G7 Inclusione e Disabilità: ora non si può più tornare indietro

«Ora non si può più tornare indietro. Gli impegni assunti con la “Carta di Solfagnano” dovranno portare i Paesi sottoscrittori a cambiare rotta, ad essere più concreti nelle politiche e ad investire sempre più risorse affinché i diritti siano realmente esigibili, per non lasciare indietro nessuno e garantire diritti e pari opportunità»: così il Presidente della Federazione FISH Falabella, a conclusione del G7 Inclusione e Disabilità, tenutosi in Umbria, che ha prodotto il documento conclusivo denominato “Carta di Solfagnano”, di cui proponiamo gli otto temi individuati come prioritari

G7 Inclusione e Disabilità

I rappresentanti istituzionali dei Paesi del G7, riuniti in Umbria per il G7 Inclusione e Disabilità

«Ritengo che questo evento abbia segnato un cambiamento di rotta, in primis grazie alla partecipazione attiva del movimento associativo». È questo il primo commento di Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a conclusione del G7 Inclusione e Disabilità, tenutosi nei giorni scorsi in Umbria, con la produzione del documento finale denominato Carta di Solfagnano (se ne legga anche nel box in calce).
«La nostra Federazione – prosegue Falabella – ha sostanzialmente tracciato la linea del dibattito all’interno del G7 nel proprio intervento di apertura, toccando temi di rilevanza internazionale. Dai vari panel dedicati ai rispettivi temi, è emerso inoltre che il sistema Italia è molto più avanti di quello di altri Paesi del G7. Significativo in tal senso, è stato l’intervento del Ministro del Sudafrica, che presiederà il prossimo G20, con l’anticipazione del fatto che il tema della disabilità sarà inserito in tale sede tra le priorità di discussione».

«Ancora una volta – annota poi il Presidente della FISH – il movimento associativo ha dato prova di saper tradurre in atti concreti le istanze che arrivano quotidianamente dai cittadini e dalle cittadine con disabilità e dalle loro famiglie. Ora non si può più tornare indietro. Gli impegni assunti all’interno della Carta di Solfagnano dovranno portare i Paesi sottoscrittori a cambiare rotta, ad essere più concreti nelle politiche e ad investire sempre più risorse affinché i diritti siano realmente esigibili, per non lasciare indietro nessuno e garantire diritti e pari opportunità. Il rilancio è possibile, se fatto insieme, con convinzione e determinazione. Solo così, infatti, possiamo rilanciare le economie dei nostri Paesi, solo così possiamo scardinare stigmi e pregiudizi».

«Il G7 in Umbria – si legge in una nota diffusa dalla FISH – ha ribadito il proprio impegno a promuovere la piena ed effettiva partecipazione delle persone con disabilità in ogni aspetto della vita sociale, economica, culturale e politica. La Carta di Solfagnano rappresenta un ulteriore passo verso l’inclusione, con un forte richiamo ai principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e al fondamentale motto Nulla su di Noi senza di Noi, il tutto ponendo l’accento su questioni cruciali come l’accessibilità, il diritto a una vita indipendente, il lavoro dignitoso, l’accesso alle attività sportive e culturali, servizi comunitari adeguati, l’uso di nuove tecnologie inclusive. Tutti temi su cui la nostra Federazione è da sempre in prima linea». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

La Carta di Solfagnano
Disponibile al momento in lingua inglese (a questo link), la Carta di Solfagnano, documento conclusivo del G7 Inclusione e Disabilità, svoltosi in Umbria a Presidenza italiana, ha individuato come prioritari otto diversi temi, allo scopo, come si legge nel documento, «di garantire la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica di tutte le persone con disabilità». Li elenchiamo qui di seguito:
1. L’inclusione come questione prioritaria nell’agenda politica di tutti i Paesi;
2. L’accesso e l’accessibilità;
3. La vita autonoma e indipendente;
4. La valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa;
5. La promozione di nuove tecnologie;
6. La dimensione sportiva, ricreativa e culturale della vita;
7. La dignità della vita e servizi adeguati a livello comunitario;
8. La prevenzione e la gestione della preparazione alle emergenze e delle situazioni di gestione post-emergenza, comprese le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie.

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