Lo sport paralimpico rappresenta molto più di una competizione

di Attiva-Mente*
«Lo sport paralimpico - scrivono dall'Associazione Attiva-Mente della Repubblica di San Marino - rappresenta molto più di una competizione: è uno strumento potente per promuovere l’inclusione, valorizzare le capacità degli atleti/atlete con disabilità e sensibilizzare la società verso una visione più equa e rispettosa delle diversità. Per questo riteniamo che il Comitato Paralimpico Sammarinese dovrebbe tornare a valorizzare lo sport paralimpico e a garantire a tutte le persone con disabilità il diritto di praticare lo sport, agonistico o no»
Particolare di persona con disabilità motoria
(foto di Attiva-Mente)

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo dall’Associazione Attiva-Mente della Repubblica di San Marino.

Lo sport paralimpico rappresenta molto più di una competizione: è uno strumento potente per promuovere l’inclusione, valorizzare le capacità degli atleti/atlete con disabilità e sensibilizzare la società verso una visione più equa e rispettosa delle diversità.
L’idea che a San Marino non vi siano, o siano pochi, gli atleti con disabilità interessati a praticare sport è fuorviante e riduttiva. Certe affermazioni, inoltre, rischiano di distogliere l’attenzione da una questione fondamentale: se la partecipazione allo sport agonistico da parte di persone con disabilità è limitata, è necessario esaminare e comprendere le ragioni di questo fenomeno. Le barriere non sono legate alla mancanza di volontà, ma spesso a ostacoli strutturali, culturali ed economici che impediscono una piena inclusione.
Promuovere lo sport paralimpico significa agire concretamente per abbattere queste barriere. Servono politiche attive che garantiscano l’accesso alle strutture; importantissima, poi, è la promozione a tutti i livelli, e programmi di allenamento inclusivi con il supporto per far fronte alle esigenze specifiche degli atleti con disabilità. La sensibilizzazione della società è altrettanto cruciale: abbattere i pregiudizi e promuovere una cultura dell’inclusione è il primo passo per creare opportunità reali.

Per queste ragioni, nel 2006 fu costituito il Comitato Paralimpico Sammarinese, poiché nessuno promuoveva lo sport paralimpico, né esistevano programmi di sviluppo o di diffusione della cultura sportiva paralimpica.
Senza voler ripercorrere troppi antefatti dalla sua nascita ad oggi – cosa che richiederebbe un testo di centinaia di migliaia di battute – nessuno si era mai preoccupato di crearlo, né tanto meno di creare le condizioni affinché le persone con disabilità, comprese quelle con disabilità fisiche diverse da quelle mentali, potessero praticare sport agonistico e avere a disposizione le organizzazioni paralimpiche di riferimento necessarie per partecipare alle gare internazionali indette dall’IPC, il Comitato Internazionale Paralimpico.

I Comitati Paralimpici hanno un ruolo cruciale non solo nello sviluppo dello sport paralimpico, ma anche come motori di cambiamento sociale. Per svolgere questa funzione in modo efficace, devono adottare un approccio integrato, trasparente, democratico e di collaborazione con Istituzioni e Associazioni locali, al fine di promuovere lo sviluppo integrale degli atleti e i valori paralimpici.
Oltre ai rapporti con l’IPC, ci sono molti altri aspetti di interesse e di diretta competenza dei Comitati Paralimpici Nazionali: l’organizzazione e la promozione di eventi sportivi, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, l’educazione, la formazione e la collaborazione continua con le Istituzioni. Fondamentali sono anche l’assistenza e il supporto agli atleti paralimpici, garantendo loro accesso a risorse come allenamenti, attrezzature specializzate, supporto medico e psicologico, la tutela dei loro diritti, lo stabilire collaborazioni con altri Comitati Paralimpici e organizzazioni internazionali per condividere buone prassi, sviluppare programmi congiunti e promuovere la solidarietà internazionale. Inoltre, è essenziale offrire supporto legale, monitorare e valutare l’accessibilità delle strutture e sviluppare strategie di comunicazione per aumentare la visibilità dello sport paralimpico e migliorare la percezione pubblica degli atleti paralimpici.

Con questi intenti, princìpi e spirito, i soci fondatori diedero vita al Comitato Paralimpico Sammarinese, che in pochi anni conseguì risultati sportivi e sociali più che soddisfacenti.
Negli ultimi dieci anni, invece, tutte queste attività devono essere state confuse dall’attuale dirigenza del Comitato e ridotte a una sorta di sportello per il solo rilascio discrezionale di nullaosta, visti, permessi e lasciapassare per partecipare alle gare paralimpiche. È diventato una sorta di “Consolato Paralimpico Sammarinese”.
Promuovere lo sviluppo effettivo dello sport per atleti/atlete con disabilità a San Marino è espressamente previsto dallo Statuto del Comitato Paralimpico Sammarinese, ma sembra che l’attuale dirigenza non se ne sia accorta o consideri il problema estraneo alle sue competenze.
Si è da poco conclusa la manifestazione SportInFiera e non vedervi da anni neanche un banchetto informativo per fare promozione è tanto mortificante quanto non vedere una delegazione sammarinese alle Paralimpiadi.

Nel ribadire la nostra disponibilità al confronto con tutti, riteniamo sia giunto da tempo il momento di risolvere questo scempio sportivo e sociale, facendo chiarezza e introducendo nuove norme tese a valorizzare lo sport paralimpico e a garantire a tutte le persone con disabilità il diritto di praticare lo sport, agonistico o no.

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