Sicurezza digitale e disabilità cognitiva: un’opportunità necessaria

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia digitale permea ogni aspetto della vita quotidiana, offrendo opportunità ma anche esponendo gli utenti a rischi crescenti. Per le persone con disabilità cognitiva, che possono incontrare difficoltà nell’elaborare informazioni, prendere decisioni o interpretare segnali sociali, il mondo digitale rappresenta un terreno complesso. La sicurezza digitale diventa dunque una questione cruciale, non solo per proteggere la privacy e i dati personali di queste persone, ma anche per garantire loro una partecipazione attiva e sicura alla società connessa

Realizzazione grafica dedicata alla sicurezza digitale

Una realizzazione grafica dedicata alla sicurezza digitale

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia digitale permea ogni aspetto della vita quotidiana, offrendo opportunità ma anche esponendo gli utenti a rischi crescenti. Per le persone con disabilità cognitiva, che possono incontrare difficoltà nell’elaborare informazioni, prendere decisioni o interpretare segnali sociali, il mondo digitale rappresenta un terreno complesso. La sicurezza digitale diventa dunque una questione cruciale, non solo per proteggere la privacy e i dati personali di queste persone, ma anche per garantire loro una partecipazione attiva e sicura alla società connessa.
È fondamentale, pertanto, adottare un approccio educativo e di sensibilizzazione mirato, per far sì che nessuno rimanga indietro nel percorso verso una cittadinanza digitale inclusiva.

Consapevolezza e autonomia: le basi della sicurezza digitale
Per le persone con disabilità cognitiva, la consapevolezza è il primo passo verso una navigazione sicura. Spesso tali persone non sono pienamente consapevoli dei rischi che comporta l’uso di dispositivi digitali e internet. È essenziale, dunque, educarli a riconoscere situazioni potenzialmente pericolose, come richieste di informazioni personali, email di phishing o interazioni sospette sui social media.
«L’obiettivo primario del progetto pilota Divulgazione della cultura della cyber security dedicata alle persone con disabilità – spiega il presidente della Cyber Security Italy Foundation Marco Gabriele Proietti – è quello di aiutare persone con disabilità cognitiva a vivere in modo più consapevole e sicuro il proprio percorso digitale, senza timore qualora dovesse accadere loro qualcosa di brutto».
Strumenti educativi semplici, visivi e interattivi possono essere più efficaci di approcci tradizionali. Bisogna incoraggiare l’autonomia, mostrando come utilizzare i dispositivi digitali per scopi positivi, come l’apprendimento, la socializzazione o il divertimento, senza paura di incorrere in problemi.

Strumenti e risorse per un uso sicuro della tecnologia
Un altro aspetto chiave per garantire la sicurezza digitale è l’accesso a strumenti e risorse progettati per le esigenze specifiche delle persone con disabilità cognitiva. Software con interfacce semplificate, filtri di contenuto, applicazioni per la protezione dei dati e piattaforme di apprendimento possono contribuire a creare un ambiente digitale sicuro.
«La risorsa digitale – spiega ancora Proietti – ha semplificato le modalità di accesso, ma, allo stesso tempo, sono aumentati i rischi per quanti utilizzano le risorse digitali. Questo vuol dire che è più facile accedere a un social, a un sito internet o effettuare un pagamento digitale. Tuttavia, è più complicato rendersi conto della situazione che ci si trova ad affrontare, se vera o fraudolenta». Ad esempio, assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale potrebbero essere configurati per riconoscere situazioni di rischio e avvisare gli utenti o i loro caregiver. Questi strumenti non solo proteggono, ma favoriscono anche un uso responsabile e positivo della tecnologia.

Il ruolo della famiglia e degli educatori
La sicurezza digitale delle persone con disabilità cognitiva non può essere raggiunta senza il supporto della rete familiare ed educativa. Genitori, insegnanti e operatori sociali devono essere formati per comprendere i rischi del digitale e adottare strategie di protezione personalizzate.
«Stiamo investendo molto sulla resilienza e, soprattutto, sulla formazione e la consapevolezza – dichiara il vicecapo Divisione dell’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale, Marco Valerio Cervellini – perché è l’unica arma veramente efficace per navigare in rete senza correre inutili rischi».
La comunicazione aperta e continua è essenziale: discutere delle esperienze online, affrontare eventuali errori senza colpevolizzare e fornire soluzioni concrete ai problemi sono passi fondamentali per creare fiducia e responsabilità. Inoltre, è importante che i caregiver abbiano accesso a corsi e risorse specifiche che li aiutino a identificare minacce digitali e a trasmettere comportamenti corretti agli utenti con disabilità cognitiva.

La necessità di un approccio sistemico
Affrontare il tema della sicurezza digitale per le persone con disabilità cognitiva richiede un approccio sistemico. Oltre all’educazione e agli strumenti tecnologici, è necessario che le Istituzioni e le organizzazioni promuovano politiche inclusive.
«Tra le nostre missioni – le parole del direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Ivano Gabrielli – c’è quella di incontrare i ragazzi costantemente, sia quelli che hanno disabilità, sia persone che approcciano alla rete e devono formarsi come cittadini del futuro, come cittadini digitali».
La collaborazione tra governi, aziende tecnologiche, associazioni per la disabilità e forze dell’ordine è cruciale per creare un ecosistema digitale sicuro. Solo lavorando in sinergia, infatti, è possibile garantire che il digitale diventi una risorsa, e non un pericolo, per tutti, inclusi coloro che affrontano difficoltà cognitive.

E dunque, la sicurezza digitale per le persone con disabilità cognitiva non è solo una questione tecnica, ma un impegno etico e sociale. Garantire loro un accesso sicuro e consapevole alle tecnologie significa abbattere barriere e costruire una società più inclusiva e giusta.

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