La firma digitale all’esame della Corte Costituzionale

Il 10 dicembre la Corte Costituzionale esaminerà il ricorso di una persona con la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), sostenuta dall’Associazione Coscioni, contro il divieto di utilizzo della firma digitale per sottoscrivere liste elettorali. Se la Consulta riconoscerà la discriminazione, il divieto potrebbe essere superato almeno per le persone con disabilità grave

Firma digitaleNella mattinata del 10 dicembre, verrà esaminato presso la Corte Costituzionale il ricorso di Carlo Gentili, cittadino con la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), contro il divieto di utilizzo della firma digitale per sottoscrivere liste elettorali. E se la Consulta riconoscesse la discriminazione, il divieto potrebbe essere superato almeno per le persone con disabilità grave.
«Questo tema – sottolineano dall’Associazione Luca Coscioni, che affianca Gentili nella sua battaglia – assume ancora più rilievo dal momento che, dallo scorso mese di luglio, è operativa la piattaforma pubblica per la sottoscrizione digitale di referendum e proposte di legge di iniziativa popolare, uno strumento che potrebbe essere esteso anche alla raccolta firme per liste elettorali e candidature. Carlo Gentili, immobilizzato a causa della SLA, aveva tentato di firmare digitalmente la lista elettorale Referendum e Democrazia per le elezioni regionali dello scorso anno, ma la normativa vigente esclude l’utilizzo della firma digitale per questa finalità, negando a molte persone con gravi disabilità la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica».
Con il sostegno dunque dell’Associazione Coscioni, Gentili ha presentato ricorso e il Tribunale di Civitavecchia ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale.
«La tecnologia – dichiara il ricorrente – può abbattere le barriere che la mia malattia ha posto tra me e la partecipazione democratica. Chiedo che venga garantito anche a me e a tanti altri il diritto di essere parte attiva nella vita politica del Paese».

L’udienza della Consulta affronterà la possibile violazione di alcuni articoli della Costituzione (2, Diritti inviolabili dell’uomo; 3, Principio di uguaglianza; 48, Diritto di voto; 49, Diritto all’associazionismo politico).
«Questa battaglia – concludono dall’Associazione Coscioni – non riguarda solo i diritti individuali, ma un tema più ampio: l’uso della tecnologia per ampliare la partecipazione democratica. In tal senso abbiamo già raccolto quasi 56.000 firme all’appello per chiedere al Governo di estendere la piattaforma online, già attiva per i referendum, anche alla sottoscrizione di liste elettorali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Fabio Miceli (fabio.miceli@associazionelucacoscioni.it).
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