“Dimenticate”, nel Lazio, 19 persone adulte con autismo e disabilità complessa

Come denuncia l’Associazione Casa al Plurale, ci sono 19 persone adulte con disturbi dello spettro autistico e disabilità complessa rimaste escluse dalla lista di quelle 87 per le quali si è trovata una soluzione dopo la discussione tra Regione Lazio e Comune di Roma in merito alla corretta ripartizione dei costi per la loro assistenza: per queste persone con disabilità, al momento, non vi è alcuna certezza di poter continuare a restare nelle casa famiglia dove sono state accolte in questi anni. Sono apparentemente “dimenticate”

Viso di uomo con mano sul volto ed espressione di sconfortoCi sono 19 persone adulte con disturbi dello spettro autistico e disabilità complessa rimaste escluse dalla lista di quelle 87 per le quali si è trovata una soluzione dopo la discussione tra Regione Lazio e Comune di Roma in merito alla corretta ripartizione dei costi per la loro assistenza: per queste persone con disabilità, al momento, non vi è alcuna certezza di poter continuare a restare nelle casa famiglia dove sono state accolte in questi anni. Sono “apparentemente dimenticate”.
A segnalare questa situazione, che vede appunto 19 persone con autismo di fronte all’interruzione del programma di assistenza e di inclusione sociale e le loro famiglie nella necessità di capire al più presto come procedere, è stata Casa al Plurale, l’Associazione di coordinamento delle case famiglia di Roma e del Lazio, con una lettera inviata congiuntamente al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.
«Siamo certi – si legge nella missiva – che riuscirete a trovare una soluzione pragmatica. Le Istituzioni che rappresentate hanno prima aiutato queste 19 famiglie a trovare una soluzione di vita per i loro figli, e ora rischiano di non avere risposta per un problema burocratico di ripartizione di costi».
La questione sembrava aver trovato una conclusione nell’estate scorsa: nella Delibera di Giunta Regionale 983/23, infatti, e nei successivi provvedimenti relativi alla continuità assistenziale delle persone adulte con disturbi dello spettro autistico e disabilità complessa, si era stabilito che le persone con disabilità venissero prese in carico dalla gestione dei servizi socioassistenziali dei Comuni di residenza e che le ASL non dessero vita a nuovi inserimenti in strutture socioassistenziali. In tal senso, nelle ricognizioni effettuate dalla Regione Lazio risultava pari ad 87 il numero delle persone che dovevano passare alla gestione dei servizi del Comune di Roma e di altri Comuni del Lazio, un numero, però, che non tornava.

«Già negli incontri con le famiglie avvenuti nel giugno scorso – si sottolinea nella lettera dell’Associazione Casa al Plurale -, molti nostri associati hanno segnalato che la lista delle 87 persone per i quali è stata trovata una soluzione a carico del Comune di Roma e degli altri Comuni del Lazio era incompleta, facendo riferimento ad una fotografia delle convenzioni stipulate dalle ASL datata nel tempo. Ma le 19 persone rimaste escluse cosa hanno di diverso dai primi 87? Come gli altri, sono persone con disturbo dello spettro autistico e disabilità complessa. Come gli altri, hanno avuto un Piano di Assistenza Individuale (PAI) approvato dall’ASL. Come gli altri, sono stati inviati dalla ASL di residenza a una casa-famiglia con convenzione dell’ASL stessa per la copertura dei costi. Apparentemente, sono stati dimenticati dall’istituzione che avrebbe dovuto averne cura».

Ad oggi, dunque, per almeno 19 persone ospitate in casa-famiglia sono purtroppo scadute le convenzioni con le ASL e non sono state rinnovate. Dal canto suo, il Comune di Roma risulta essere vincolato alla lista degli 87 nominativi definita dalla Regione e quest’ultima non interviene: è lo stallo che viene messo in evidenza.
Le organizzazioni che gestiscono le case famiglia, che finora non hanno interrotto i piani di assistenza individuale, confidando in una logica prosecuzione dei piani di assistenza individuale a suo tempo deliberati dalle ASL, non potranno sostenere l’onere economico di questa situazione per molto tempo e si trovano pertanto di fronte a decisioni dolorose e difficili. (Carmela Cioffi)

Per ulteriori informazioni: carmelacioffi@gmail.com.

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