«Ben venga ogni forma di stabilizzazione dei docenti di sostegno – scrivono dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, prendendo spunto da alcune recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara -, ma con una pianificazione attenta che consideri le specificità delle classi di concorso. Solo così si potrà tutelare chi ha già investito nella propria formazione e garantire agli studenti il sostegno qualificato che meritano»
Nel corso della trasmissione In altre parole, andata in onda l’8 dicembre su La7, il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha dichiarato: «Ci sono numeri superiori per assumere docenti di sostegno. […] Per la prima volta noi andiamo a stabilizzare in modo significativo docenti che non potevano essere assunti perché non avevano la specializzazione. La gran parte dei docenti precari sono docenti di sostegno. E perché non potevano essere stabilizzati? Perché mancavano le specializzazioni, perché le università non avevano interesse più di tanto a specializzarli e quindi non specializzavano questi docenti. Noi abbiamo, per la prima volta, affidato a INDIRE [Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa, N.d.R.], che è un ente di ricerca indipendente dal Ministero, il compito di specializzare questi docenti».
Come docenti di sostegno specializzati e precari, siamo indignati. Abbiamo affrontato anni di formazione rigorosa e costosa per ottenere un titolo richiesto dallo Stato, con la promessa di una stabilizzazione mai arrivata. Ora si propongono percorsi semplificati per docenti non specializzati, creando il rischio che chi ha già acquisito le qualifiche resti escluso dal ruolo.
Le domande che ci poniamo sono queste: perché si stabilizzano docenti non specializzati quando migliaia di docenti qualificati sono già pronti e in attesa di ruolo? Come si garantisce la qualità dell’inclusione scolastica con percorsi meno qualificanti? Qual è il futuro dei docenti già formati, se la classe di concorso ADSS (Sostegno Scuola Secondaria di Secondo Grado) è ormai satura in molte Province?
Un punto fondamentale va evidenziato: creare nuovi specializzati senza una reale necessità rischia di trasformare i docenti precari già formati in disoccupati, vanificando anni di sacrifici.
Ben venga, dunque, ogni forma di stabilizzazione, ma con una pianificazione attenta che consideri le specificità delle classi di concorso. Solo così si potrà tutelare chi ha già investito nella propria formazione e garantire agli studenti il sostegno qualificato che meritano.
*collettivodocentispecializzati@gmail.com.
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