I beneficiari e le beneficiarie dell’amministrazione di sostegno

La scorsa settimana avevamo segnalato il ciclo di incontri “2004-2024. Vent’anni di amministrazione di sostegno”, promosso a Bologna nell’àmbito del progetto “SOStengo! Azioni di valorizzazione e supporto in tema di amministratore di sostegno”, che avrebbe dovuto iniziare oggi, 21 ottobre, ciò che però non avverrà, a causa della grave situazione ambientale che ha interessato Bologna in questi giorni. Sull’iniziativa, per altro, Simona Lancioni aveva espresso alcune riflessioni, dando seguito a uno scambio di opinioni con gli organizzatori degli incontri, cui ben volentieri diamo spazio

Elaborazione grafica sull'assistenza alle persone con disabilitàLa scorsa settimana avevamo segnalato sulle nostre pagine il ciclo di tre incontri denominato 2004-2024. Vent’anni di amministrazione di sostegno, promosso nell’àmbito del progetto SOStengo! Azioni di valorizzazione e supporto in tema di amministratore di sostegno, iniziativa dell’Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città Metropolitana di Bologna.
Il ciclo avrebbe dovuto iniziare oggi, 21 ottobre, ciò che però non avverrà, a causa della grave situazione ambientale che ha interessato in questi giorni il capoluogo emiliano.
Sull’iniziativa, per altro, Simona Lancioni, che aveva espresso alcune considerazioni sui contenuti del programma proposto, vi è stato nei giorni scorsi uno scambio di opinioni tra la stessa Lancioni e gli organizzatori del ciclo di incontri, cui diamo spazio qui di seguito, a partire da un chiarimento sul titolo dell’intervento di Andrea Morniroli, uguale, come aveva sottolineato Lancioni, a quello di una campagna di sensibilizzazione lanciata nello scorso mese di maggio dall’Associazione Diritti alla Follia, per promuovere la sottoscrizione della Proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione e per la riforma dell’amministrazione di sostegno.

Siamo stati contattatati dal dottor Andrea Morniroli, del Forum Disuguaglianze Diversità, il quale ci dice di non essere a conoscenza della campagna di sensibilizzazione Fragili, a chi?! (lanciata lo scorso maggio dall’Associazione Diritti alla Follia per promuovere la sottoscrizione della Proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione e per la riforma dell’amministrazione di sostegno). Dice che lo slogan è stato formulato per assonanza con il titolo di una sua pubblicazione, realizzata assieme a Enrica Morlicchio, Poveri a chi? Napoli (Italia), edita da EGA-Edizioni del Gruppo Abele nel 2013. Effettivamente vi è una somiglianza, dunque crediamo alla buona fede di Morniroli.
Abbiamo chiesto allo stesso se fosse un beneficiario dell’amministrazione di sostegno. Morniroli ha detto di non esserlo. Dunque dobbiamo concludere che nessun beneficiario di amministrazione di sostegno interverrà agli incontri di Bologna in qualità di relatore. Com’è possibile?
A questo punto abbiamo ricevuto e ben volentieri diamo spazio a un riscontro da parte dell’Ufficio di Coordinamento Organizzativo del Servizio SOStengo!

«Abbiamo ricevuto la Vostra mail e ringraziamo per la segnalazione della nostra iniziativa, esito di un accurato lavoro di rete.
Siamo lieti ci sia stato un chiarimento con il dott. Morniroli circa il suo intervento. Riteniamo potesse essere più opportuno un contatto previo di verifica, prima di pubblicare una accusa di plagio già rilanciata, peraltro, da diverse fonti. Segnaliamo infatti che lo slogan Fragili a chi? trova anche in rete diversi utilizzi in contesti e luoghi diversificati, anche nelle progettualità della stessa Città Metropolitana di Bologna.
Per quanto riguarda il coinvolgimento della figura del beneficiario, ci preme specificare che tutti e tre gli incontri sono stati costruiti anche in interlocuzione con loro, attraverso i referenti sul territorio, con cui SOStengo ha continue interlocuzioni. Ci spiace quindi che anche in questo caso sia stata lanciata un’accusa di mancata attenzione prima di approfondimenti.
Attestiamo piena disponibilità ad un incontro, ritenendo che il confronto concreto sulle tematiche di interesse comune sia foriero di ben più significativi risultati rispetto a lanci di stampa».

Ringraziamo l’Ufficio di Coordinamento Organizzativo del Servizio SOStengo per questa, non scontata, risposta, che apprezziamo molto perché ci offre l’occasione per aprire un dialogo.
La ragione delle nostre perplessità risiede nel fatto che riteniamo che costruire incontri pubblici in interlocuzione con i/le beneficiari/e non ha lo stesso significato che riconoscere ai/alle beneficiari/e la capacità di autorappresentarsi nei contesti pubblici nei quali si parla di un istituto di tutela giuridica che sulla carta dovrebbe garantire la loro autodeterminazione, ma nella prassi è spesso applicato quale regime decisionale sostitutivo.
Anche l’organizzazione di un ciclo di incontri nei quali la loro voce dovrebbe essere protagonista, ma è di fatto assente, ci sembra espressione della stessa modalità decisionale sostitutiva che il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità ha raccomodato all’Italia di abolire nelle sue Osservazioni Conclusive del 2016 (disponibili a questo link). Trascriviamo di seguito i punti interessati:
«Uguale riconoscimento davanti alla legge (articolo 12)
27.
Il Comitato è preoccupato che continui ad essere attuata la pratica della sostituzione nella presa di decisioni attraverso il meccanismo di sostegno amministrativo “Amministrazione di sostegno”.
28. Il Comitato raccomanda di abrogare tutte le leggi che permettono la sostituzione nella presa di decisioni da parte dei tutori legali, compreso il meccanismo dell’amministratore di sostegno, e di emanare a attuare provvedimenti per il sostegno alla presa di decisioni, compresa la formazione dei professionisti che operano nei sistemi giudiziario, sanitaria e sociale».
Concordiamo con SOStengo quando dice che avremmo potuto contattarlo preventivamente, ci scusiamo di questa pratica irrituale, e tuttavia abbiamo ritenuto che questa prassi (perché di prassi stiamo parlando) di organizzare convegni/seminari/incontri in tema di amministrazione di sostegno senza i/le beneficiari/e, con il messaggio implicito che la voce di un qualunque altro soggetto (Giudice Tutelare, amministratori/trici di sostegno, assistenti sociali, personale sanitario ecc.) sia più autorevole di quella dei beneficiari/e stessi/e, meritasse un confronto pubblico. Questo non per mettere SOStengo in stato d’accusa, non lo conosciamo e non abbiamo alcun sospeso con esso, ma per fare emergere una questione che se risolta privatamente sarebbe stata ancora una volta resa invisibile.
Dal nostro punto di vista, non ci sono soggetti più autorevoli dei beneficiari/e per parlare di questo tema, dunque sebbene sia corretto che anche le altre figure coinvolte nell’amministrazione di sostegno possano venire chiamate in qualità di relatori/trici, se l’organizzazione è tale per cui solo queste figure hanno voce in capitolo, mentre la voce dei beneficiari/e è considerata irrilevante o non essenziale, riteniamo che ciò sia in contrasto con l’articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che, lo ricondiamo, è stata ratificata dall’Italia con la Legge 18/09, e dunque non può essere disattesa in sede di applicazione operativa di una norma ordinaria (quale è appunto la Legge 6/04 che ha istituito l’amministrazione di sostegno). Il motto della Convenzione ONU è, appunto, Nulla su di Noi, senza di Noi.
Dunque il nostro intento non è quello di colpevolizzare questo o quel soggetto che “si scorda di far parlare i/le beneficiari/e”, quasi tutti questi eventi sono organizzati così, ma iniziare a mettere in discussione questa modalità organizzativa pubblicamente, perché quando lo abbiamo fatto in privato questo non ha minimamente inciso su una prassi sostituiva generale.
Il Centro Informareun’h riceve frequentemente segnalazioni di abusi e violenze terribili subite da persone sottoposte ad amministrazione di sostegno e dai loro familiari (alcune sono pubblicate a questo link), come possono emergere queste situazioni e queste dinamiche se – e invitiamo SOStengo a farci caso – quasi tutti omettono di far parlare queste persone negli incontri pubblici?
Dunque non vogliamo colpevolizzare SOStengo, ma abbiamo un disperato bisogno che chi opera in questo àmbito inizi a porre a tema che nell’applicazione dell’amministrazione di sostegno c’è qualcosa che non va, e che questo diventi oggetto di confronto pubblico. Come in questo caso.
Dunque ora SOStengo può interpretare queste nostre osservazioni come un’occasione di pubblicità per un piccolo Centro, come Informare un’h, ma assicuriamo che non è questo che ci muove, oppure SOStengo potrebbe iniziare a chiedersi – come abbiamo fatto noi – come mai le persone sottoposte ad amministrazione di sostegno non hanno quasi mai l’opportunità di autorappresentarsi in contesti in cui dovrebbero essere loro le protagoniste. Se lo farà, anche senza comunicarcelo, gliene saremmo grati/e.

Responsabile del Centro Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa).

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