Le Istituzioni e la tutela della dignità: la storia di Marta Garofalo Spagnolo

L’Associazione Diritti alla Follia ha organizzato il convegno “Le Istituzioni e la tutela della dignità della persona: la storia di Marta Garofalo Spagnolo”, in programma a Lecce per il 22 novembre, ma fruibile anche online. Come esplicitato anche nel titolo, l’incontro intende approfondire la dolorosa vicenda di Marta Garofalo Spagnolo, giovane donna che nella sua vita ha subito gravi restrizioni delle libertà inviolabili, tra le quali è risultata fatale l’essere stata sottoposta, contro la sua volontà, all’amministrazione di sostegno

Giovane nel buio, con mani nere sul voltoL’Associazione Diritti alla Follia, da diversi anni impegnata nel denunciare gli abusi commessi nell’applicazione degli istituti di tutela giuridica, ha organizzato il convegno denominato Le Istituzioni e la tutela della dignità della persona: la storia di Marta Garofalo Spagnolo, che si terrà venerdì 22 novembre a Lecce (Studio JUST, Via Achille Daniele, 10, ore 10-18), ma sarà fruibile anche online (attraverso la pagina Facebook della medesima Associazione).

Come esplicitato anche nel titolo, l’incontro intende approfondire la dolorosa vicenda di Marta Garofalo Spagnolo, giovane donna che nella sua vita ha subito gravi restrizioni delle libertà inviolabili, tra le quali è risultata fatale l’essere stata sottoposta, contro la sua volontà, all’amministrazione di sostegno. Erano stati infatti l’amministratrice di sostegno e i servizi sociali territoriali a disporre l’istituzionalizzazione forzata della donna. Disposizione che si è concretizzata in undici anni di detenzione psichiatrica e che si è conclusa con la sua morte, avvenuta il 3 novembre 2022, all’età di soli 31 anni (a questo link un approfondimento sulla vicenda).
«Marta ha vissuto esperienze traumatiche, inclusi trattamenti psico-farmacologici imposti senza alcuna diagnosi, con conseguenze devastanti – spiegano da Diritti alla Follia –. La storia di Marta è caratterizzata dalla sua lotta per riacquistare la propria libertà, sostenuta dai suoi amici, che è culminata in un’udienza, poi annullata, con il Giudice Tutelare ed è stata costellata di vane e varie fughe dalle comunità terapeutiche [in cui ha vissuto]. Il tragico epilogo, segnato dall’assunzione fatale di psicofarmaci che lei ha sempre rifiutato, solleva interrogativi critici riguardo al sistema di amministrazione di sostegno attuale. Il convegno rappresenta pertanto un’importante opportunità per riflettere sulle tematiche della dignità e dei diritti umani».

L’evento sarà dunque un’occasione per ripercorrere la storia di Marta e onorarne la memoria, ma anche per evidenziare le sfide e le criticità che tuttora persistono nel campo della psichiatria, e per presentare i contenuti della Proposta di Legge di iniziativa popolare che promuove una riforma della Legge sull’amministrazione di sostegno (Legge 6/04), elaborata da Diritti alla Follia (il cui testo è disponibile a questo link, e della quale proponiamo a quest’altro link una sintesi per punti).

Al convegno sarà possibile ascoltare le testimonianze di Fabio Degli Angeli e Gabriella Cassano, due amici di Marta, entrambi condannati in Corte d’Appello per averle fornito assistenza umana e legale, e per esprimere loro solidarietà. Parteciperanno inoltre diversi esperti del settore, tra cui Andrea Michelazzi, psichiatra di Trieste, Michele Capano, avvocato e presidente dell’Associazione organizzatrice e Maria D’Oronzo, psicologa e componente del Direttivo dell’Associazione stessa).
«Questa iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema delicato e cruciale, affermando il diritto alla dignità e alla libertà di scelta di ogni individuo – concludono da Diritti alla Follia –. Invitiamo quindi i rappresentanti della stampa e i cittadini interessati a unirsi a noi in questa giornata di confronto e denuncia». (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: Maria D’Oronzo (mariaros.doronzo@gmail.com) o dirittiallafollia@gmail.com.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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