«I Paesi del G7 e l’Unione Europea devono dare l’esempio nell’attuazione del nostro motto Niente su di Noi senza di Noi. Ci aspettiamo che questi impegni politici si traducano in azioni concrete che migliorino la nostra vita»: a dirlo è Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, organismo che, come avevamo riferito a suo tempo, è stato coinvolto direttamente nelle discussioni sui temi che dovranno essere presenti nella cosiddetta Carta di Solfagnano, documento politico conclusivo dell’imminente G7 Inclusione e Disabilità, in programma dal 14 al 16 ottobre in Umbria, a presidenza italiana (se ne legga il programma completo in altra parte del nostro giornale). La Carta stessa presenterà una serie di impegni in otto aree ritenute prioritarie dai Paesi del G7.
In un’ampia nota dedicata a tali temi, l’EDF elenca nel dettaglio come dovranno essere articolate nella Carta di Solfagnano le specifiche priorità riguardanti il modo della disabilità, premettendo tuttavia che «anche se la Carta si concentrerà su priorità specifiche, vogliamo sottolineare la necessità di un approccio globale per affrontare tutte le questioni che le persone con disabilità devono affrontare. Ed è anche fondamentale che il G7 affronti pienamente le preoccupazioni di tutte le persone con disabilità, in particolare di quelle provenienti da comunità a grave rischio di emarginazione, come le persone vittime di discriminazioni razziali, le persone LGBTQI+, i Rom e le donne con disabilità».
Successivamente il Forum, come detto, concentra la propria analisi sulle priorità specifiche, affermando che «le discussioni in Umbria dovranno essere accompagnate da impegni chiari e risorse sufficienti per realizzare reali cambiamenti». Vediamo dunque, punto per punto, quanto rimarcato dall’EDF.
Accessibilità universale: la parità di accesso è una precondizione per garantire pari diritti. Gli Stati devono impegnarsi a lavorare in collaborazione con le organizzazioni di persone con disabilità per garantire che sia il mondo fisico e quello digitale siano accessibili. E questo si può ottenere solo attraverso una legislazione forte e l’applicazione di essa sostenuta da precisi standard tecnici.
Prevenzione e gestione delle emergenze: secondo il rapporto di indagine globale del 2023 sulle persone con disabilità e sulle situazioni di calamità naturali o provocate dall’uomo, l’84% delle persone con disabilità non dispone di piani di preparazione personale e solo il 26% potrebbe mettersi al riparo immediatamente dalle zone colpite senza trovare difficoltà. Gli Stati devono quindi collaborare strettamente con tutte le parti interessate, comprese le persone con disabilità, per garantire una resilienza efficace e una risposta adeguata alle situazioni di emergenza.
Vita indipendente e inclusione lavorativa: le ultime stime riguardanti i Paesi dell’Unione Europa evidenziano che circa un milione e mezzo di persone vivono ancora segregate in istituti residenziali, tra cui circa un milione sono persone con disabilità. Nel nostro recente documento su tale tema, abbiamo richiesto progressi reali verso una vita basata sulla comunità e un monitoraggio sufficiente durante la transizione dalla vita istituzionalizzata a quella indipendente.
Piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica: è essenziale coinvolgere le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative in tutti gli àmbiti della vita e fornire finanziamenti sufficienti per garantire un impegno significativo, anche nel processo decisionale. I nostri rapporti mostrano infatti che troppi Stati continuano a limitare la capacità giuridica e, in modo significativo, il diritto di voto delle persone con disabilità.
Intelligenza artificiale: l’intelligenza artificiale presenta opportunità significative, ma anche rischi. Può emarginare le persone con disabilità a causa della mancanza di accessibilità, ignorandone le esigenze durante la progettazione e sottorappresentandole nei dati utilizzati per addestrare i sistemi stessi di intelligenza artificiale. Chiediamo dunque a tutti gli Stati di attuare normative esaustive per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale non discriminino le persone con disabilità e di avvalersi del contributo delle organizzazioni rappresentative di persone con disabilità, per avere sistemi di intelligenza artificiale inclusivi.
Sport e mobilità: servono servizi che garantiscano parità di accesso e partecipazione in ogni settore a tutte le persone con disabilità. In tal senso, è fondamentale che esse possano avere i medesimi accessi di ogni altra persona, anche quando viaggiano o si spostano all’estero. Questo è il motivo per cui sosteniamo il riconoscimento reciproco dello status di disabilità tra i vari Paesi, e speriamo che gli Stati del G7 si impegnino a renderlo realtà.
«Ci aspettiamo dunque che i paesi del G7 – ribadisce Vardakastanis – traducano le priorità politiche che verranno fissate sulla Carta di Solfagnano in impegni chiari e specifici, durante il Vertice Globale sulla Disabilità che si terrà a Berlino nel mese di aprile del prossimo anno, organizzato dalla Germania e dalla Giordania, terzo incontro internazionale di questo tipo. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: André Felix (andre.felix@edf-feph.org), cui scrivere in lingua inglese.
Il G7
Il G7 (Gruppo dei Sette) è un gruppo informale comprendente sette Paesi ad economia avanzata, ossia Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti, cui si affianca, come accadrà in Umbria per il G7 Inclusione e Disabilità, l’Unione Europea.
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