«Se abbiamo pregiudizi e basse aspettative nei confronti delle persone con sindrome di Down, ci comporteremo in modo tale che i nostri preconcetti diventeranno realtà. Perché non proviamo a cambiare prospettiva? Fiducia e alte aspettative nei confronti delle persone con disabilità intellettiva ci spingeranno ad offrire più opportunità a scuola, al lavoro, nello sport e nelle relazioni sociali. E magari saranno queste ultime aspettative a diventare realtà. È il momento per un cambiamento profondo che chiama all’azione ogni persona che voglia contribuire a realizzare una vera inclusione»: lo dicono dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), lanciando la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi denominata Pensa che io possa, così forse io potrò, in occasione dell’ormai imminente Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down del 13 ottobre.
Il riferimento diretto è segnatamente al video Assume That I Can (“Pensa che possa farlo”), promosso nel marzo scorso per la Giornata Mondiale della Sindrome di Down e che tanto successo ha ottenuto a livello internazionale, dove la protagonista, dopo avere sperimentato amaramente quanto siano sottostimate le sue possibilità, invita il proprio insegnante di letteratura, quello di boxe, la barman di un locale alla moda, fino ai propri genitori, a pensare in modo nuovo e a usare in senso positivo quella che si chiama profezia autoavverante, sottolineando che «se credi in me e nelle mie potenzialità potrai avere un impatto positivo e allora, forse, potrò raggiungere obiettivi anche inaspettati».
«La sfida in ogni àmbito della vita sociale – affermano ancora dal CoorDown – è cambiare la lente con cui si guarda alla disabilità intellettiva: una persona, se messa alla prova, con le strategie corrette e i giusti supporti può studiare una materia scolastica anche complessa. Se un giovane con sindrome di Down riceverà sostegno e fiducia nel raggiungimento delle autonomie dai propri genitori, allora potrà sperimentarsi e riuscire a vivere con sempre maggiore indipendenza. Se una persona con disabilità intellettiva riceve stima e sul posto di lavoro i colleghi crederanno in lei, anche le mansioni più difficili potranno essere insegnate e apprese».
La campagna e il messaggio di esso sarà al centro dell’appuntamento annuale promosso dal CoorDown, che nel fine settimana del 13 ottobre vedrà i volontari e le volontarie delle Associazioni aderenti in oltre duecento piazze d’Italia distribuire il messaggio di cioccolato, realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale, che sostiene progetti volti all’autonomia e alla vita indipendente delle persone con sindrome di Down, su tutto il territorio nazionale (a questo link l’elenco delle piazze).
«In questa Giornata Nazionale – dichiara Martina Fuga, presidente del CoorDown – vogliamo portare agli italiani attraverso la voce e le testimonianze di giovanissimi e adulti, ragazze e ragazzi con sindrome di Down uno sguardo nuovo sulla disabilità intellettiva. Una chiamata davvero per tutti e tutte, perché ognuno può fare la sua parte. Infatti, non chiediamo più solamente di supportarci, ma di fare un passo in più e riconoscere i propri pregiudizi e i luoghi comuni radicati dentro di noi, spesso inconsapevoli, e cambiare la prospettiva. Dare fiducia, alzare le aspettative e offrire opportunità concrete di cambiamento alle persone con sindrome di Down in ogni àmbito della vita significa aprire nuove strade, creare possibilità e ribaltare gli stereotipi. Significa rispondere alle loro esigenze e desideri e sostenerli affinché si realizzino pienamente nelle loro vite». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@coordown.it (Paola Amicucci).