L’audiodescrizione è un diritto e un ausilio fondamentale

di Marina Capria
«Il diritto all’accesso alla cultura - scrive Marina Capria - è un principio inalienabile: l’audiodescrizione, dunque, non è un optional, ma un diritto che consente alle persone con disabilità visiva di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale. A tal proposito diventa essenziale un cambiamento di prospettiva: è giunto infatti il momento di considerare l’audiodescrizione non solo come un mero servizio, ma come un diritto e un ausilio fondamentale, parte integrante del diritto di accesso alla cultura»
Speaker di audiodescrizioni
Un’audiodescrittrice al lavoro

L’audiodescrizione, un ponte tra il mondo visivo e quello sensoriale, rappresenta un pilastro fondamentale nell’edificazione di una società inclusiva. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, persistono ancora numerose sfide che impediscono una piena fruizione di questo servizio da parte delle persone cieche e ipovedenti.
Il diritto all’accesso alla cultura è un principio inalienabile: l’audiodescrizione non è un optional, ma un diritto che consente alle persone con disabilità visiva di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale. È urgente definire standard qualitativi rigorosi, stabilire criteri per la selezione di audiodescrittori preparati e attuare meccanismi di collaudo prima del lancio di un prodotto audiovisivo, coinvolgendo persone cieche o ipovedenti, permettendo così di identificare eventuali problemi o carenze, migliorando la comprensione e l’esperienza complessiva.

In un mondo in cui l’inclusività sta diventando sempre più un valore centrale, la questione dei diritti degli audiodescrittori e della loro adeguata tutela sta assumendo un’importanza crescente. Nonostante la Legge 220/16 (Disciplina del cinema e dell’audiovisivo) abbia toccato molti aspetti fondamentali, tra le criticità di essa si riscontra l’assenza di tutele specifiche per gli audiodescrittori e la regolamentazione dei loro diritti professionali. Gli audiodescrittori, infatti, svolgono un ruolo cruciale per rendere il cinema e i contenuti audiovisivi accessibili a tutti, contribuendo all’inclusività e all’accessibilità culturale: tuttavia, il quadro normativo attuale non disciplina il loro lavoro, né fornisce loro diritti professionali.

Come per gli audiodescrittori, anche l’audiodescrizione necessita di una revisione profonda delle leggi e delle norme che la regolano: oltre alla semplice disponibilità, è essenziale che le audiodescrizioni stesse ultime siano di alta qualità, realizzate con cura e collaudate in modo rigoroso per garantire una fruizione ottimale.
Attualmente, uno dei maggiori ostacoli riscontrati riguarda la numerosa quantità di audiodescrizioni conservate nelle cineteche e negli archivi che non sono mai state rese disponibili a causa del mancato obbligo di messa in onda. Per affrontare efficacemente questa problematica, è necessaria una strategia concertata che coinvolga audiodescrittori professionisti, fruitori, organizzazioni di rappresentanza e istituzioni pubbliche. Creare un gruppo coeso che comprenda sia chi produce audiodescrizioni sia chi le utilizza è essenziale per far sì che le esigenze del pubblico vengano ascoltate e che la qualità delle descrizioni migliori. La collaborazione tra questi soggetti potrebbe portare non solo a una sensibilizzazione delle Istituzioni, ma anche alla creazione di standard qualitativi comuni e di un quadro legislativo aggiornato che ne garantisca l’accessibilità.

Un cambiamento di prospettiva è dunque essenziale: è giunto il momento di considerare l’audiodescrizione non solo come un mero servizio, ma come un diritto e un ausilio fondamentale, parte integrante del diritto di accesso alla cultura.
Attraverso un impegno collettivo, è possibile garantire che le audiodescrizioni siano di qualità, accessibili a tutti e rispondenti alle reali esigenze dei fruitori. Sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sull’importanza di questo tema è un primo passo per creare un cambiamento strutturale che possa durare nel tempo: l’obiettivo ultimo deve essere quello di costruire una società in cui l’accesso alla cultura e all’intrattenimento sia davvero per tutti e tutte, senza esclusioni o discriminazioni.

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