La salute mentale componente essenziale nel trattamento delle cardiopatie congenite

di AICCA*
«La salute mentale - scrivono dall’AICCA (Associazione Italiana Cardiopatici Congeniti Bambini e Adulti) - rappresenta un tema cruciale per chi vive con una cardiopatia congenita, condizione che non solo colpisce il fisico, ma incide profondamente sulla sfera psicologica e relazionale dei pazienti e delle loro famiglie». A soffermarsi approfonditamente su tale aspetto è stato Edward Callus, direttore del Servizio di Psicologia Clinica nell’IRCCS Policlinico San Donato di San Donato Milanese e professore associato all’Università di Milano, durante un recente incontro online

Logo dell'AICCAPerché la salute mentale – di cui oggi, 10 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale – è importante per le persone con cardiopatia congenita e le loro famiglie? La salute mentale rappresenta un tema cruciale per chi vive con una cardiopatia congenita (d’ora in poi CHD), condizione che non solo colpisce il fisico, ma incide profondamente sulla sfera psicologica e relazionale dei pazienti e delle loro famiglie.
È stato questo il punto focale del webinar condotto dal professor Edward Callus*, direttore del Servizio di Psicologia Clinica presso l’IRCCS Policlinico San Donato di San Donato Milanese e professore associato all’Università degli Studi di Milano, nell’ambito della campagna autunnale di sensibilizzazione organizzata dall’ECHDO (European Congenital Heart Disease Organisation).
Durante l’incontro, tenutosi il 7 ottobre scorso, Callus ha illustrato come la cura della salute mentale debba essere parte integrante del percorso terapeutico per le persone affette da CHD. L’evento ha offerto un approfondimento su diversi aspetti psicologici e sociali che accompagnano questa condizione, ponendo particolare enfasi sul benessere emotivo sia dei pazienti che delle loro famiglie.

Nel corso del webinar, il professor Callus ha voluto rendere accessibile al pubblico parte delle ricerche presentate durante la Conferenza Biennale del Gruppo di Lavoro di Neurosviluppo e Cura Psicologica, tenutasi dal 13 al 15 marzo di quest’anno all’IRCCS Policlinico San Donato. Tale evento, di cui Callus è stato direttore scientifico, ha offerto uno sguardo approfondito sulle sfide psicologiche legate alla CHD, a partire dalle anomalie cerebrali nei neonati, fino ad arrivare alle problematiche psicosociali nell’età adulta.
Tra i temi affrontati, vi sono state innanzitutto Le problematiche del neurosviluppo, con Callus che ha discusso delle difficoltà motorie e cognitive che possono emergere nei bambini con CHD. Rispetto poi al Supporto familiare, è emerso come la centralità della famiglia nel percorso terapeutico sia uno degli elementi chiave per un intervento efficace. E ancora, La transizione dall’adolescenza all’età adulta, passaggio critico identificato come un momento in cui il supporto psicologico diventa fondamentale per affrontare le sfide emotive e sociali. Infine, Un Modello Italiano Integrato, il Servizio di Psicologia Clinica e l’AICCA, cui Callus ha dedicato una parte rilevante del proprio intervento, soffermandosi appunto sulla collaborazione tra il Servizio di Psicologia Clinica del Policlinico San Donato e la nostra Associazione AICCA, sinergia che ha portato alla creazione di un modello di supporto psicologico che coinvolge non solo il paziente, ma anche la famiglia, offrendo un monitoraggio continuo e personalizzato.
Tale iniziativa si basa su un approccio multidisciplinare, che coinvolge psicologi, cardiologi e altre figure professionali, garantendo una presa in carico olistica. A questo si affiancano programmi di Peer Support (gruppi di auto-aiuto), che forniscono uno spazio sicuro dove i pazienti possono condividere esperienze e supportarsi a vicenda.

Oltre al modello italiano, il professor Callus ha illustrato l’importanza dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), tecnica efficace per gestire i traumi legati agli interventi medici e alle esperienze di ricovero. L’EMDR aiuta i pazienti con CHD a elaborare traumi emotivi, migliorando la loro capacità di affrontare le sfide psicologiche.
Ha inoltre presentato l’iniziativa CHIP (Congenital Heart Disease Implementation Program), programma innovativo che mira a migliorare il supporto psicologico e sociale per i pazienti con CHD e le loro famiglie attraverso un approccio multidisciplinare. Esso offre interventi mirati a lungo termine, coinvolgendo diverse figure professionali per garantire un’assistenza completa e personalizzata.

A conclusione del proprio intervento, Callus ha chiarito quanto sia essenziale integrare la salute mentale nella cura delle persone con CHD. Infatti, non si tratta solo di trattare la malattia fisica, ma di affrontare anche le sfide emotive e psicologiche che ne derivano. Grazie a una collaborazione stretta tra professionisti sanitari e famiglie, e grazie a iniziative come il modello italiano e il programma CHIP, i pazienti possono migliorare significativamente la loro qualità di vita.
La salute mentale, pertanto, dev’essere vista come una componente essenziale del trattamento complessivo, offrendo ai pazienti con CHD l’opportunità di affrontare le sfide della loro condizione con maggiore resilienza e benessere psicologico.

*Il professor Edward Callus, PhD, è specializzato negli aspetti psicosociali delle cardiopatie congenite e acquisite. Ha iniziato la propria carriera nel 2007 presso la Cardiologia Pediatrica e la Cardiochirurgia dell’IRCCS Policlinico San Donato di San Donato Milanese, diventando direttore del Servizio di Psicologia Clinica nel 2016. Nel 2018 è entrato a far parte dell’Università di Milano come ricercatore e nel 2024 è stato nominato professore associato. Ha inoltre fatto parte del consiglio dell’ECHDO (European Congenital Heart Disease Organisation) per nove anni, di cui due come Presidente, e attualmente ne dirige il Comitato Scientifico.

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