Ho conosciuto Paola Tricomi nell’ormai lontano 2009 grazie a un’amica comune. Paola frequentava ancora il liceo, eppure, già dai primi scambi di mail ebbi la netta impressione di parlare con una persona molto più adulta rispetto alla sua età. A colpirmi fin da subito furono la profondità dei suoi pensieri e la sua lucida visione del mondo. Da allora, nel corso della nostra lunga amicizia ho avuto il privilegio di seguire il suo percorso accademico e letterario, oltre alle numerose battaglie per i diritti delle persone con disabilità, che l’hanno vista e la vedono protagonista, affrontate sempre con coraggio e fermezza.
Catanese, classe 1991, dalla nascita Paola convive con l’atrofia muscolare spinale (SMA) di tipo II. La malattia, per quanto invalidante, non ha mai arrestato il suo slancio verso la conoscenza e la creatività. Dopo il liceo, dove già mostrava una maturità e un’intelligenza non comuni, ha intrapreso un percorso di studi che l’ha portata a laurearsi in Filologia Classica all’Università di Catania. Ha poi frequentato la Scuola Superiore di Catania e infine conseguito un dottorato in Filologia Romanza presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Oggi è Research Fellow all’Università per Stranieri di Siena, dove si occupa della letteratura italiana, con particolare attenzione alla poesia delle origini.
La produzione letteraria di Paola è il riflesso della sua anima sensibile e della sua mente acuta. Fin da giovanissima, ha sentito il bisogno di esprimersi attraverso la poesia, una passione che l’ha portata a pubblicare nel 2010 la sua prima raccolta, Nel cuore – En thumò cui seguiranno Il nome del nulla (2013), La voce a te donata (2016) e Fiat (2024), oltre ai romanzi Il canto del mare (2019) e Dialoghi negromantici (2021), scritto a quattro mani con Andrea Bianchi.
Nel 2017 ha pubblicato Il ricamo di Dio, un saggio che esplora il simbolismo dei nodi e delle tessiture nella Divina Commedia, arricchendo il panorama degli studi danteschi con un contributo originale e appassionato.
Da segnalare anche il progetto Per desiderio, un docufilm nato dalla collaborazione tra la Scuola Normale Superiore di Pisa e altre Istituzioni, che unisce letteratura, fotografia e astrofisica. Con questa opera, Paola ha mostrato ancora una volta la sua capacità di costruire ponti tra mondi diversi e di coinvolgere il pubblico in riflessioni profonde e suggestive.
Ma oltre che per la brillante carriera accademica e letteraria, Paola rappresenta una voce autorevole anche nel campo della difesa del diritto a un pieno accesso allo studio e alla ricerca per ogni studente con disabilità. Facendo di ogni sua battaglia una battaglia collettiva, fin dai tempi della Triennale si spende, confrontandosi con i vari responsabili delle Università affinché ogni studente con disabilità possa trovare le migliori condizioni per una piena partecipazione alla vita universitaria, attraverso l’abbattimento di impedimenti e ostacoli, e promuovendo, anche mediante la costituzione di gruppi di lavoro e dibattito, una vera cultura dell’integrazione all’interno dell’Ateneo.
Quello di Paola è un percorso brillante, costellato di successi e soddisfazioni, non scevro tuttavia di ostacoli: burocratici, culturali, economici, assistenziali, abitativi e così via, d’innanzi ai quali questa giovane donna si è sempre posta con coraggio e determinazione, facendo di ogni sfida personale, in una sorta di passaggio dall’io al noi, una sfida collettiva.
È proprio per questo suo impegno che il 20 marzo di quest’anno Paola Tricomi ha ricevuto dalle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Un riconoscimento prestigioso che, oltre a consentirle visibilità, rappresenta un’ulteriore spinta ad agire sul fronte delle pari opportunità e dei diritti.
Tra le nuove sfide, quella che di sicuro le sta più a cuore è avere una legge nazionale unica a tutela dell’autonomia e dell’autodeterminazione delle persone con disabilità, per fare in modo che a tutti i Comuni vengano imposti degli obblighi, superando le discrezionalità regionali, per l’erogazione di sostegni economici che favoriscano l’attivazione di percorsi di Vita indipendente.
È una battaglia che ci riguarda tutti… non lasciamola sola, combattiamola tutti insieme!
Articoli Correlati
- Raccontare la bellezza dei gesti comuni Un dialogo a due voci tra Francesca e Paola, che raccontano il loro modo di rapportarsi alla disabilità. «Forse -sostiene Paola - il miglior modo per far vedere ciò che…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Se un intervento semplice diventa complesso e si trasforma in una buona pratica Ci sono patologie che a causa delle difficoltà respiratorie o della limitata possibilità di aprire la bocca, rendono complessi e problematici anche interventi relativamente semplici come quelli odontoiatrici. Una di…