenda ONU, che comprende la Giustizia e Forti Istituzioni), simile a un miraggio in questo tragico tempo, e quello di un mondo con il minor numero possibile di disabilità.
Molte disabilità sono conseguenza di incidenti o malattie, ma forse chi vive in Paesi in pace come il nostro può essere meno consapevole di un fattore umano (anche se sarebbe più corretto dire disumano) capace di produrre, a seconda dei tempi e dei luoghi, migliaia, centinaia di migliaia o milioni di persone con disabilità. Avremo perciò un incontro di testimonianze e di riflessioni sulla guerra come prima causa di disabilità nel mondo e attraverso questa lente ragioneremo su ciò che sta accadendo in Palestina e a Gaza (con la testimonianza di Susanna Bernoldi, insegnante attivista per i diritti del popolo palestinese, di ritorno da poche settimane dalla Cisgiordania, e di Yousef Hamdouna, già responsabile dei progetti a GAZA per EducAid) e sulla guerra in Ucraina, con la mia personale testimonianza, avendo svolto due missioni di pace con il MEAN (Movimento Europeo di Azione Nonviolenta), a ottobre 2023 e a luglio 2024 a Kyiv, e con il racconto di Licio Tamborrino, che con la Scaff System ha contribuito a realizzare a Brovary, vicino alla capitale, il Peace Village. Il tutto cercando di capire soprattutto cosa possono fare le semplici persone come noi.

La sera dell’8 ottobre, poi, potremo discutere, assieme alla professoressa Lopane e al professor Ardesi, su un libro del professor Fistetti [Francesco Fistetti, “La svolta culturale dell’Occidente. Dall’etica del riconoscimento al paradigma del dono”, Perugia, Morlacchi, 2024, N.d.R.] che ci aiuta a collocare l’impegno del volontariato e della politica di domani in quella che lui chiama «la svolta culturale dell’Occidente», cioè il possibile passaggio dall’etica del riconoscimento al paradigma del dono. Una riflessione profonda che illumina e potenzia la consapevolezza sull’epoca che stiamo vivendo.
Il pomeriggio del 9 ottobre, invece, dopo quasi venticinque anni di presenza dell’AIFO nella città pugliese, intitoleremo il giardino in zona Largo Risorgimento a Raoul Follereau, alla presenza del sindaco e dell’arcivescovo, con una performance artistica di trencadis in cui persone con e senza disabilità realizzeranno un’opera ornamentale con pezzi di ceramica di scarto a simboleggiare l’impegno solidale e nonviolento. Nei vialetti verranno poi installati alcuni pannelli di un percorso educativo sulle orme di Raoul e Madeleine Follereau.
E ancora, il giorno 11, nel pomeriggio, verranno presentati in biblioteca comunale strumenti e progetti educativi sull’inclusione destinati alle scuole di ogni ordine e grado: delle mostre, un corso gratuito online per insegnanti, il Concorso Nazionale Follereau, esperienze didattiche.
La sera dell’11, quindi, torneremo a sensibilizzare i cittadini sulla tragedia della popolazione di Gaza, con un evento nella galleria fotografica House of Lucie a Ostuni, in occasione della mostra Ten days in Gaza”.
Il 12 sera ci sarà il vernissage di una mostra fotografica su Sport e disabilità a Palazzo Tanzarella, intitolata RUN e curata dalla Cooperativa OSA (Operatori Sanitari Associati), con la professoressa Scilimati e il direttore dell’Accademia delle Belle Arti professor Nunzio Fiore.
Infine, l’ultimo giorno, domenica 13 mattina, ancora sport e disabilità, ma sul campo. Alcune squadre di basket, infatti, composte da persone con disabilità (di Marocco, Tunisia, Croazia, Italia e alcune dell’AIPD, l’Associazione Italiana Persone Down) e volontari, daranno luogo a un minitorneo, ricordandoci che questo è stato l’anno non solo delle Olimpiadi, ma anche delle Paralimpiadi di Parigi, giornate appassionanti, entusiasmanti e ricche non solo di emozioni, ma anche di lezioni di vita per tutti noi.

Prima e dopo le giornate canoniche, vi saranno varie iniziative legate al Festival in diversi Comuni italiani, a cominciare da Imperia. Vi sarà poi a fine mese, ancora nella Provincia brindisina, un evento post-Festival, il seminario formativo dal titolo Le fragilità e il ruolo dell’infermiere, con crediti ECM (Educazione Continua in Medicina), organizzato dall’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Brindisi, con il contributo di varie Associazioni (oltre alla RIDS e all’AIFO, l’Associazione per la tutela della salute mentale Gulliver 180, l’Associazione degli psicologi ostunesi P.OST.IT, la già citata Cooperativa OSA che gestisce il Centro Diurno per le demenze a Ostuni e la Cooperativa ERIDANO che gestisce vari servizi per la disabilità e le demenze a Brindisi e a Cellino San Marco).
Sarà un momento di approfondimento anche scientifico delle condizioni di disabilità, tra cui le demenze, per professionisti come gli infermieri, che possono contribuire a quell’incremento della consapevolezza necessaria nella popolazione per tutelare la dignità e la qualità della vita dei cittadini più fragili. È quanto sta avvenendo a Cellino San Marco e ad Ostuni, paesi dove si sta sviluppando il progetto che mira a renderle “Comunità amiche delle persone con demenza”, nelle quali si elevi la sensibilità, la conoscenza e la gentilezza di uffici, negozi, banche, supermercati, imprese, scuole, associazioni e servizi sanitari e sociali, nei confronti della vita quotidiana e dei bisogni delle persone con demenza.

Lo sfondo di tutto questo sarà ancora una volta, come nelle scorse edizioni, il nostro Mare Mediterraneo, che abbiamo definito come possibile mare omnium e come mare tra le terre del ben-vivere. Con questo Festival guardiamo concretamente, con i progetti e le persone fisiche provenienti da quattro Paesi del Mediterraneo, a un mare di inclusione tra terre di cooperazione.
E celebreremo così, in anticipo, la prossima Giornata del Mediterraneo del 28 novembre.

La RIDS è un’alleanza strategica avviata nel 2011 da due organizzazioni non governative, l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) ed EducAid, insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alle quali si è aggiunto successivamente l’OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale), con l’obiettivo di occuparsi di cooperazione allo sviluppo delle persone con disabilità in àmbito internazionale.

Psichiatra, psicoterapeuta, scrittore, coordinatore volontario del Festival della Cooperazione Internazionale.

A questo link è disponibile il programma completo dell’ottavo Festival della Cooperazione Internazionale. Per ulteriori informazioni: francocolizzi@virgilio.it.

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