Un accorato appello per un rilancio delle politiche globali a favore dei diritti delle persone con disabilità, basato sui principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: è quello lanciato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), durante il G7 Inclusione e Disabilità, in corso di svolgimento in Umbria.
Nel corso del suo intervento, denominato Le politiche future per la disabilità: un nuovo welfare per tutti. Diritti, Inclusione Sociale e Pari Opportunità, cui di seguito diamo spazio integralmente, il presidente della Federazione Vincenzo Falabella ha sottolineato tra l’altro come «il G7 debba dimostrare di non essere una fortezza chiusa, ma un’offerta di valori aperta al mondo, che costruisca sviluppo e crescita basati sui diritti garantiti a tutti, senza escludere nessuno. Il motto Nulla su di Noi senza di Noi deve diventare una pratica operativa, affinché le decisioni che influenzano direttamente le vite delle persone con disabilità siano prese con il coinvolgimento attivo delle stesse».
Le politiche future per la disabilità: un nuovo welfare per tutti. Diritti, Inclusione Sociale e Pari Opportunità
Le basi per il rilancio dei diritti
I princìpi contenuti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata con la Legge 18 del 2009 dall’Italia, costituiscono un manifesto ideale per la Federazione che qui mi onoro di rappresentare e per l’intera rete associativa che vi si riconosce e che individua nella FISH la propria voce unitaria nei confronti delle principali Istituzioni del Paese.
Il richiamo forte, chiaro e ineludibile all’eguaglianza e alle pari opportunità delle persone con disabilità con il resto della popolazione, contenuto nel dettato della Convenzione ONU, impone di avere una nuova visione e di programmare politiche mirate che riducano sempre più tutte le forme di diseguaglianza, comprese quelle di genere e di età, che purtroppo ancor oggi sono molto pregnanti nelle diverse aree geografiche del mondo.
Anche se esiste tale riferimento ideale e politico, è altrettanto vero che le persone con disabilità e le loro famiglie continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione nella società e a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte del mondo e in diversi momenti della loro vita.
Riconosciamo l’alto valore dei princìpi che hanno ispirato l’organizzazione di questo importante G7, e sappiamo che rappresenta una vera e propria occasione per tutti, un’opportunità che vogliamo venga colta e tradotta in concrete politiche di intervento per i cittadini, per le cittadine con disabilità e per le loro famiglie, che hanno necessità di risposte immediate e urgenti in merito ai loro bisogni e ai loro diritti.
Questo G7 deve dimostrare di non essere una sorta di fortezza chiusa che deve difendersi da qualcosa o da qualcuno, ma deve rappresentare un’offerta di valori che si apre al mondo e che vuole costruire sviluppo e crescita, resi possibili solo se vengano realmente garantiti diritti per tutti, senza esclusione di nessuno.
Su questo ci deve essere piena consapevolezza e convergenza!
Occorre costruire una sana politica per guardare con speranza e fiducia il nostro futuro, ben sapendo, purtroppo, che la società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono certamente con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Occorrono reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti.
Ma entriamo nel merito del dibattito che vedrà tutti Noi, indiscussi protagonisti.
Doveroso richiamare la grande crisi mondiale conseguente alla pandemia da Covid-19, una vera e propria “catastrofe”, che oltre a mettere a dura prova tutti i sistemi di protezione esistenti, ha fatto precipitare moltissime persone in uno stato di forte preoccupazione.
Queste preoccupazioni sono state e lo sono tutt’ora ancora più forti tra le migliaia di persone con disabilità e le loro famiglie, le cui condizioni di vita sono già ampiamente determinate da livelli di protezione e inclusione sociale non propriamente e adeguatamente compiuti.
Un periodo, quello del Covid, dove sono state messe particolarmente a repentaglio le nostre libertà e le nostre democrazie.
Sappiamo, perché ne siamo quotidiani testimoni, che gli sforzi e i rischi delle persone con disabilità e delle loro famiglie sono stati, e lo saranno nel prossimo futuro, notevolmente maggiori, di tanti altri nostri concittadini con cui condividiamo gli stessi stati d’animo e l’appartenenza alla stessa comunità.
Non possiamo nascondere come l’impatto della pandemia ci stia obbligando a ripensare molti interventi nella nostra vita e a rimodulare alcune priorità in una direzione che preveda innanzitutto la garanzia di una maggiore tutela della salute e della sicurezza di coloro che sono più vulnerabili ai rischi connessi alla condizione di salute e alla condizione di disabilità.
Tra queste priorità vi è l’impellente necessità di passare da un welfare di pura protezione e assistenza, risultato inadeguato, ad un welfare di inclusione e riconoscimento dei diritti, come peraltro affermato dalla precedente commissaria europea all’Uguaglianza Helena Dalli.
Mai come adesso è quindi richiesta la massima attenzione e il massimo impegno per fare in modo che siano assicurati, alle persone con disabilità e alle loro famiglie, tutti i servizi essenziali e garantiti i diritti e le libertà fondamentali.
Occorre mettere a sistema gli sforzi e le diverse linee di azione, costruendo un nuovo modello di sviluppo con adeguate risorse aggiuntive, collegate magari ad una parte degli extra-profitti derivanti dai beni di lusso immobilizzati nelle diverse giurisdizioni.
Alla luce di questi fatti e di queste considerazioni, frutto per altro di un accurato confronto all’interno della rete associativa che si riconosce nella Federazione che qui rappresento, sento il diritto-dovere di sollecitare il dibattito politico internazionale e stimolare l’azione coordinata e sinergica dei Governi oggi qui presenti.
Sia avviata da subito una nuova stagione di programmazione degli interventi e dei servizi nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive che siano di rilancio per i nostri Paesi e che abbiano un impatto concreto e migliorativo sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre famiglie.
Sappiamo comunque che il quadro geopolitico non è dei migliori, l’escalation dei conflitti mondiali in corso ha avuto e avrà un impatto concreto sui mercati e sulle economie dei nostri Paesi, andando a condizionare scelte e decisioni.
Sta a Voi saper individuare le priorità e le politiche di intervento che vadano comunque a garantire diritti e pari opportunità per tutti i cittadini e cittadine, a maggior ragione per quelli a rischio di esclusione ed emarginazione.
Contemporaneamente predisponete un rigoroso percorso di monitoraggio di modo che i diritti conclamati siano effettivamente fruiti. Un impegno concreto, non più rinviabile, che qui oggi dovrà essere assunto con la sottoscrizione della Carta di Solfagnano.
Ci aspettiamo quindi che gli impegni che sottoscriverete, chiari e con risorse sufficienti per realizzare tali cambiamenti, si traducano in azioni concrete che migliorino significativamente le nostre vite e che il motto Nulla su di Noi senza di Noi diventi una pratica operativa ogni qual volta si dovranno prendere decisioni che avranno una ricaduta concreta sulla vita dei cittadini e cittadine con disabilità e delle loro famiglie.
Questo è un impegno a cui non Vi potete certamente più sottrarre.
Noi, rappresentanti del movimento associativo del mondo della disabilità, mettendo da parte la sterile rabbia e l’improduttivo mugugno, sosterremo, con l’autorevolezza costruita nel corso di questi lunghissimi anni di rappresentanza, le vostre scelte solo se condivise, concordate e pianificate, ben sapendo che non andremo mai a negoziare i diritti dei cittadini e cittadine che rappresentiamo.
Una rappresentanza che oggi nel mondo conta oltre 1 miliardo e 300.000 persone con disabilità, il 18% della popolazione mondiale. Di queste il 20% sono cittadini poveri, particolarmente colpiti da guerre, povertà e disastri naturali. Le più discriminate sono le bambine, le ragazze e le donne con disabilità, in particolare le donne non in grado di autodeterminarsi, vittime spesso di violenze e abusi.
Non possiamo più volgere lo sguardo altrove!
Bisogna rinsaldare i rapporti tra i diversi Paesi e costruire politiche inclusive, così da garantire uguaglianza e pari opportunità per tutti.
L’Italia ha scelto per questa presidenza un simbolo significativo della nostra identità, che è l’ulivo secolare con le sue radici solide, le sue fronde proiettate nel futuro e le sette olive che rappresentano le sette nazioni oggi qui presenti. Un simbolo, questo, volto a rafforzare la cooperazione per cambiare il mondo, ea aggiungo, un invito a considerare le persone nella loro interezza prima ancora della loro condizione di disabilità.
Oggi siamo al centro del mondo e gli occhi del mondo sono puntati su di Noi, sta a Noi, ora stupire e tracciare la rotta del cambiamento.
Non solo a parole, ma con i fatti e l’impegno di tutti, il rilancio sarà possibile e sarà per tutti!
Concludo richiamando ancora una volta il “nostro” motto Nulla su di Noi senza di Noi: che non vuole rappresentare un mero slogan rivendicativo, ma una modalità di confronto tra la politica ed il nostro movimento associativo per cambiare realmente il mondo.