L’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ha lanciato la guida A disability-inclusive Artificial Intelligence Act (AI Act): A guide to monitor implementation in your country (“Direttiva sull’intelligenza artificiale che includa la disabilità: una guida per monitorare l’attuazione nel tuo Paese”), durante un evento dello scorso 15 ottobre che ha riunito attivisti per i diritti digitali e per i diritti delle persone con disabilità con l’obiettivo di discutere su come garantire un’intelligenza artificiale inclusiva.
Questa guida (disponibile integralmente a questo link in inglese) analizza le sezioni dell’AI Act più rilevanti per i diritti delle persone con disabilità, offrendo consigli pratici per la difesa e l’impegno nello sviluppo delle politiche nazionali sull’intelligenza artificiale.
Tre i principali nodi da sciogliere e messi in evidenza nella guida. Innanzitutto l’AI Act dell’Unione Europea rappresenta un’opportunità, ma le organizzazioni nazionali e gli attivisti devono essere vigili affinché tale provvedimento venga implementato correttamente dalle autorità nazionali. Da qui nasce l’esigenza per gli attori della società civile e per gli attivisti di formare alleanze forti in tutti i Paesi per fare pressione sulle autorità affinché creino leggi sull’intelligenza artificiale che completino al meglio l’AI Act.
Infine desta particolare attenzione e anche preoccupazione l’ampia esenzione dell’AI Act per «usi di sicurezza nazionale» e le eccezioni per le forze dell’ordine.
L’incontro per la presentazione della guida è stato aperto da Maureen Piggot, membro del Comitato Esecutivo dell’EDF, che ha illustrato aspetti positivi e negativi della tecnologia attuale legata all’intelligenza artificiale. Quest’ultima, infatti, può essere utilizzata per potenziare la tecnologia assistiva, come gli assistenti vocali personali, o ancora per supportare le persone con disabilità rendendo le informazioni accessibili o fornendo traduzioni in tempo reale. Ma può anche amplificare la discriminazione (ad esempio, analizzando le espressioni facciali) o rendere le persone più vulnerabili a frodi e disinformazione.
Kave Noori, responsabile delle Politiche sull’Intelligenza Artificiale dell’EDF, ha dichiarato che lo scopo di questa guida è spiegare l’AI Act dell’Unione Europea ai sostenitori dei diritti delle persone con disabilità. Il manuale mira anche ad illustrare come è possibile sollecitare le autorità nazionali affinché i diritti delle persone con disabilità siano rispettati. Noori ha spiegato che l’AI Act classifica i sistemi in diversi livelli di rischio e i sistemi ad alto rischio devono essere accessibili e utilizzati in modo trasparente, con alcune eccezioni. Ha sottolineato come l’EDF e organizzazioni per i diritti digitali come l’EDRi (European Digital Rights) e l’ECNL (European Center for Not-for-Profit Law) abbiano contribuito a includere requisiti di accessibilità e trasparenza nell’AI Act.
Karolina Iwanska, consulente per lo Spazio Civico Digitale presso l’ECNL, ha sottolineato che la maggior parte delle disposizioni dell’AI Act entreranno in vigore nell’agosto 2026, lasciando al massimo due anni per influenzare le politiche dei singoli Stati. Tuttavia, alcuni Paesi hanno già predisposto le relative legislazioni nazionali.
Milla Vidina, infine, consulente senior per le politiche presso Equinet, la Rete Europea degli Organismi per l’Uguaglianza, ha spiegato che l’AI Act è una normativa di tutela dei consumatori, con obblighi che mirano a far sì che le aziende si comportino in modo da non violare i diritti umani. Tuttavia è un diritto “debole”: ad esempio, non è possibile per un’organizzazione presentare un reclamo per conto di un individuo o supportare una persona nel presentare un reclamo. (Carmela Cioffi)
Ricordiamo ancora che è possibile consultare la guida completa A disability-inclusive Artificial Intelligence Act: A guide to monitor implementation in your country a questo link. Per ogni ulteriore informazione: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF: da contattare in inglese), andre.felix@edf-feph.org.