Se in Lombardia sta succedendo quello che abbiamo letto in Superando (Sempre più determinati a far valere i diritti delle famiglie e dei caregiver), cosa succede in tutte le restanti diciannove Regioni?
Abbiamo un resoconto per il Veneto grazie ad un’indagine condotta dalla CISL su poco più di 500 suoi iscritti e quel resoconto è preoccupante. Ma tutte le altre Regioni?
Il Fondo Nazionale Caregiver dirottato alle Regioni è esaurito ovunque e, come sanno tutti, il comma istitutivo del Fondo stesso (articolo 1, comma 254 nella Legge di Bilancio per il 2018) è stato abrogato dal governo corrente nella Finanziaria per il 2023. Quindi quale misura ha approntato il Governo per sopperire a questo intervento che è fondamentale per i caregiver familiari, seppur non risolutivo?
Quello che si sa è che la voce caregiver familiare è stata fatta scivolare in quel gran calderone chiamato Fondo per la Non Autosufficienza, in cui, per poco più di 500 milioni di euro, si devono finanziate tutti gli interventi destinati alle persone con disabilità e ai loro bisogni in Italia. Ma i caregiver familiari non sono persone con disabilità, possono esserlo, ma sono persone con un ruolo diverso, orfane di legge per di più, quindi che c’azzecca con il Fondo per la Non Autosufficienza?
Non dovrebbe la categoria essere di sola competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e godere di uno spazio tutto per sé, anche digitale sul sito governativo, dove siano raccolte tutte le informazioni utili e gli sportelli a cui eventualmente rivolgersi? Non sarebbe ora che ci fosse lo spazio dedicato per i caregiver familiari o dobbiamo sempre essere sottovalutati, non considerati o accorpati come “appendici alla disabilità”?
E veniamo all’iter di legge su questo tema: al momento siamo al passaggio del Comitato ristretto per cui la Commissione deputata deve distillare un testo dai ben 9 (nove!) Disegni di Legge presentati, tra i quali c’è n’è pure uno che vuole cambiare il comma 255, cioè la definizione legale della categoria (per la quale ci volle una fatica di Sisifo, per fare uscire nel 2017 una definizione legale!) e magari trasformare chiunque in caregiver familiare, basta che sia parente, non importa se domiciliato altrove!
Dei lavori del Tavolo Interministeriale (scaduto a fine luglio 2024), tanto propagandato quanto misterioso, nulla si sa: tutto è stato blindato e le Associazioni formate da familiari caregiver minori, oncologici, H24, universitari, di pazienti psichiatrici sono state escluse, in barba alla trasparenza obbligatoria delle Pubbliche Amministrazioni e all’inclusione (“tutto su di noi senza di noi”, insomma…).
Quindi: quali sono i contributi per la Commissione alla Camera per il licenziando testo di legge? Quello che salta agli occhi è l’assoluto silenzio stampa da ogni parte: non c’è un politico anche locale che sia uscito con un articolo al riguardo, eppure sappiamo in quale condizione economica e psicologica versino molti dei caregiver familiari. Nessuno, nemmeno per mero motivo elettorale (da poco il voto in Liguria, a breve in Umbria e in Emilia Romagna), ha detto o sta dicendo alcunché al riguardo. E parliamo di alcuni milioni di italiani che sarebbero comunque da considerare, a prescindere dall’entità numerica!
La cronaca nera riporta però implacabilmente i tragici fatti, che stanno aumentando vertiginosamente: se la media mensile era di tre/quattro dopo il Covid, a settembre 2024 sono stati 13 gli episodi di caregiver familiare che uccide il proprio caro e poi anche tenta il suicidio.
Anche su questo il silenzio assoluto, persino quando vi è stato lo scandalo mediatico del pover’uomo pizzicato dal giornalista che ha mandato in diretta la confessione: nessuno che abbia avuto almeno il senso civico di dire che non si possono violare i diritti di base di una persona e sbatterla a tutto schermo. Silenzio su tutto, dappertutto! In Italia.
Per fortuna esiste l’Europa e il Parlamento Europeo, che il 24 ottobre scorso, a epilogo di mesi di lavori da parte di tutta la rete delle Associazioni di familiari assistenti di tutta Europa, Italia compresa, ha presentato e discusso a Bruxelles la Carta Europea dei Diritti dei Caregiver Familiari. Sicuramente è una garanzia affinché nel nostro Paese non possa essere scritto niente di meno o magari (non si sa mai) di contraddittorio. Inoltre, il lavoro del network non si è fermato qui, ma prosegue nell’indagare a fondo, per ogni Stato Membro, quale sia la situazione effettiva dei caregiver familiari, quali leggi esistano e come siano applicate.
Staremo quindi a vedere che cosa ha in serbo per noi il futuro, dato che nonostante abbiamo scritto anche alla presidente del Consiglio Meloni, in Legge di Bilancio non sarà ripristinato il Fondo a dote della licenzianda legge. Forse qualche Comune stanzierà qualcosa, ma mancando la Legge Nazionale e la volontà di riconoscere la categoria veramente e non solo formalmente, parlando di tutele indefinite, andremo avanti al solito: chi ha i soldi si salva, gli altri… che spingano!