Il 30 dicembre scorso il TAR del Lazio aveva accolto il ricorso di numerosi laboratori, sospendendo in via cautelativa il cosiddetto “Decreto Tariffe”, contenente i tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e la protesica. Lo stesso TAR del Lazio, tuttavia, il giorno dopo ha accolto un’Istanza di revoca del Decreto di sospensione, presentata dall’Avvocatura dello Stato, nella quale si evidenziava come lo stop al “Decreto Tariffe” avrebbe comportato un danno alla salute dei/delle pazienti. Le questioni sollevate dal TAR saranno discusse collegialmente alla Camera di Consiglio fissata per il 28 gennaio prossimo
Dopo anni di una gestazione a dir poco travagliata, nello scorso mese di novembre la Conferenza Stato-Regioni aveva dato il via libera al cosiddetto “Decreto Tariffe”, approvando finalmente i due tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e la protesica, e dunque aggiornando i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) (se ne legga anche sulle nostre pagine).
La versione del testo normativo approvato aveva accolto la richiesta delle Regioni di posticipare l’entrata in vigore del Decreto al 30 dicembre 2024, sennonché, proprio il giorno in cui la norma sarebbe dovuta entrare in vigore, il TAR del Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale) ha accolto il ricorso di numerosi laboratori, sospendendo in via cautelativa lo stesso “Decreto Tariffe”, ritenendo che questo, essendo stato «adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti Nomenclatori», delinea «l’insussistenza dell’urgenza».
Nello stesso provvedimento il TAR ha stabilito la trattazione collegiale della quesitone alla Camera di Consiglio fissata per il 28 gennaio 2025 (a questo link la notizia divulgata dalla testata «Quotidiano Sanità» il 30 dicembre 2024, a quest’altro link il Decreto di sospensione del TAR del Lazio).
A quel punto lo stop imposto dal TAR del Lazio ha rischiato di mandare in tilt le Regioni che, avendo appena adeguato Nomenclatori con i nuovi codici delle prestazioni, difficilmente sarebbero riuscite a ripristinare i sistemi con le vecchie tariffe, nonché a sospendere le prestazioni che nei vecchi Nomenclatori non erano presenti. «Per far capire l’entità del problema, solo oggi sono state fatte circa 200.000 prenotazioni per visite ed esami», aveva osservato Giovanni Rodriquez sul «Quotidiano Sanità».
In questa situazione di caos, l’Avvocatura dello Stato ha presentato al TAR del Lazio un’Istanza di revoca del Decreto di sospensione, argomentando l’estrema difficoltà «di attivare il sistema tariffario del giugno 2023, con i relativi nomenclatori e cataloghi regionali, il che presuppone una necessaria pianificazione e valutazione di impatti organizzativi, tecnologici ed economici, con il coinvolgimento di tutti i fornitori di applicativi» che determinerebbe «un blocco del sistema di prescrizione, prenotazione ed erogazione, con conseguente disservizio all’utenza e ritardi nell’erogazione delle prestazioni e, in ultima analisi, con un impatto sulla salute dei pazienti» (in grassetto e sottolineato nel testo originale).
Proprio prendendo atto della «dichiarata gravità delle conseguenze» della sospensione del “Decreto Tariffe”, il 31 dicembre il TAR del Lazio ha deliberato di accogliere l’Istanza di revoca dell’Avvocatura dello Stato, e ha confermato la fissazione alla Camera di Consiglio del 28 gennaio prossimo (a questo link il Decreto di accoglimento del TAR del Lazio, a quest’altro link la news di aggiornamento sulla testata «Quotidiano Sanità»).
Per il momento, dunque, il pericolo di blocco del sistema è stato scongiurato, ma sarà necessario attendere il 28 gennaio per conoscere se, ed eventualmente, quali modifiche verranno apportate ai nuovi tariffari. (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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