Se mi chiedessero quale potrebbe essere una canzone che rimanda al concetto di cultura, risponderei certamente: Andrea! di Fabrizio De André.
Andrea aveva «occhi di bosco». Era «contadino del regno […] coglieva, raccoglieva violette ai bordi del pozzo».
La metafora del coltivare calza a pennello quando si parla di cultura, e questo ce lo spiega molto bene il teologo Vito Mancuso nel suo libro dal titolo Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione (Garzanti, 2024).
Mancuso, infatti, ci spiega: «[…] Non c’è nulla di più importante della cultura, il cui nome deriva da coltura, ovvero coltivazione, e quello che imparerete a coltivare sarà la vostra interiorità […]. La gioia è la prima cosa da ricercare, da volere “ante omnia”, prima di tutto il resto, e quindi si può dire che chi vive nella gioia ha compiuto lo scopo del suo essere qui».
Queste parole le ho fatte mie: mi hanno dato l’opportunità di riflettere sul mio ruolo nel mondo, su che traccia dare alla mia esistenza. Come posso “coltivare la mia interiorità”, come posso “vivere nella gioia”?
La risposta, leggendo questo pensiero, è stata immediata: posso dare un contributo alla società in cui vivo, “facendo cultura”, promuovendola, valorizzando e stimolando una riflessione collettiva su tutti quei temi che sono parte integrante della mia, ma anche di altrui identità, su tutte quelle istanze che riguardano la disabilità, e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.
Dunque, sono partito da questa considerazione per poi scrivere Scritti imprudenti – Idee e riflessioni intorno alla disabilità.
Si tratta della mia ultima fatica che nelle prossime settimane verrà pubblicata da edizioni la meridiana. Mi piace definire questo libro, per utilizzare un termine un po’ “rurale”, una raccolta.
In particolare, Scritti imprudenti è una raccolta di articoli che ho scritto per la rivista mensile «Il Messaggero di Sant’Antonio» e per il portale d’informazione on-line SuperAbile.it.
Diverse sono le tematiche approfondite, come diversi sono i “contenitori concettuali” in cui vengono suddivise: democrazia e inclusione sociale; l’immaginario collettivo sulle persone con disabilità; i “contesti di fiducia”; le relazioni e le buone azioni nella Chiesa; corpo, desiderio e sessualità; genitorialità; e, infine, un piccolo “spazio” su alcuni personaggi pubblici, che ho avuto modo di conoscere, sia personalmente che attraverso i social.
Come ha scritto nella sua prefazione il mio caro amico Marco Espa, presidente nazionale dell’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), il fine di questo libro è un po’ quello di «contaminare, contaminarci», di imbatterci sulla «pietra dello scandalo», la «pietra scartata che crea inciampo, molestia, interrompe l’ordinario muoversi delle cose […]. L’orgoglio di suscitare cambiamento, ribaltamento, sovversione e rivoluzione permanente e insieme leggerezza, costruzione, energia, cambiamenti culturali costanti nelle nostre relazioni e nella società che ci circonda».
Che altro dire? Vi invito a farvi una passeggiata tra i miei “raccolti”. Potreste anche (spoiler!) inciampare in una presentazione davvero colorita di Federico Taddìa – autore, conduttore televisivo e radiofonico, saggista, giornalista e divulgatore scientifico – e in una postfazione molto accurata del cardinale di Bologna e presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), Matteo Maria Zuppi.
Buona lettura! Dal contadino, Claudio Imprudente.
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
Nella colonnina a fianco dell’articolo intitolato “Pensiero Imprudente”: L’educazione? Un viaggio in tandem! (Articoli correlati, a questo link), tutti i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.
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