«Il “pianeta disabilità” – scrive Paolo De Luca – deve essere protagonista, le persone con disabilità e le loro famiglie devono “far parte del mondo” senza sentirsi in “un mondo a parte”, perché la lotta per la piena e completa realizzazione dei diritti umani di tutte loro costituisce una parte inalienabile, integrale e indivisibile di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali»
Sogni e bisogni, non arrendersi mai, diritti, accessibilità, un altro mondo è possibile: quante volte abbiamo citato, ripetuto queste parole e qualcuno penserà, a ragione, “da troppo tempo”, fino a sembrare quasi luoghi comuni, cose alle quali si è affettivamente legati, percepite però come slegate dalla quotidianità.
Troppe cose vanno per il verso sbagliato, ma tantissime altre ci danno il senso della speranza attiva, delle cose concrete nella società, non solo in questa piccola parte del mondo dove viviamo, un mondo che purtroppo ha in sé guerre, fame, devastazione e insensatezza al quale non dobbiamo abituarci, rassegnarci.
Il “pianeta disabilità” non è fuori da questo universo, anzi deve essere protagonista, le persone con disabilità e le loro famiglie devono “far parte del mondo” senza sentirsi in “un mondo a parte”, senza guerre fra udenti e sordi – per restare nel tema della sordità – senza discriminazioni, abilismo e senza sordità da parte della politica (nell’accezione larga del significato di polis), che si muove fra dimenticanze, compassione e talk, senza mettere le mani in pasta per andare oltre il sensazionalismo e la contraffazione che passa anche a tonnellate di pensierini che toccano le corde del cuore dentro i sacchi della posta natalizia.
La lotta per la piena e completa realizzazione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità costituisce una parte inalienabile, integrale e indivisibile di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
*Presidente dell’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare).
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