Sacheen Littlefeather, ovvero “Piccola Piuma”, è diventata famosa in tutto il mondo per essere salita sul palco degli Oscar nel 1973 a rifiutare, per conto di Marlon Brando, la statuetta vinta dal divo americano per Il Padrino.
Anche nella serata inaugurale del 42° Torino Film Festival (22-30 novembre) ci vorrebbe una versione rinnovata di Piccola Piuma, che si potrebbe chiamare Small Headphone, “Piccola cuffia” (pure creata dall’intelligenza artificiale, se è più trendy), perché quel che mi domando è: cosa si deve fare per avere un Torino Film Festival con film accessibili in dose massiccia?
Tutti i rappresentanti istituzionali, presentando il programma del 42° Torino Film Festival hanno ricordato Marlon Brando senza scendere nei dettagli e sorvolando la parte all’attenzione sociale; è proprio pensando al film Un tram che si chiama Desiderio, opera controversa e per certi versi attuale, che la parola “Desiderio”, con un Brando con la mitica maglietta, mi ha portato a proporre una nuova locandina, qui a fianco riprodotta, per indicare il desiderio dell’accessibilità, rappresentata dalla cuffia per ascolto.
Quando si potrà considerare l’accessibilità come fatto di ordinaria normalità, senza dover reclamare diritti?
Ho letto inviti a non fare polemiche, perché in questa edizione del Festival un cambio di rotta c’è stato, con disponibilità e tempismo da parte della direzione della manifestazione; ho letto che ci sono questioni di base (non del nuovo direttore Giulio Base), che rende problematico poter avere una buona percentuale di film accessibili, ma queste, chiamiamole, motivazioni, erano già riconosciute prima e quindi quel che valeva prima è ancora attuale: «Continua la battaglia sulla legge del cinema e sulle mancate proiezioni accessibili nei cinema, dei film italiani che per legge devono essere accessibili».
Sul sito web dell’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare) è stato pubblicato un articolo per informare sulla partecipazione alla proiezione dei film accessibili e la premessa rispecchia il pensiero di tutto il Consiglio Direttivo: «Anche per l’edizione 2024 del Torino Film Festival, purtroppo, l’accessibilità per le persone con problemi di udito rimane una sfida irrisolta. Nonostante l’importanza crescente dell’inclusività, il Festival offre pochissime proiezioni accessibili a chi ha disabilità uditive. Le uniche pellicole accessibili saranno 3 fra quelle che costituiscono la retrospettiva dell’Omaggio a Marlon Brando, limitando drasticamente la fruibilità delle novità e delle altre sezioni del Festival a una parte significativa del pubblico. Affinché tutti gli appassionati di cinema possano godere delle proposte del TFF, sarebbe auspicabile che la direzione del Festival stabilisse sin dall’inizio l’obbligo di accessibilità per tutte le opere in concorso, verificando che i film abbiano i requisiti necessari per accogliere spettatori con disabilità uditive. Solo in questo modo il Festival potrà davvero definirsi inclusivo e aperto a chiunque ami il cinema».
Presidente dell’APIC di Torino (Associazione Portatori Impianto Cocleare).
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